Biomasse e petrolio verde,
ecosviluppo by Naples

Biomasse e petrolio verde, ecosviluppo by Naples
di Rossella Grasso
Domenica 23 Dicembre 2018, 16:00
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Scongiurare il rischio del surriscaldamento della Terra tra 1,5 e 2 C° è una priorità per tutte le nazioni. Lo ha confermato la Conferenza delle Nazioni Unite di Katowice da cui sono emerse direttive chiare: L'efficienza energetica dovrà essere migliorata di almeno il 32,5% e le fonti rinnovabili utilizzate per oltre il 32% entro il 2030. Le nuove tecnologie sono fondamentali per il perseguimento degli obiettivi e in Campania già si sta lavorando a soluzioni significative. L'Università Federico II di Napoli ha messo in campo una task force, un gruppo di ricercatori a carattere interdisciplinare che sviluppano attività di studio, elaborazione, trasferimento di conoscenze e competenze sui temi di Industria 4.0. «Particolare attenzione è posta sulla sostenibilità ha detto Pietro Salatino, coordinatore scientifico Stiamo lavorando per dare risposte ai problemi dello sviluppo sostenibile, accesso alle risorse, efficientamento energetico e energy storage. È l'energia il primo passo verso l'industria 4.0 per questo motivo la Federico II è molto attiva con tecnologie moderne e affidabili».

Tra i progetti più avanzati c'è Biofeedstock in partenariato con Eni che punta a creare una bioraffineria che produca petrolio verde efficiente e senza l'emissione di Co2. Poi ci sono gli spin-off universitari come CapTop del dipartimento di fisica. Il team si occupa della ricerca e della realizzazione di dispositivi di accumulo energetico, i supercondensatori. Le ricerche si concentrano su elettrodi al carbone attivo, grafene e altri materiali carboniosi, e, in collaborazione con chimici, anche di nuovi elettroliti. Obiettivo è la realizzazione di un sistema di produzione semi-automatizzato in un'azienda ecologica. A Chimica opera un'altra startup, BioFp. Il team, partendo da oli esausti - quelli per friggere - non solo ha trovato il modo per purificarli e renderli biocarburanti di ottima qualità, ma ha anche creato una bioplastica, biodegradabile e biocompatibile, molto adesiva, con cui produrre cerotti che proteggono la pelle e la guariscono grazie alle sue proprietà antiossidanti e antinfiammatorie. «Attualmente siamo in cerca di fondi per validarlo su scala industriale ha detto Marco Vastano I risultati già ottenuti sono ottimi».

Sulle biomasse puntano anche «Innovare» e «Prometeo», due progetti dell'Istituto Motori del Cnr di Fuorigrotta. Entrambi finanziati dal ministero dello Sviluppo Economico, puntano a trasformare materiali di scarto di origine vegetale in energia elettrica e termica. «I due progetti ruotano intorno ad un cuore pulsante che è l'Eco20X spiega Michela Costa, insieme a Domenico Cirillo promotrice del progetto - un sistema di micro-cogenerazione che trasforma materiali residuali in syngas, un vettore energetico bio-derivato». La ricercatrice ne spiega i vantaggi: il processo non è basato sulla combustione che produce particolato carbonioso inquinante come le auto ma crea un gas perfettamente ecocompatibile, risolve il problema dello smaltimento del materiale vegetale di risulta e in più, essendo molto snello, è adattabile alle esigenze di aziende, privati e pubbliche amministrazioni. Da qui il progetto «Prometeo» che usa lo stesso sistema con il generatore intelligente, sa riconoscere le diverse biomasse dategli in pasto e le tratta in modo differente, migliorando le prestazioni di elettricità, riscaldamento e refrigeramento di una struttura. In più la macchina è controllabile da remoto.

Su efficienza energetica e smart city punta Sbs Group, neonata startup dell'incubatore Campania NewSteel di Città della Scienza. «Usando l'energia solare abbiamo creato il primo attraversamento pedonale intelligente ha detto Nicola Petriccione, Ceo della startup Un sensore rileva la presenza dei pedoni e dà l'impulso all'illuminazione di led su strada e alla cartellonistica. Gli automobilisti potranno così scorgere i pedoni già a un km di distanza». Il dispositivo è già attivo in maniera sperimentale nella base Nato di Gricignano.

L'energia intelligente viene applicata anche al settore biomedicale. Francesca Santoro, ricercatrice dell'Istituto Italiano di Tecnologie, sede a Fuorigrotta, ha ideato un cerotto «magico» che velocizza la guarigione sfruttando i raggi del sole. «È composto di materiale polimerico duttile e dotato di microcilindri 3D spiega Converte la luce in elettricità e nella conversione l'impulso attiva processi molecolari della pelle e ne duplica le cellule, velocizzando la guarigione di ferite e scottature anche di grandi dimensioni». Grazie a questo progetto Santoro è stata nominata dalla rivista MIT Technology Review tra i 35 innovatori under 35 più significativi d'Europa del 2018.

In Campania il tema della Smart Specializzation Strategy è fondamentale, tanto che ad aprile Enea ospiterà nella sua sede di Portici i rappresentanti di EEN membri del Sector Group Intelligent Energy in occasione di IV2019. Si tratta della rete della commissione Europea per supportare i processi di innovazione ed internazionalizzazione delle imprese. «Un incontro ha spiegato Filippo Ammirati di Enea - per coordinarsi nel piano di azioni da avviare nei mesi successivi e per supportare iniziative di innovazione ed internazionalizzazione di nuovi tecnologie, prodotti e servizi nel settore che partano dalla Campania e da Sud Italia». Una delegazione internazionale di circa 60 rappresentanti sarà presente anche all'Innovation Village durante il brokerage event.
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