Carcere Poggioreale, via alle lezioni online: a scuola per riconquistare la libertà

Carcere Poggioreale, via alle lezioni online: a scuola per riconquistare la libertà
di Alessandro Bottone
Venerdì 22 Maggio 2020, 19:50
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Alunni e docenti online, lezioni tra videochiamate e piattaforme, interrogazioni attraverso uno schermo. Modalità inedite per la scuola italiana che ha dovuto fare i conti con gli effetti della pandemia. Una trasformazione che ha riguardato anche l'istruzione delle persone detenute, come quelle ospitate nel carcere di Poggioreale a Napoli.

Dopo un periodo di stop dovuto alla crisi sanitaria, l'attività scolastica è ripartita grazie alla collaborazione tra la casa circondariale “Giuseppe Salvia” e il CPIA Napoli Città 2, ovvero il centro provinciale per l’istruzione degli adulti che copre diversi quartieri del capoluogo campano. Attraverso nuovi computer, modem e schede per la connessione ad internet acquistati dalla scuola, numerosi detenuti possono nuovamente partecipare alle lezioni nella modalità a distanza. Alcune sono pre-registrate dai singoli docenti, altre si svolgono in videoconferenza. Gli adulti hanno a disposizione anche il materiale didattico preparato dai docenti. Si studiano italiano, matematica, scienze, storia, inglese e tecnologia. Al momento sono attive due classi del percorso di 400 ore, che permette di ottenere la licenza di terza media, e una classe del corso di 825 ore che corrisponde al biennio di un istituto superiore. Grazie al coinvolgimento dell'istituto professionale Casanova, gli idonei a quest’ultimo percorso potranno accedere al secondo biennio del corso per odontotecnici.

Una trentina le persone che partecipano alle lezioni virtuali che si svolgono da lunedì al venerdì, in due turni mattutini di due ore e mezza ciascuno, come spiega Lucia Lembofazio - docente di tecnologia, da tre anni insegnante nel carcere di Poggioreale - che, come tutti i suoi colleghi, è stata coinvolta in un percorso di formazione per l'utilizzo di strumenti e piattaforme utili alla didattica a distanza. Gli alunni seguono con grande interesse le lezioni online, sottolinea la prof, rappresentando un momento di contatto con l'esterno utile a ridurre la sensazione d’isolamento e la demotivazione.

La necessità di evitare contatti ha imposto alla scuola carceraria di riorganizzarsi e di ripensarsi, come spiega il professor Fulvio Battista - docente di lettere e responsabile dei percorsi di istruzione ed educazione carceraria - il quale spiega l'essenzialità di assicurare il diritto all'istruzione ai detenuti per permettere a molti di loro di imparare la lingua, uno strumento indispensabile per poter conoscere i propri diritti e i propri doveri. Difatti la scuola in carcere rappresenta un momento fondamentale per “ricostruire” la propria personalità e creare un bagaglio di conoscenze e abilità che sarà importante per ripartire una volta riconquistata la libertà ma anche ad affrontare con spirito diverso il percorso di detenzione.

Le attività scolastiche a distanza sono riprese grazie al lavoro in sinergia tra le due istituzioni coinvolte e al lavoro quotidiano dello staff del carcere, degli educatori, degli agenti penitenziari e degli insegnanti del CPIA che hanno lavorato per preparare materiali didattici idonei. «A Poggioreale si è riusciti a costruire - tra la casa circondariale Giuseppe Salvia, nella persona del direttore, dottor Carlo Berdini, e il CPIA Napoli Città 2 - un terreno interistituzionale particolarmente fecondo: se non ci fosse stata questa reciprocità effettuale nel voler riuscire a superare ostacoli di ogni ordine e grado questa esperienza educativa non si sarebbe nemmeno potuta ipotizzare» afferma la professoressa Rosa Angela Luiso, dirigente scolastico del CPIA Napoli Città 2. «In un momento in cui la scuola tutta è messa alla prova della didattica a distanza, ai docenti in carcere si è richiesto uno sforzo in più: quello di uscire da schemi consolidati e routinari, da dispositivi di insegnamento e apprendimento rigidi per progettare attività che potessero meglio promuovere le potenzialità dei soggetti reclusi».

Uno sforzo di cui beneficiano anche alcuni stranieri. «Grazie al supporto e all’attenzione costanti del direttore generale dell’ufficio scolastico regionale per la Campania, dott.ssa Luisa Franzese, al termine di questo anno scolastico gli studenti stranieri potranno conseguire il certificato di conoscenza della lingua italiana al livello A2, due classi di primo periodo didattico conseguiranno il titolo finale di scuola secondaria di primo grado e una classe di secondo periodo didattico conseguirà la certificazione delle competenze per il passaggio all’ultimo periodo didattico presso la scuola superiore» sottolinea la Luiso.

Grazie alla scuola si guarda oltre le mura del carcere. «Quello che emerge in questa esperienza - evidenzia la preside del CPIA Napoli Città 2 - è la consapevolezza profonda del ruolo importantissimo che il docente, come cittadino del mondo-di-fuori, gioca in questa fase dentro la struttura carcere: è l'unico soggetto esterno che entra in relazione con loro. Questa specificità determina quel momento in videoconferenza come una potenziale agorà democratica dove ciascuno può sperimentare il meglio di ciò che si è o si vorrebbe essere».
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