Scuola, a Napoli è caccia a più spazi: edifici occupati nel mirino

Scuola, a Napoli è caccia a più spazi: edifici occupati nel mirino
di Mariagiovanna Capone
Lunedì 29 Giugno 2020, 23:00 - Ultimo agg. 30 Giugno, 13:11
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Il ministro dell’Istruzione Lucia Azzolina, dopo il via libera al Piano Scuola per il rientro in classe a settembre, ha sottolineato che c’è un «15 per cento della popolazione scolastica» senza aule per via del distanziamento previsto dal Cts. Tenuto conto che a Napoli gli studenti di ogni ordine e grado sono in totale 144.460, resterebbero senza aula ben 21.669 per i quali trovare gli spazi è fondamentale per una ripresa della Didattica in presenza per tutti. La principale problematica è quella dell’edilizia scolastica, poiché molte scuole sono in edifici storici dove non è possibile intervenire per ampliare gli spazi, magari anche esistenti, per vincoli della soprintendenza, o vanno riattivate uscite in disuso da anni e permettere così gli ingressi scaglionati. Se per conformazione le scuole superiori di secondo grado stanno messi benino, questa sarà una settimana decisiva per la scuola del primo ciclo a Napoli. Gruppi di lavoro e taskforce coi dirigenti scolastici coordinati dall’assessore comunale Annamaria Palmieri sono impegnati in queste ore per individuare problematiche, priorità e urgenze, per poter attivarsi e risolverle in tempi brevi. Nel frattempo, studenti e famiglie del liceo «Caccioppoli» hanno manifestato contro gli smembramenti delle classi con numero di studenti basso, «un paradosso rispetto alle richieste contenute del Piano scuola».

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L’esempio di «una scuola in appartamento a Scampia» riportato dal ministro Azzolina, come abbiamo saputo poche ore dopo, è errato nella localizzazione geografica ma non nella sostanza. Purtroppo esistono ancora molte scuole dell’infanzia che hanno sedi in appartamenti, così come perfino scuole primarie e secondarie di primo grado. Accade all’Istituto Comprensivo «Baracca-Vittorio Emanuele» di vico Tiratoio, dove da oltre un anno non c’è più la custode che viveva in un appartamento con cui condivideva l’ingresso, ma c’è ancora una scala in disuso. «Il lockdown ha fermato il cantiere, riaperto da un mese circa, e spero che si faccia in tempo per settembre. Ma si tratta comunque di lavori molto impegnativi» spiega la dirigente Sara Pica. Qui il doppio ingresso permetterà gli ingressi scaglionati «ma il problema ce l’ho al plesso dell’infanzia Principessa Mafalda in via Nicotera: un appartamento vero e proprio con solo un ingresso. Dovremmo capire come fare». Complicazione simile al plesso Oberdan di via dei Carrozzieri a Monteoliveto del 12° circolo didattico «Foscolo-Oberdan» che ospita infanzia e primaria. «Resta il punto cruciale – conclude Sica – che è quello dell’organico: se dimezzo la classe per il distanziamento, devo avere il doppio del personale docente e ausiliario». 
 


Nei prossimi giorni la task force in assessorato chiarirà le esigenze sia di spazi, che di arredi come i banchetti singoli, problema che nelle scuole superiori non dovrebbe esserci per acquisti già fatti da Città Metropolitana. Reperire spazi alternativi limitrofi alle scuole potrebbe essere una soluzione e il presidente della seconda Municipalità Francesco Chirico, dove insiste il maggior numero di plessi in edifici storici, propone di usare gli spazi occupati: «Scugnizzo liberato e ex Opg potrebbero essere di grande aiuto in questa situazione emergenziale. In alternativa anche l’ex anagrafe di piazza Dante e l’ex Ospedale militare hanno molto spazio libero e aiutare i dirigenti in difficoltà: noi potremmo organizzarci con il servizio pulmini per portare gli alunni a destinazione». Chirico si dichiara «molto preoccupato perché le scuole del Centro storico sono quasi tutte in palazzi storici e vincolati dalla soprintendenza, sarà quindi difficile aiutare i dirigenti anche in piccoli interventi per rimodulare gli spazi. In alcuni casi sarà un problema perfino gestire ingressi e uscite, per questo occorrerà avvalersi di spazi alternativi». Spazi che eventualmente potrebbero essere utilizzati anche dai servizi comunali Welfare, poiché ci sono molti istituti scolastici che hanno affidato in comodato d’uso le loro aule ai Servizi per l’infanzia e per l’adolescenza, che per le sopraggiunte esigenze potrebbero voler riprendersi. «Non ho avuto ancora segnalazioni a riguardo» spiega l’assessore competente, Monica Buonanno. «Ma nel caso sopraggiungessero, affronteremo il problema per non arrecare nessun disagio ai fruitori di questo servizio così importante con noi, in collaborazione con l’assessore Palmieri».

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