Morto Dabadie, paroliere di Dalida e autore di film di Gene Wilder e Truffaut

Jean-Loup Dabadie e sua moglie Veronique Bachet
Jean-Loup Dabadie e sua moglie Veronique Bachet
Domenica 24 Maggio 2020, 20:10 - Ultimo agg. 20:56
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Lutto nel mondo della cultura e dello spettacolo francese. Lo scrittore, sceneggiatore, giornalista e paroliere francese Jean-Loup Dabadie, autore di una quarantina di sceneggiature di film e oltre 300 canzoni, primo rappresentante del mondo dello spettacolo a diventare «Immortale di Francia» con la sua elezione nel 2008 all'Académie française, è morto oggi all'ospedale della
Pitié-Salpêtrière di Parigi all'età di 81 anni. L'annuncio della scomparsa è stato dato dal suo agente Bertrand de Labbey, precisando che non è deceduto per il coronavirus.

Sceneggiatore famoso a livello internazionale, Dabadie ha scritto commedie per il cinema di grande successo come "La signora in rosso" (1984) di Gene Wilder, reso celebre dall'interpretazione della bellissima Kelly LeBrock, "Mica scema la ragazza!" (1972) di François Truffaut, "Discesa all'inferno» (1986) di Francis Girod.

Paroliere prolifico, Jean-Loup Dabadie ha scritto centinaia di testi per più di una generazione di cantanti francesi, tra i quali Serge Reggiani ("L'Italien"), Yves Montand, Dalida ("Le clan des Siciliens"), Jacques Dutronc, Sylvie Vartan, Michel Polnareff ("Tous les bateaux, tous les oiseaux"; "On ira tous au paradis"; "Lettre à France") e Julien Clerc ("Ma preference"; "Femmes, je vous aime").

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L'elezione di Dabadie nell'aprile del 2008 sotto la Cupola dell'Académie française, la secolare istituzione fondata nel 1635 dal cardinale Richelieu, fece storcere il naso a qualche purista delle lettere, tanto da apostrofare: «un saltibanco è arrivato all'Accademia!». Dabadie andò a occupare lo scranno numero 19,
sostituendo lo scomparso scrittore Pierre Moinot, uomo dedito completamente alle lettere e appartato, niente a che fare con la vita mondana amata dall'allora neo accademico. E all'Academie Française Dabadie ritrovò la sua professoressa di greco alla Sorbona, Jacqueline de Romilly. La sua elezione segnò un cambio di passo storico. Basti pensare che gli accademici nel 1983 avevano bocciato la candidatura di Charles Trenet, autore e interprete di memorabili canzoni quali "Que reste-t-il de nos amours" e "Douce France", perché non ritenuta
consona alla storia accademica.

Nato a Parigi il 27 settembre 1938, Dabadie passa la sua infanzia a Grenoble. Nel 1957, a soli 19 anni, pubblica il suo primo romanzo, "Les yeux secs"; nel 1958 segue "Les Dieux du foyer". La sua carriera
si svolgerà poi in varie direzioni: sarà giornalista, sceneggiatore, autore di sketch e commedie, infine paroliere per i più famosi cantanti. Le sue collaborazioni teatrali, cinematografiche e musicali sono innumerevoli.

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Per il teatro e il cinema ha lavorato tra gli altri con Jean-Christophe Averty, Guy Bedos, Sophie Daumier. Ha scritto canzoni per Marcel Aumont, Petula Clark, Barbara, Sacha Distel, Jean Gabin, Juliette Gréco, Johnny Hallyday, Marie Laforet, Mireille Mathieu, Nana Mouskouri e Michel Sardou.

Numerosi anche i riconoscimenti ricevuti da Dabadie, a partire dalla Legion d'onore, passando per il titolo di Commendatore dell'Ordine delle Lettere e delle Arti fino alla nomina ad Ufficiale dell'Ordine nazionale al merito della Repubblica francese. Nel 1980 gli venne assegnato il Premio Flaiano per la sceneggiatura per il complesso della sua produzione.
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