Crisanti contro la collega Russo: «Il piano tamponi una baggianata». La replica: «Lui voleva farli solo ai cinesi»

La Russo e Crisanti
La Russo e Crisanti
Sabato 23 Maggio 2020, 12:59 - Ultimo agg. 17:51
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PADOVA - «Se la dottoressa Russo aveva un piano sui tamponi, deve spiegare perché l'8 febbraio il suo ufficio mi ha intimato di non fare più i tamponi a chi tornava dalla Cina. Dire che aveva un piano è una baggianata. Vogliamo prendere in giro tutti?» ha detto Andrea Crisanti, direttore del laboratorio di Microbiologia di Padova, riferendosi a Francesca Russo, capo del dipartimento di prevenzione della Regione Veneto.

Crisanti assicura di non avere interessi politici e spera che la collaborazione tra enti continui riservando, però, i meriti a chi se li è guadagnati sul campo. La dimostrazione? I report scientifici che si scriveranno sulla situazione. «La dottoressa Russo non scriverà nessun report scientifico, perché non ha nessun dato in mano». 

«L'Azienda Zero ha emesso un comunicato sui contagi zero in Veneto, io sono intervenuto e il mio commento è stato strumentalizzato» ha poi detto lo stesso Crisanti «Ho solo detto che era la prima volta dopo 100 giorni È chiaro che il dato non è stabile, non sono uno sconsiderato, non capisco le ragioni delle polemiche e perché vengono dati meriti a persone che non ne hanno».

LA REPLICA 
«Crisanti ha dichiarato di voler fare tamponi ai cinesi attraverso la stampa, non ha mai fatto una richiesta formale» ha replicato a stretto giro Francesca Russo «La notizia l'abbiamo appresa l'11 febbraio da una dichiarazione di Crisanti ai giornali e scrissi io una lettera con Mantoan (direttore Sanità del Veneto, ndr) per chiedere a Crisanti se ci fossero indicazioni ulteriori di cui era in possesso o se era interessato a presentare un progetto di ricerca». 

IL GOVERNATORE 
«Premesso che Crisanti è una colonna portante della sanità veneta e ha un grande merito di aver ottimizzato il lavoro del laboratorio che gli compete, nell'analisi del virus, dico che la dottoressa Russo ha per legge l'obbligo e il dovere di redigere i piani di sanità pubblica» ha cercato di placare gli animi Luca Zaia «Qualsiasi sanitario può esprimere le sue considerazioni», ha aggiunto. «Sarà il mio ruolo mettere a posto i cocci di un'ulteriore polemica, ma le polemiche non servono».

Il piano di «doppi» tamponi a Vò Euganeo, svolto dall'equipe del prof. Andrea Crisanti, «è una nobilissima attività scientifica» ma «non c'entra nulla con il Piano sanitario del Veneto» per l'emergenza Covid-19 ha poi  puntualizzato il presidente. «Si confonde lo studio  cioè la materia scientifica, di Vò, che arriva a fine quarantena, e Crisanti ha avuto una bella intuizione, con il Piano di sanità pubblica del Veneto. Non c'entra niente. Il professor Crisanti mi ha chiamato e mi ha detto 'Lei ha fatto una bella scelta, è l'unica realtà al mondo che ha il tamponamento di tutti i cittadini all'inizio della quarantena, io ne approfitterei per metterci sopra una pubblicazione scientifica facendo i tamponi alla finè. Ma non c'entra nulla con il Piano di tutte le attività del Veneto. È una nobilissima attività di ricerca scientifica. Punto».

Secondo quanto riferito dalla direttrice del Dipartimento Prevenzione, Francesca Russo, «il 3 marzo abbiamo avuto un incontro con Crisanti presso l'assessorato, dove ci ha presentato un progetto per fare i tamponi alla comunità di Vò prima che finisse la chiusura del Comune.
Tutto è costato 150 milioni di euro, messi a disposizione con delibera di Giunta».
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