Coronavirus, perché i giganti del web cresceranno ancora di più

Coronavirus, perché i giganti del web cresceranno ancora di più
di Andrea Andrei
Giovedì 14 Maggio 2020, 17:05 - Ultimo agg. 17:46
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Se c'è una cosa che la pandemia di coronavirus e il conseguente isolamento forzato ha reso da subito evidente, è che dalle piattaforme tecnologiche e dal ruolo che queste ultime svolgono nella società non si può più prescindere. Lo sapevamo già da prima, naturalmente: sono ormai anni che comunichiamo, lavoriamo, ci intratteniamo, facciamo acquisti e prendiamo anche decisioni politiche attraverso Internet, ma è innegabile che in questi ultimi due mesi i cosiddetti giganti della Rete, da Facebook a Google passando da Amazon, abbiano svolto un ruolo centrale e per molti versi insostituibile in ogni settore d'applicazione. Basti pensare alla spesa online, alle dirette su Facebook del presidente del Consiglio, ai flash mob e ai live su Instagram, alla tv in streaming. I giganti, insomma, non sono mai stati così grandi come in questo momento.

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I dati parlano chiaro. Dall'inizio dell'emergenza sanitaria, il tempo speso dagli utenti sulle app di Facebook, Instagram, Messenger e WhatsApp, che fanno tutte capo all'azienda di Mark Zuckerberg, è aumentato fino al 70 per cento. Sulle stesse app, il volume totale dei messaggi è aumentato di oltre il 50 per cento. Dati trainati dalle videochiamate, tanto che il gruppo di Menlo Park ha anche lanciato le videochat di gruppo Messenger Rooms. I servizi Google, soprattutto quelli relativi alle comunicazioni, sono aumentati esponenzialmente, con il sistema di videoconferenze dedicato al business Meet che ha raggiunto e superato i due milioni di utenti al giorno. Per non parlare di Netflix: con il lockdown la piattaforma streaming ha registrato un boom di abbonati, 15, 77 milioni in più rispetto all'anno precedente, il 22,8%. I ricavi dell'azienda sono saliti a 5,77 miliardi di dollari, dai 4,52 miliardi dello scorso anno.

E poi, naturalmente, c'è Amazon. Il boom dell'e-commerce, che si è rivelato strategico in questo periodo di isolamento, ha permesso al colosso di Jeff Bezos di fare un balzo del 26%, raggiungendo un giro d'affari di 75,5 miliardi di dollari. Tanto che il colosso di Seattle ha anche annunciato 75 mila assunzioni solo negli Stati Uniti. Anche il fatturato di Apple è cresciuto dello 0.5%, ma in realtà l'azienda di Cupertino ha risentito molto del calo nelle vendite di iPhone (con il -7% di entrate). A trainare i risultati di Apple sono stati i servizi, da iCloud ad Apple Music e Apple Tv+, il che mostra una netta distinzione tra chi produce beni materiali e chi offre servizi. Ma anche fra questi ultimi, c'è un altro lato della medaglia.

Ce lo spiega Luca Colombo, Country manager di Facebook Italia: «Abbiamo avuto un grande aumento dell'offerta, ma la domanda è diminuita, perché le aziende in questo momento tagliano le spese per la pubblicità. Su Facebook sono presenti 140 milioni aziende in tutto il mondo, e la maggior parte di queste sono medio-piccole». Infatti, se nell'anno precedente l'aumento degli utenti giornalieri era compreso tra i 25 e i 35 milioni a trimestre, da gennaio a marzo il numero di utenti giornalieri di Facebook è cresciuto di 77 milioni, più del doppio (da 1 mld 657 mila a 1 mld 734 mila). A fronte di questa enorme crescita di utenti, i ricavi sono diminuiti di circa 3,3 miliardi di dollari (da 20 mld e 736 mila a 17 mld e 440 mila), anche se, ha sottolineato il direttore finanziario Dave Wehner, «Dopo un iniziale forte calo dei ricavi pubblicitari a marzo, abbiamo visto segnali di stabilità nelle prime tre settimane di aprile». Ma resta il fatto che «stiamo affrontando un periodo di incertezza senza precedenti nelle nostre prospettive di business».

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LA CRISI
Si tratta dunque, paradossalmente, di un periodo di crisi per i giganti del web? In realtà no, perché in queste settimane le aziende della Silicon Valley stanno guadagnando qualcosa di molto più importante del denaro: la credibilità. Non solo perché tutte, Amazon a Facebook passando per Apple e Google, hanno messo in campo sforzi considerevoli per aiutare le comunità, le aziende, le strutture sanitarie. Ma soprattutto perché hanno ulteriormente reso centrale il proprio ruolo, sia sociale che politico, ora che anche chi aveva diffidenza nei loro mezzi li ha utilizzati con grande efficienza. «La fiducia nell'e-commerce come canale d'acquisto è in crescita. Questo è diventato anche un canale di vendita per tutte quelle aziende che hanno potuto così proseguire la propria attività raggiungendo i propri clienti. Credo quindi che questo sia il momento per le PMI italiane di cogliere l'opportunità per digitalizzarsi visto che solo un terzo di loro si sono affacciate al digitale», spiega Mariangela Marseglia, Country Manager di Amazon Italia e Spagna.

Per Colombo «è aumentata la consapevolezza delle persone su queste piattaforme, ed è un bene. Abbiamo la responsabilità di garantire la stabilità dei nostri servizi. Il valore che ci verrà riconosciuto dipende da quanto faremo in futuro». Un futuro che, probabilmente, sarà sempre più di queste piattaforme.

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