Rossella, si ammala ed esaurisce le ferie: 250 colleghi le regalano le loro

Rossella Cionini (Il Tirreno)
Rossella Cionini (Il Tirreno)
Mercoledì 7 Maggio 2014, 17:27 - Ultimo agg. 9 Maggio, 08:41
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PISA - Rossella Cionini si era ammalata, ma, nonostante avesse finito i giorni di ferie, aveva la necessit di continuare a curarsi.



Così i colleghi le hanno così 'donato' le loro ferie, o meglio i giorni delle festività soppresse di cui i dipendenti, con il benestare dell'azienda, possono disporre. È accaduto nell'azienda di trasporto pubblico delle province di Pisa, Livorno e Lucca, Ctt Nord. La protagonista è Rossella Cionini, autista, e i suoi 250 colleghi, come riferisce oggi Il Tirreno.



Un caso di 'donazione' di ferie ad una collega in difficoltà, sul modello della legge Mathys approvata in Francia dopo la storia di Christophe Germain, un uomo a cui i colleghi hanno regalato le loro ferie per permettergli di assistere il figlio di 10 anni, Mathys, malato di tumore.



Rossella, dopo la malattia, è tornata al lavoro lo scorso 8 gennaio e oggi è anche candidata alle elezioni municipali di Peccioli, il paese pisano in cui vive. L'anno scorso Cionini aveva esaurito i periodi di tempo che la legge le garantiva per stare a casa a curarsi continuando a percepire lo stipendio.



Così i colleghi di Pisa, Valdera e Valdicecina si sono attivati decidendo di avviare una sorta di sottoscrizione volontaria e mettendo a disposizione un giorno dei tre a loro disposizione corrispondenti alle festività soppresse. I giorni 'donati' dai colleghi sono anche avanzati una volta che lei ha concluso la sua cura e potranno essere utilizzati in seguito da altri che ne avessero bisogno.



«Per me sono stati degli angeli custodi - ha raccontato Rossella Cionini parlando dei suoi colleghi -, sapevo che si stavano muovendo ma quando ho ricevuto la telefonata di un collega che mi informava del gesto ho cominciato a piangere».



«È uno strumento che abbiamo utilizzato - conferma Riccardo Gennari della Cisl -, si tratta delle festività soppresse che il lavoratore può anche farsi pagare. Naturalmente, l'azienda deve acconsentire a questa sorta di donazione».











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