Amministratori locali sotto tiro
l'Irpinia nella top ten in Italia

Amministratori locali sotto tiro l'Irpinia nella top ten in Italia
di Gianluca Galasso
Martedì 23 Giugno 2020, 08:19 - Ultimo agg. 18:21
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Minacce e violenze nei confronti degli amministratori locali, l'Irpinia fa peggio della provincia di Caserta. E con quindici episodi registrati lo scorso anno quattro in più del 2018 - si piazza al decimo posto in Italia e sul terzo gradino del podio in Campania. La regione si conferma per la terza volta consecutiva il territorio italiano maggiormente interessato da tali fenomeni: sono 92 gli atti intimidatori nel 2019. Dati choc che vengono fuori dal rapporto elaborato dall'associazione Avviso Pubblico. Il dossier, presentato ieri, si chiama Amministratori sotto tiro. Dice che nel triennio 2017-2019 sono stati censiti nelle realtà campane 271 casi: un'inquietante media di una minaccia ogni quattro giorni. Le intimidazioni, dunque, crescono nella provincia di Avellino. Il rapporto le ricorda tutte.

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Era il 7 marzo quando una donna seminò il panico all'interno del palazzo municipale del capoluogo, brandendo un martello. Una volta giunta all'interno della casa comunale, salì al secondo piano per raggiungere il settore Servizi Sociali. Qui, minacciò un assistente sociale. Il 16 aprile, invece, due sconosciuti picchiarono a Sant'Angelo a Scala il padre del sindaco Carmine De Fazio. Dieci giorni dopo, a Montoro, venne danneggiata la vetrata di un immobile di proprietà dell'allora presidente del consiglio comunale Carmela Diana, candidata alle elezioni amministrative. Nel successivo mese di maggio tre gli episodi che riporta il dossier. Era il 2 maggio quando un proiettile inesploso fu ritrovato in pieno centro, a poca distanza dall'abitazione dell'ex sindaco di Avellino, Paolo Foti, che aveva subito una serie di intimidazioni quando guidava il governo cittadino. L'11 maggio gesto intimidatorio rivolto al candidato sindaco dell'epoca, attuale fascia tricolore di Moschiano, Claudio Rosario Addeo. Una busta con proiettili venne lasciata sull'auto. Nel messaggio c'era scritto: Stai attento, morirai, cancella tutto e ritirati. Altri candidati hanno segnalato di aver ricevuto minacce, qualcuno si è ritrovato con le gomme della vettura squarciate. Ancora il capoluogo, era il 14 maggio. Nel mirino il comandante della Polizia Municipale, Michele Arvonio. Al primo sfratto, verrai sfrattato anche tu, il testo della lettera di minaccia con proiettile, indirizzata al colonnello dei caschi bianchi. Chiaro il riferimento al piano sfratti degli abusivi dagli alloggi popolari elaborato da Arvonio. A Casalbore, nella notte tra il 25 e il 26 settembre divampò un incendio di origine dolosa nello studio professionale di proprietà del consigliere comunale, Paolo Gambarota. Poi il 27 settembre l'aggressione di cui rimase vittima l'assessore del Comune di Avellino, Giuseppe Giacobbe. Venne raggiunto sotto casa a Torrette di Mercogliano. Uno dei due presunti autori è stato rinviato a giudizio. Di nuovo Montoro il 10 ottobre con l'intimidazione ai danni dell'ex sindaco e attuale consigliere comunale, Mario Bianchino. Ritrovati sulla sua auto le foto della sorella e di un impiegato comunale, entrambi deceduti. Il 23 ottobre minacce al sindaco di Lauro, Antonio Bossone. Ad innescare l'episodio l'ospitalità concessa alla pro loco per una sagra dedicata alla castagna. Giorno di Santo Stefano amaro per il primo cittadino di Calabritto, Gelsomino Centanni. Bruciata dalle fiamme appiccate da qualcuno un'auto di sua proprietà. L'Irpinia, dunque, è decima in Italia per il numero di casi. Il territorio più colpito è quello napoletano con 41, seppur in calo del 13% rispetto al 2018. Seguono le province di Roma (24 casi), Cosenza (22), Foggia (21), Palermo e Torino (18), Salerno e Lecce (17), Milano (16) e, appunto, Avellino con 15.

Secondo lo studio di Avviso Pubblico, durante i mesi delle elezioni amministrative il fenomeno è esploso con un aumento importante degli episodi. In totale sono 559 gli atti intimidatori rilevati nel 2019, uno ogni 15 ore. Ben 83 le Province coinvolte oltre il 75% del territorio nazionale - e 336 i Comuni colpiti, il dato più alto mai avuto. Le aggressioni e gli incendi rappresentano le due principali tipologie di intimidazione messe in atto nei confronti degli amministratori (18,6% del totale).

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