ROMA - Il coronavirus torna a fare paura dopo una breve tregua. Crescono nuovamente i casi in Europa dove tornano le zone rosse, ma la situazione inizia a farsi calda anche in Italia dove si sono riaccesi dei focolai di covid. In alcune regioni si stanno registrando situazioni critiche e l'Istituto della Sanità invita alla prudenza per evitare che si possa verificare la stessa situazione che stanno vivendo altri paesi con la seconda ondata del virus.
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Rivolta a #Mondragone, i cittadini #circondano il #Comune: “Via i rom o ci pensiamo noi: li dovete #manganellare! Perché vi siete fatti prendere in giro tutti questi anni?". E hanno circondato la sede municipale (Vox) pic.twitter.com/8kFxgzgPvc
— Giank-deR 🇮🇹 (@GiancarloDeRisi) June 26, 2020
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L'epidemia in Italia non si è conclusa e l'abbassamento dei ricoveri e del numero dei contagi non deve far abbassare anche la guardia dei cittadini. Nuovi focolai si sono accesi, se in un primo momento ospedali ed Rsa sembravano essere i luoghi più a rischio ora sono gli uffici e i posti di lavoro a preoccupare. I contagi che si stanno registrando in questi giorni sono relativi al periodo che va dal 18 maggio a 1 giugno, quando quindi c'è stata una prima apertura, ma non ancora tra le varie regioni.
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Dal report del ministero e dell’Iss emerge anche che persiste l’assenza di segnali di sovraccarico dei servizi assistenziali e che i casi sono in aumento rispetto alle settimane precedenti, ma sebbene la cautela deve continuare ad esserci non sembrano essere ancora dati preoccupanti. In Italia l'indice di contagio resta sotto lo zero, solo nel Lazio, a causa del focolaio del San Raffaele, è sopra l'1. In Lombardia, invece, l’indice è 0,82, in miglioramento (lieve) rispetto alla scorsa settimana. In Veneto l’indice è 0,69, in Sicilia 0,72, in Toscana 0,74. Livelli più bassi in altre Regioni come Marche (0,59), Abruzzo (0,57) e Piemonte (0,56). Livelli bassissimi in Basilicata (dove però sale a 0,1), Umbria, Sardegna e Calabria, al di sotto dello 0,1.
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Mondragone, Palmi, Bologna, ma non solo. I focolai di COVID-19 in Italia sarebbero almeno 10. Le fonti di questa stima non sono gli opinabili (in tema di fake news, ovviamente) social, ma i massimi esponenti del nostro sistema sanitario nazionale.https://t.co/DKUyzI0JHo
— Emergency Live (@emergency_live) June 26, 2020
Attualmente i focolai presenti in Italia sono dieci: quello di Mondragone (Caserta) dove sono stati messi in quarantena i residenti dei Palazzi ex Cirio (30 positivi); Palmi (Reggio Calabria) dove ci sono 8 positivi; Bologna dove in un’azienda si sono riscontrati 14 positivi e in un’attività commerciale 12 positivi; Montecchio (Reggio Emilia), con un focolaio in due famiglie con legami parentali per un totale di positivi; Bolzano, con un focolaio familiare con 11 positivi; Como, dove in una casa di accoglienza per persone bisognose sono stati trovati 7 positivi; Province di Prato e Pistoia con 19 positivi; Porto Empedocle (Agrigento), con un focolaio nella nave dei migranti portati dalla Sea Watch per un totale di 28 positivi; Alessandria, in una casa di riposo con 13 positivi; Roma, in un istituto religioso con 4 positivi, oltre ai focolai della Garbatella e dell’ospedale San Raffaele Pisana.
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I contagi però non vanno sottovalutati, come afferma lo stesso Crisanti, che ribadisce la rapidità con cui si diffonde il virus, motivo per cui la chiusura deve essere tempestiva per evitare il dramma della prima ondata. Il rischio di nuovi lockdown dunque non è remoto e per questo gli esperti invitano i cittadini a non rilassarsi troppo e a continuare ad usare mascherine e seguire le norme di distanziamento sociale.
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