La sfida dell'edilizia antisismica:
da Napoli dispositivo salva-impianti

La sfida dell'edilizia antisismica: da Napoli dispositivo salva-impianti
Domenica 23 Luglio 2017, 17:15
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Non occorre che un edificio crolli o subisca crepe visibili per risultare inagibile. I danni di una scossa sismica su una struttura possono essere invisibili eppure altrettanto gravi di un cedimento. Una significativa rivoluzione nel campo della sicurezza degli edifici arriva da una società napoletana che ha di recente brevettato un dispositivo in grado di prevenire il danneggiamento degli impianti degli edifici in caso di fenomeni naturali distruttivi. Si tratta della Tecnosistem Spa, azienda specializzata in sistemi di ingegneria avanzata presieduta da Luigi Nicolais.

«Negli edifici strategici ed in alcuni processi industriali legati ai beni primari - spiega Nicolais - le cui funzioni non devono subire interruzioni, risulta necessario assicurare la sicurezza dell'edificio ma anche fornire protezione agli impianti, per poterne garantire l'operatività fin dalle immediate fasi successive al fenomeno tellurico. Risulta quindi evidente l'importanza che assume il dispositivo ideato da Tecnosistem nell'assicurare adeguata protezione agli impianti».

Il brevetto è stato presentato in occasione di un convegno dedicato all«'Innovazione nei processi partecipativi per lo sviluppo delle grandi opere» tenuto a Napoli presso il Centro Congressi della Federico II per celebrare il 40esimo anniversario dell'azienda partenopea. Al convegno hanno partecipato Ennio Cascetta, presidente della Metropolitana di Napoli, Gaetano Manfredi, rettore dell'Università di Napoli «Federico II» nonché presidente della Crui, Umberto de Gregorio, presidente dell'Ente Autonomo Volturno e, in collegamento video, il ministro delle Infrastrutture e dei Trasporti Graziano Delrio.

«Stiamo investendo moltissimo in innovazione - sottolinea Salvatore Rionero, amministratore delegato di Tecnosistem Spa - sia nella ricerca, come dimostra il dispositivo appena brevettato, sia nelle nuove forme di gestione partecipata delle grandi opere pubbliche. Siamo di fronte a un radicale cambiamento di scenario codificato di recente anche dal Nuovo Codice degli Appalti che ha appunto recepito l'esigenza sempre più diffusa di coinvolgere la più ampia parte dei cittadini nelle trasformazioni della città e del territorio».
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