Napoli. Tagli allo stipendio per tenere in vita la fabbrica Algida

Napoli. Tagli allo stipendio per tenere in vita la fabbrica Algida
di ​Pino Neri
Mercoledì 14 Ottobre 2015, 08:38 - Ultimo agg. 13:13
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Caivano. Accettare il taglio dello stipendio per circa 250 euro, la drastica riduzione delle pause e le ferie da smaltire solo in autunno pur di salvare il posto di lavoro: una scelta obbligata che in Campania è diventato lo specchio di una crisi in apparenza senza sbocchi.



Il drammatico prendere o lasciare stava caratterizzando le vertenze della grande distribuzione e ora si sta consumando anche nel settore di punta delle nostre produzioni, nell’agroalimentare, per la precisione all’Algida di Caivano, storica fabbrica del cornetto. Qui la multinazionale anglo-olandese Unilever il 17 settembre scorso ha avviato la procedura di licenziamento per 151 degli 806 dipendenti. La procedura di mobilità scadrà il 2 dicembre. Se per quella data lavoratori, sindacati e azienda non troveranno un accordo, saranno spedite in via unilaterale le lettere di estromissione forzata dal ciclo produttivo.



Ma la multinazionale mercoledi scorso ha aperto uno spiraglio. Un’apertura che prevede comunque lacrime e sangue. Durante l’ennesimo esame congiunto con i sindacati la Unilever ha infatti verbalizzato di essere «disponibile a riconsiderare il numero degli esuberi dichiarati» ma che «questa apertura sarà possibile solo se sindacati e rsu saranno a loro volta manifestamente disponibili a recepire le proposte aziendali». «L’azienda si è dichiarata disponibile a revocare i licenziamenti forzati», fanno sapere i sindacalisti Maurizio Vitiello, (Uila-Uil), Carmine Franzese (Flai-Cgil), Raffaella Buonaguro (Fai-Cisl) e Maurizio Figlioli (Ugl-Agroalimentari).



Una disponibilità che però in cambio prevede tagli draconiani. Riduzioni salariali che se attuate potrebbero determinare una riduzione media degli stipendi, in base alle stime iniziali, di circa 250 euro netti al mese. A ogni modo sindacati e azienda riprenderanno il confronto domani in fabbrica. L’esame congiunto nello stabilimento potrà durare per legge fino al 2 novembre. In caso di mancato accordo in sede aziendale si aprirà il confronto alla Regione, presso gli uffici dell’assessorato al Lavoro.



Qui ci sarà tempo fino al 2 dicembre per trovare un’intesa. Altrimenti sarà dato il via libera ai tagli occupazionali. Ecco i punti su cui vuole agire la Unilever: maggiorazioni, pause, ferie e flessibilità. L’azienda vuole portare le maggiorazioni dal 70%, rispetto alla paga oraria ordinaria, al 20% e l’indennità da lavoro notturno dal 50% al 30%. Notevole anche il ridimensionamento proposto per la pausa di riposo destinato a ogni lavoratore: da un’ora e 20 minuti a un’ora. Le vacanze estive, poi, dovranno essere considerate un lusso sorpassato.



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