L'eliminazione della plastica come principale materiale per il packaging monouso è ormai un processo senza ritorno dopo l'abolizione dell'Ue, in vigore a partire dallo scrorso 3 luglio. Si cercano ora soluzione alternative che rispettino l'ambiente. Dalle alghe marine alle miscele con fibre di legno, dalle bucce d'avena ai funghi fino ai semi di cacao. Sono questi i nuovi materiali, tutti green e alternativi alla plastica, per il packaging del futuro. La rivoluzione del 'green packaging' è in forte crescita, e aumenterà a livello globale di 154 miliardi di dollari entro il 2028 (più 60% rispetto al 2021), raggiungendo un fatturato superiore a 413 miliardi; mentre in Italia le confezioni 100% riciclabili sono già cresciute dello 0,6% nel 2020.
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La tendenza- messa in evidenza da una ricerca pubblicata da 'Market watch' e da un'indagine dell'Osservatorio Gs1 Italy sul nostro Paese - in Italia viene sostenuta anche da Vitavigor (azienda italiana che sta investendo per rendere più green le proprie confezioni di grissini e snack), che ha ottenuto la certificazione Aticelca (dell'Associazione tecnica italiana cellulosa e carta). «Il trend della sostenibilità ambientale - osserva Federica Bigiogera, marketing manager di Vitavigor - iniziato ormai da diversi anni, è una delle strade principali da percorrere per il futuro, soprattutto per quanto riguarda i packaging dei prodotti alimentari».
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«La sfida più grande per l'industria alimentare è identificare soluzioni che garantiscano le attuali elevate performance della plastica in termini di conservazione dei prodotti.
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