Pino Daniele. Il mascalzone latino, le sue donne e quei contrasti fra le famiglie

Pino Daniele. Il mascalzone latino, le sue donne e quei contrasti fra le famiglie
di Federico Vacalebre
Mercoledì 7 Gennaio 2015, 08:18 - Ultimo agg. 8 Gennaio, 12:20
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Abbiamo tutti un blues da piangere, abbiamo tutti un Pino Daniele da rimpiangere. Ma per la famiglie, per le sue famiglie, è davvero tutta n'ata storia. Intorno al feretro, ieri mattina, nella piccola morgue del Sant'Eugenio, a Roma, si riuniscono i mondi del mascalzone latino. Le sue donne: la prima moglie Dorina Giangrande, la seconda Fabiola Sciarrabasi, l'ultima compagna Amanda Bonini. I suoi figli: Alessandro, che gli faceva da personal manager, e Cristina, nati dalle prime nozze; Sara, 18 anni Sofia, 13, mancava il piccolo Francesco, solo otto anni. I suoi fratelli, tutti cardiopatici come lui: Nello, reduce da un'operazione di by-pass e compagno d'arte, e Salvatore. Carmine, che aspetta un trapianto di cuore, non ce l'aveva fatta a restare, il giorno primo davanti al feretro si era sentito male, era dovuto tornare a casa.

Tutti insieme così non gli è mai capitato di trovarsi, l'uomo in blues li ha riuniti nel più drammatico dei modi, ma per loro è difficile. Perché è difficile accettare che il proprio padre, marito, compagno, fratello non c'è più. Ma anche dover dividere con altri il proprio lutto. Dover organizzare con altri la gestione di quello stesso lutto. Amanda, occhiaie profondissime, è stata l'ultima a vedere vivo il Nero a metà, lo ha accompagnato nel più tragico dei suoi viaggi, forse si sente colpevole di non aver lottato contro la sua ostinazione convincendolo a rinunciare a tornare a Roma, optando per il pronto soccorso più vicino.

O, più semplicemente, non riesce ad accettare che Pino non ci sia più. Succede a noi, figurarsi a lei. Resta vicino al feretro, immobile, anche quando gli altri familiari, i figli, o Fabiola che ha subito la separazione, peraltro mai ufficializzata, vorrebbero un momento di privacy. È difficile per le due donne non guardarsi in tralice, non scambiarsi qualche parola smozzicata di reciproca diffidenza. Dorina resta più defilata: il cantautore la conobbe quando era una sua corista (compare nei credits del primo, storico, lp, «Terra mia»), la sposò, costruirono insieme un nido d'amore e uno studio di registrazione a Formia, dove lei è rimasta anche dopo il divorzio.

A casa dell'amico Massimo Troisi, con cui condivideva anche la passione per le belle donne, il lazzaro fu molto felice quando incontrò la Sciabbarrasi, splendida modella ventiquattrenne. Fu subito amore e non un calesse, con tanto di nozze e nascite, prima le due bimbe, finalmente il maschietto, coccolatissimo dal papà. Lui diceva di «averle dedicato almeno una ventina di canzoni», lei di «aver provato a mettere un po' di ordine nella sua vita». Quasi vent'anni, poi la rottura, non indolore, per la coppia: «È stato uno strappo», scrisse Sara, nei giorni scorsi a Courmayeur con l'amica Aurora Ramazzotti, figlia di Eros, a cui per sorte è toccato annunciare al mondo la morte dell'amico. Strappo che ora le sembra anche più duro da digerire, forse.

Amanda, cinquantenne originaria di Viterbo, aveva trovato in Pino la passione e gli aveva ridato passione. Anche per lei è dura sentirsi sotto esame, in un cocktail di affetti, recriminazioni, forse anche legittimi calcoli economici. Il testamento è ancora top secret, tra le proprietà del musicista c'è anche la casa in Maremma dove viveva con la nuova compagna, e l'ex colonia marina per bambini sulla spiaggia della Gianella, all'Argentario, trasformata in stabilimento balneare, il Tuscan Bay.

Ma non solo le donne di Pino si sentono a disagio, non solo i figli, soprattutto Alessandro, che vivendo a stretto contatto con il padre per motivi di lavoro è doppiamente distrutto, anche i suoi fratelli vivono l'attimo già tragico con ulteriore sofferenza. Nello è distrutto, vorrebbe almeno non sentir parlare più delle polemiche sui funerali. Salvatore è come sempre il più battagliero e polemico, Carmine, da Napoli, detto «'o Gio'», dice di parlare anche a nome suo, e delle sorelle Patrizia e Rosaria: «Non andremo ai funerali al Divino Amore, anche per protesta contro le decisioni della famiglia romana. I figli hanno tutti i diritti di scegliere dove dire addio al padre, dove seppellirlo, ma anche noi siamo la sua famiglia e tutta Napoli è la sua famiglia ed ha diritto di salutarlo come merita, non si può accontentare delle sue ceneri. Si può fare un secondo funerale? Lo si faccia».

Poi Carmine abbassa i toni, ma le dichiarazioni scuotono la «famiglia romana» e anche Ferdinando Salzano, manager del cantachitarrista che ha l'improbo compito di organizzare al meglio le esequie. Inizia una trattativa, Gigi D'Alessio cerca di comporre le fratture, ridurre le distanze, mettere tutti nella migliore condizione di spirito. Obiettivo, un secondo rito funebre nel pomeriggio, a Santa Chiara.

Intanto, la mediatizzazione dell'evento, coinvolge tutti i parenti, trasforma in protagonista anche Loredana Daniele, figlia di Carmine. La giovane cantante ha sentito troppe chiacchiere, troppi discorsi spesso vuoti sull'amore-odio dello zio per la sua città, qualcuno vorrebbe spiegare la scelta delle esequie romane come una sua presa di distanza da una Napoli in cui, invece, stava tornando sempre più spesso: «Pino aveva con la città un rapporto critico, per come è amministrata, come d'altra parte tutti noi che ci viviamo, ma se è andato via è solo perché per chi fa musica, arte, spettacolo, altrove ci sono più opportunità. Succede anche in America, se non vivi a New York o a Los Angeles, in Inghilterra se non nasci a Londra».

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