Marta Palazzesi vince il "Premio Strega Ragazze e Ragazzi": «Dedico il mio libro ai miei due Labrador Samba e Tango»

Marta Palazzesi
Marta Palazzesi
di Valentina Venturi
Venerdì 8 Maggio 2020, 23:17 - Ultimo agg. 9 Maggio, 15:00
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Sono stati oltre 2.000 tra ragazze e ragazzi fra i 6 e i 15 anni di età in 140 tra scuole, gruppi di lettura, biblioteche e istituti scolastici in Italia e all'estero (Bruxelles, Madrid, Monaco, Parigi, Vienna e Zurigo) a decretare le vincitrici della quinta edizione del “Premio Strega Ragazze e Ragazzi 2020”, promosso da Fondazione Maria e Goffredo Bellonci e Strega Alberti Benevento. Nonostante il lockdown, docenti e studenti hanno continuato l'attività di lettura e discussione dei testi in concorso a casa, da soli o in collegamento via Internet con il resto della classe. Marta Palazzesi, autrice di libri per bambini e ragazzi, traduttrice e consulente per case di produzione cinematografica, con “Nebbia” (Il Castoro) ha vinto nella categoria +6, quella rivolta alla fascia di lettori dai 6 ai 10 anni: si è aggiudicata il premio con i voti di 17 scuole su 48.

Si aspettava questo riconoscimento?
«Non ci si aspetta mai di vincere! Ero già molto contenta di essere arrivata tra i finalisti in un momento complicato come questo e di aver contribuito a donare qualche ora di spensieratezza ai 2000 ragazzi della giuria. Per questo mi sento di condividere la vittoria con gli altri finalisti (per la categoria +11 ha vinto Lynda Mullaly Hunt con “Una per i Murphy” (Uovonero), ndr.)».

Come è nato il suo “Nebbia”?
«Dal mio amore per la storia e per gli animali. Nella figura del lupo Nebbia ho riversato tutto quello che conosco degli animali. Per questo lo dedico a Samba e Tango i miei due Labrador, di sei e sette anni: la fonte di ispirazione sono stati loro».

Perché è ambientato sulle rive del Tamigi?
«Ero partita dall’idea di scrivere un romanzo ambientato nella Londra vittoriana fine Ottocento, che trattasse la condizione dei ragazzini orfani come gli spazzacamini o quelli obbligati a lavorare ai telai o al carbone. Facendo delle ricerche ho scoperto l’esistenza di questi mudlark».

Cosa significa mudlark? Chi sono?
«Vuol dire "allodola del fango": venivano chiamati così i ragazzini che vivevano lungo il Tamigi, tendenzialmente orfani e che per sopravvivere scavavano e rivendevano gli oggetti che riuscivano a trovare quando riaffioravano dal fiume. All’epoca c’era di tutto, ma anche adesso. Erano divisi in bande e partendo dalla divisione ho usato la mia fantasia».

Ha un’autrice di riferimento?
«Da piccola adoravo i libri di Bianca Pitzorno e ancora adesso a 36 anni li rileggo. Sin da piccola con “Ascolta il mio cuore” o “Polissena del porcello” sono rimasta profondamente colpita dalla capacità dell’autrice di trascinare i lettori nella storia. Quindi mi rifaccio a lei, anche se a colpo d’occhio sembriamo molto diverse».

È mamma di Leonardo, un bambino di due anni e mezzo: leggete già?
«Gli ho messo in mano un libro non appena è riuscito a tenere chiuse le manine! Da quando era ancora più piccolo gli leggevo storie: i libri in casa non mancano».

Ha apprezzato la serie di romanzi di "Harry Potter"?
«Certo! Letti e goduti».

Ha già pronto il nuovo libro?
«Uscirà in autunno sempre per Il Castoro, ma posso dire solo che sarà un’avventura ambientata in un continente diverso».

Qual è il suo augurio per la fase 2?
«Di riuscire ad attraversarla nel modo più sereno possibile. Se in qualche modo i libri possono aiutare a farci lasciare le mura di casa, quantomeno con l’immaginazione, non neghiamoci questo piacere».

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