Vega, un altro rinvio per il lancio del missile italiano: meteo sfavorevole, domani il nuovo tentativo

Vega, il razzo italiano pronto al lancio con la missione dei record: in orbita con 53 satelliti Segui diretta tv dalle 3.30
Vega, il razzo italiano pronto al lancio con la missione dei record: in orbita con 53 satelliti Segui diretta tv dalle 3.30
di Paolo Ricci Bitti
Sabato 27 Giugno 2020, 23:49 - Ultimo agg. 15 Febbraio, 08:21
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Vega, il missile italiano, era di nuovo pronto al lancio quando è arrivato il terzo stop in 10 giorni per colpa della situazione meteo non favorevole. Il conto alla rovescia è stato sospeso con il nuovo tentativo fissato alla stessa ora, le 3.51, di lunedì 29 giugno.

Al momento previsto per il lancio sulo spazioporto di Kourou, dove l'orolologio è indietro di 5 ore ore rispetto all'Italia, si alternavano rovesci a schiarite con vento debole e la solita umidità tropicale del 90%, ma, come per i count down delle ultime settimane, a preoccupare i tecnici di Avio e di Arianespace sono stati i venti forti in alta quota rilevati anche attraverso il lancio di un pallone sonda liberato nell'ultima fase del conto alla rovescia.

E' chiaro che, dopo il fallimento della 15a missione seguita al record del successo dei primi 14 lanci , si vogliono limitare al massimo i rischi che qualcosa possa andare storto, si cerca insomma la situazione meteo perfetta:  non resta quindi che attendere altre 24 ore.


La vigilia
In centinaia trattengono il respiro nel caldo soffocante della notte nella giungla amazzonica della Guyana Francese che circonda lo spazioporto di Kourou da dove alle 3.51 di lunedì 28 giugno decollerà il razzo italiano Vega. E allo stesso modo trattengono il respiro in migliaia nell'afa di Colleferro, 80 chilometri a sud Roma, dove nello stabilimento fantascientifico dell'Avio è stato costruito il razzo che rappresenta la via autonoma, e per di più a prezzi assai concorrenziali, dell'Italia allo spazio.

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Dita incrociate anche alla Leonardo, che partecipa al 28 per cento all'azienda quotata in Borsa e affidata all'a.d. Giulio Ranzo. Il fatto è che Vega, che ha radici negli ultimi anni 80 (Gianni Agnelli lo chiamava la 500 dei cieli ed è un enorme complimento) e vanta la benedizione del pioniere italiano dello spazio Luigi Broglio,  ci aveva abituato bene infilando un record dopo l'altro dal 2012 in poi. 




Nella storia della missilistica nessun razzo aveva mai effettuato le prime 14 missioni senza un intoppo, un errore, un disastro. Invece Vega era stato perfetto 14 volte su 14. Nemmeno un sbavatura: "nominale", come dicono i tecnici, dal primo all'ultimo secondo di tutte quelle missioni, iniziate sempre schizzando fra le nuvole con un'agilità senza uguali.

E il suo portafogli, gestito da Arianespace per conto dell'Agenzia spaziale europea e dell'Agenzia spaziale italiana, si gonfiava di commesse perché senza satelliti non possiamo più vivere e progredire.

 

 





Nel luglio scorso, però, alla 15a missione, un guasto al motore del secondo stadio - come ha stabilito una commissione indipendente - ha causato il fallimento del lancio dopo due minuti dal decollo: addio al satellite Falcon Eye degli Emirati Arabi, addio record - invero un po' mistico - di infallibilità. Quello che colpisce, in questi mesi in cui gli 800 tecnici di Avio hanno rivoltato come un calzino ogni componente di Vega, è che la fiducia nel missile lanciatore italiano non è calata, anzi, le commesse sono fioccate ancora. Di più, c'è da correre verso le prossime versioni più potenti (Vega C e Vega E) del razzo la cui prima e attuale versione è alta 30 metri ed è in grado di portare in orbita, in più orbite, un carico utile di una tonnellata e mezza. 




Però immaginatevi la tensione in tutto il gruppo di Avio in queste ore che precedono il lancio per di più slittato di tre mesi per colpa della pandemia di Coronavirus che ha imposto anche due settimane di rigida quarantena a Kourou, sorvegliata dai massicci soldati della legione straniera perché la Guyana è un territorio d'altremare, ai settanta specialisti partiti il mese scorso da Colleferro.  

E poi ci si è messo anche il vento in quota a rosicchiare altri 10 giorni di ritardo. Ieri però è ripreso il conto alla rovescia per Vega che porterà per la prima volta in orbita diverse 53 satelliti diventando così «uno strumento a supporto della new space economy», ha detto il presidente dell'Agenzia Spaziale Italiana (Asi), Giorgio Saccoccia.

È una rivoluzione che promette di rendere lo spazio accessibile a università e piccole e medie imprese e di rendere quello dei mini satelliti un nuovo mercato interessante e «nel quale - ha detto Saccoccia - l'Italia è pronta a investire».

È lunghissima l'attesa per questo lancio, inizialmente previsto il 19 giugno ma finmora sempre cancellato dai venti in alta quota che hanno costretto per tre volte al rinvio Arianespace, la società che gestisce i lanci a Kourou.

E' pronto tuttavia a debuttare il sistema Ssms (Small Spacecraft Mission Service) una sorta di dispenser che permette di mandare in orbita contemporaneamente un grande numero di piccoli satelliti dal peso variabile fra uno e 500 chilogrammi.

Dei 13 Paesi che hanno affidato a Vega i loro mini satelliti, otto sono europei e fra questi c'è anche l'Italia. Con Israele il nostro Paese porta in orbita gli esperimenti Argtm, dell'Università Federico II di Napoli, che studierà gli effetti della microgravità sulla resistenza dei batteri agli antibiotici; Mambo, dell'Università di Roma Tre, per valutare il rilascio dei farmaci nell'organismo in condizioni di microgravità; Spacelys, dell'Università di Bologna, per valutare gli effetti della microgravità su una proteina legata al sistema immunitario; Nogquad, dell'Università di Tor Vergata, per lo studio dell'espressione dei geni e la comparsa di malattie, come sclerosi laterale amiotrofica o la sindrome dell'X fragile.

«Grazie alla capacità di portare carichi di diversa grandezza, Vega è un lanciatore nato con una notevole dote di flessibilità, ma con il sistema Ssms ora può aumentare la quantità di satelliti che è possibile lanciare su orbite diverse», ha detto Saccoccia. «Proprio nel momento in cui sta cambiando la richiesta di satelliti da consegnare nello spazio, Vega diventa uno strumento a supporto della new space economy, una nuova opportunità».

Un'occasione che l'Italia è pronta a cogliere: «abbiamo iniziative in cui pubblico e provato lavorano insieme e vogliamo sempre più incentivare lo sviluppo di piccoli e nano satelliti, che Vega - ha proseguito - farà volare, anche in riferimento a programmi di alto contenuto innovativo sia nazionali sia dell'Esa».
L'Italia, con la sua rete di piccole e medie imprese, «è in grado di costruire piccoli satelliti» ed è pronta a partecipare a questo cambiamento con «l'intera filiera, che va dallo sviluppo all'utilizzo. Vogliamo favorire - ha concluso il presidente dell'Asi - questo nuovo capitolo dell'accesso allo spazio».

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