Coronavirus, Cina «piglia tutto»: Hong Kong soffoca e l’Europa tace

Coronavirus, Cina «piglia tutto»: Hong Kong soffoca e l’Europa tace
di Luca Marfé
Mercoledì 27 Maggio 2020, 09:48 - Ultimo agg. 10:44
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La domanda è questa: perché adesso?
La risposta è semplice: perché il mondo è distratto e debole.

Una nuova legge draconiana sulla sicurezza nazionale con cui la Cina autorizza se stessa a schierare l’esercito per le strade di Hong Kong.

Una vecchia maniera odiosa per soffocare le proteste, per reprimere qualsiasi smania di emancipazione, per arginare il futuro della democrazia.


Una stretta feroce in un momento che è tutto fuorché casuale.

Con la Comunità Internazionale schiacciata nella morsa del coronavirus e con la Cina che, proprio in quanto epicentro del caos pandemia, paradossalmente ne è già fuori in una straordinaria (spaventosa?) fase di forza.

Pechino ha tutto.

Tanto per cominciare, ha tra le mani le redini dell’economia globale.
È sufficiente guardare a occidente per capire quali leve è in grado di muovere.

Trump e gli Stati Uniti vorrebbero alzare la voce, ma il loro debito pubblico riposa nelle casseforti di Xi Jinping e dei suoi. Senza contare un interscambio sì flagellato dai dazi, ma pur sempre vitale per le imprese americane.


Non solo Usa, peraltro.

Le minacce del dragone arrivano fino in Australia, con il governo di Canberra ritenuto colpevole di aver richiesto con irruenza all’Organizzazione Mondiale della Sanità un’inchiesta indipendente sulle responsabilità cinesi nella diffusione del virus.
Risultato?
Boicottare l’export australiano, affossandone così ancor di più una recessione già di per sé drammatica.


E non solo economia perché la Cina nel frattempo non esita a puntellare il suo impero e anzi avanza.
Schierando neanche troppo silenziosamente alcune migliaia di soldati lungo l’indefinito confine himalaiano con l’India e agitando le acque del Mare del Sud con una presenza sempre più marcata e sempre più interessata alle longitudini del Vietnam e ai giacimenti petroliferi della Malesia.

Un vero e proprio disegno, insomma.
Un progetto ambizioso che vede in Hong Kong uno dei suoi momenti al tempo stesso più simbolici e più allarmanti.

Con l’ex colonia britannica che grida come i ragazzi in strada che vengono picchiati, arrestati e imbavagliati nel silenzio surreale di un’Unione Europea incapace di spendere anche soltanto una parola sola.



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