Un presidio fisso nelle zone più calde della movida oppure un passaggio delle pattuglie fino alle 23 per accertarsi non solo che non ci siano assembramenti, ma anche che i locali chiudano, come da ordinanza sono le richieste contenute nell'esposto che il Comitato per la quiete pubblica e la vivibilità cittadina di Napoli ha inviato a Prefettura e Questura, Polizia municipale e Regione Campania.
Nell'esposto, il Comitato indica le zone prese d'assalto dai ragazzi nel primo venerdì di apertura dopo i mesi di lockdown. Molti sono rimasti in strada ben oltre l'orario di chiusura dei bar, come previsto dall'ordinanza regionale. Anche nella vicina piazzetta Nilo si ripete lo stesso copione di San Domenico, nel luogo in cui, di recente sono stati aggrediti due fotoreporter del Mattino, Sergio Siano e Alessandro Garofalo, al quale è stato negato l'accesso in due locali, e una troupe della Rai. Ed è sempre la stessa pagina che denuncia situazioni simili anche in altre zone della città. È il caso di via Aniello Falcone, ritratta in uno scatto postato, oggi dal Comitato, invasa di bottiglie vuote lasciate sul parapetto della strada dopo la notte appena trascorsa. Non fa eccezione il quartiere Vomero, con i ragazzi che hanno affollato via Kerbaker, e via Coroglio, nel quartiere Bagnoli, dove le discoteche non hanno ancora ripreso le attività, ma ci sono in ogni caso bar che sono punto di ritrovo dei ragazzi. «Non è solo una questione di movida - conclude Esposito - ma anche di sanità pubblica, in questo momento nel quale bisogna essere ancora molto attenti».