Apre Kikana, ristorante multietnico
della prima startup di migranti

Apre Kikana, ristorante multietnico della prima startup di migranti
di Rossella Grasso
Giovedì 26 Ottobre 2017, 12:24
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Kikana nella lingua del Mali vuol dire vieni qua, in quella del Senegal vuol dire chi sei. In una parola è racchiusa la filosofia del locale a cui è stato dato questo nome: vieni qui e conosci chi sei e da dove vieni, o anche da dove vengono gli altri. Tutto questo è Kikana, il nuovo ristorante di cucina etnica che inaugura giovedì 26 ottobre dalle 19.00 in via del Parco Margherita 14, nel locale dove fino a poco tempo fa c’era lo Shisha, famoso Narghilè bar di Napoli. In cucina ci sono Bouyagui Konate’, del Mali e Shukri Kalif, del Senegal, che hanno messo su la prima startup di migranti a Napoli. Tobilì, che in lingua bambara vuol dire cucinare, è il nome della startup fondata da quattro migranti richiedenti asilo provenienti da Turchia, Armenia ed Egitto, da cui è iniziato tutto qualche anno fa. La piccola azienda fornisce servizi di catering multietnico, home restaurant e corsi di cucina. «Adesso apriamo il nostro ristorante – dice Shukri  orgogliosa – È un sogno che si realizza».
 

Le mani veloci di Bouyagui si intrecciano in cucina con quelle di Shukri e ancora con quelle di Pippo, storico gestore di Shisha e di Giulio dell’associazione LESS Onlus che ha sostenuto l'iniziativa dai suoi primi passi. Insieme hanno fondato l’associazione che delizierà i palati di tutti i gusti. «L’idea è quella di fare una cucina internazionale perché ognuno qui deve trovare qualcosa che gli piace – ha detto Bouyagui – non faremo solo piatti africani e mediorientali. Faremo una mescolanza». Ed è proprio questo il bello di Kikana: un luogo dove sentirsi a casa viaggiando con i sapori attraverso i continenti, seduti comodamente sui cuscinoni in stile arabo che decorano le sale. E proprio seduti a tavola che si conosce l’altro, a partire dalle sue tradizioni. Tra i piatti di punta carne con la mostarda, due tipi di couscous diversi, uno tabulè all’insalata, l’altro con broccoli, pollo e purea di patate e carote. Poi c’è il «riso della pace» con le verdure e il piatto tipico dei giorni di festa nel Senegal.  

La storia di Tobilì racconta come una startup possa anche creare integrazione. L’idea di fondare un catering multietnico l’ha avuta Bouyagui che è arrivato in Italia circa tre anni fa. Quando si è messo in marcia per la Libia e si è imbarcato per l’Italia era ancora minorenne. La sua prima impresa l’ha compiuta facendo quel terribile viaggio come tanti suoi connazionali. Quando gli si chiede perché è partito scuote la testa ma nei suoi occhi si legge la voglia di riscatto e la tenacia di chi crede che tutto sia possibile, basta una buona idea e tanto entusiasmo. 
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