Su Giove con il cellulare: ecco l'app di un ventenne napoletano

Su Giove con il cellulare: ecco l'app di un ventenne napoletano
di Francesca Cicatelli
Martedì 24 Luglio 2018, 22:11 - Ultimo agg. 25 Luglio, 08:50
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Se bisogna evadere tanto vale farlo su Giove. Per rispondere a colpi di scienza al desiderio di “estraniamento” dei giovani, Andrea Di Francia, poco più che ventenne, ingegnere informatico alla Apple Academy, ha sviluppato un’app per portare i pianeti in Terra attraverso il cellulare. L'applicazione si chiama PlanetARio ed è da poco approdata sull’Apple store: consente di calarsi in una realtà immersiva e vedere i pianeti del sistema solare intorno a sé attraverso la  fotocamera del cellulare grazie alla realtá aumentata. 
 


Apple Academy è davvero la nuova Silicon Valley? 
«Piú che la Silicon Valley la definirei l'App Valley dato che negli ultimi mesi per l'ultima challenge sono state sviluppate se non erro 53 ottime applicazioni di cui sicuramente sentiremo parlare».


Perché proprio un’app sui pianeti? 
«Ho sviluppato PlanetARio perché le persone potessero evadere dal proprio dispositivo a cui spesso sono incatenate e ammirare da vicino le meraviglie del nostro universo, quante volte ho sentito questa luna è cosi bella che potrei toccarla, beh ora è quasi possibile».  

Quali sono i passaggi tecnici e burocratici per creare un’app? 

«Per poter creare un'applicazione si puó partire da un’idea, come nel mio caso, o da un’analisi di gruppo con un brainstorm in modo da poter far convergere le idee di tutti in un’unica idea. In seguito si crea un prototipo dell'idea magari su un foglio o su applicazioni e infine si dividono i compiti: da chi cura la parte grafica a chi analizza l'ínterfaccia utente ed il salvataggio dei dati soprattutto ora con le nuove politiche del Gdpr. Infine per poterla caricare sullo Store bisogna scegliere una categoria di appartenenza e compilare alcuni campi di descrizione dell'app, nel mio caso ho sviluppato la mia applicazione, oltre che in inglese e in italiano, anche in russo e ucraino grazie all'aiuto della mia collega Daryna».

Com’ è la vita in Academy? E fuori si continua a parlare “tech”? 
«In Academy gli orari standard sono 4 ore, dalle 14 alle 18, per i ragazzi come me che avevano il turno di pomeriggio, ma la maggior parte delle volte andavo anche alle 10 proprio per poter affinare le mie competenze o per poter lavorare ai miei progetti personali come PlanetARio. Anche al di fuori mi è capitato di parlare con dei colleghi di progetti personali e di gruppo, questo mi ha dato una marcia in piú per crescere proprio perché era una full immersion di concetti, idee e competenze». 

La tecnologia sta creando scollamento nei rapporti umani?  
«La tecnologia è un'arma a doppio taglio, può creare collegamenti incredibili, come parlare con una persona dall'altra parte del mondo o puó far sì che due persone nella stessa casa usino il telefono per scambiare due parole, quindi credo dipenda molto dall'utilizzo che una persona ne fa».

A cosa sta lavorando ora? 
«Al momento sto affinando le mie competenze in particolar modo sulla realtá aumentata anche perché Apple ha implementato una nuova libreria, ArKit2, proprio per poter puntare ancora di piú sulla realtá aumentata in particolar modo su giochi in multiplayer.Ovviamente mi sono posto come obiettivo di portare PlanetARio anche sui dispositivi Android».

Il mercato delle app è remunerativo? 
«Le applicazioni che ho sviluppato fino ad ora sono completamente gratuite perché sono principalmente a scopo didattico, ma sicuramente è un grande mercato sempre in espansione soprattutto per le grandi societá che fatturano milioni».

Cosa ci sarà dopo le app? Quale sarà la loro evoluzione?
«Credo che gli assistenti vocali possano essere il futuro. Ultimamente si sta parlando molto di intelligenza artificiale: immaginate di poter parlare al telefono come ad una vostra segretaria che possa prenotare una cena al posto vostro o avvisarvi se il battito é irregolare grazie ai vari sensori dell'apple watch e tantissime altre funzionalitá che sono presenti ora in tante applicazioni diverse».


Si puó credere alla vita su altri pianeti? 
«Sicuramente in uno spazio remoto ci sará un qualche tipo di forma vivente, bisognerá capire solo se siano piú o meno evoluti di noi».


Il futuro? 
«Il mio futuro mi vedrá sicuramente ancora impegnato nell'ambito mobile, non so ancora se Android o IOS, in entrambi i casi sicuramente porteró avanti i miei progetti personali a prescindere dal mio lavoro proprio perché ho sempre avuto questa passione e cerco di ritagliarmi dei momenti anche la sera tardi».


 
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