Mygrants, piattaforma per migranti
startupper: «Capacità innate»

Mygrants, piattaforma per migranti startupper: «Capacità innate»
di Rossella Grasso
Venerdì 20 Ottobre 2017, 14:24 - Ultimo agg. 15:10
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«Gli immigrati hanno una capacità intrinseca di fare impresa: l’hanno già fatta partendo dall’Africa a piedi e arrivando fin qui», dice Chris Richmond Nzi, l’ivoriano che ha ideato Mygrants, la piattaforma  digitale che accompagna rifugiati e richiedenti asilo dallo sbarco fino al pieno inserimento nella società attraverso il lavoro e l’impresa. Il 20 ottobre alle 18.00 il progetto viene presentato a Napoli nella sede di Dialogue Place, lo spazio dedicato alla social innovation presso Foqus nei Quartieri Spagnoli.
 



Mygrants è un app creata in inglese francese e italiano per formare i migranti sui loro diritti e doveri, su tutto il sistema italiano in materia di diritto all’asilo. Attraverso un sistema di quiz a punti, intende formare gli immigrati su tematiche specifiche così da poter mappare le loro competenze, interessi e capacità, dedizione e perseveranza per favorire e facilitare il loro ingresso nel contesto economico e sociale. «Diamo informazioni in pillole – spiega Chris - in modo leggero, sotto forma di gioco perché a ogni risposta corretta si guadagna un punto. I punti determinano una classifica in base alla quale offriamo tre opzioni: educazione, per chi vuole proseguire il percorso, l’inserimento lavorativo, per chi dimostra una capacità specifica o supporto imprenditoriale che può anche sfociare in microcredito per chi vuole fare l’imprenditore perché lo faceva già o dimostra questa propensione». Mygrants è uno strumento che permette a tutti gli immigrati di dimostrare il loro potenziale e far emergere il loro talento.

L’idea di sfruttare le potenzialità del digitale per i migranti l’ha avuta Chris qualche anno fa. «Io sono nato in Costa d’Avorio, mia madre è tutt’ora immigrata, sono stato adottato da piccolo, sono cresciuto tra Stati Uniti ed Europa, ho fatto l’Università, ho lavorato in Commissione Europea per Frontex, la più grande agenzia che si occupa di analizzare tutti quei fenomeni che comportano i flussi migratori. Quando negli anni ho capito che la politica non avrebbe trovato una soluzione a questo, vedendo l’aumento dei numeri e le proiezioni per gli anni successivi, ho deciso di prendere tutte le mie competenze e metterle a disposizione degli altri con un progetto imprenditoriale». Così a settembre 2016 con la sua ragazza hanno trovato un business angel a Roma e insieme hanno deciso di portare avanti questa sfida. Poi sono arrivati altri investitori e a febbraio 2017 hanno aperto a Bologna. «Oggi abbiamo poco più di 10.000 utenti attivi ogni giorno», dice soddisfatto. Grandi numeri se si considera che la piattaforma è operativa dal 1 di aprile.

«Dopo aver mappato le competenze e gli interessi di caiscuno – dice l’ideatore di Mygrants - cerchiamo di fare un matching tra le necessità del mercato e le competenze degli immigrati. Dopo aver individuato il soggetto lo facciamo incontrare con altri talenti a cui offriamo percorsi di empowerment, esperienze educative e imprenditoriali che ci aiutano a capire se il soggetto è pronto, di cosa ha bisogno. Oggi abbiamo già testato il grant come strumento di inserimento lavorativo per 80 soggetti. Abbiamo iniziato il mese scorso in due regioni, l’Emilia e la Toscana, per capire quale potesse essere il modo migliore per aiutare chi ha delle capacità per poi applicarlo a livello nazionale». Mygrants non è un’agenzia di collocamento, il suo obiettivo è facilitare l’inserimento lavorativo ed è già attiva in 8 regioni di Italia, dalla Sicilia al Piemonte.

«A Napoli non siamo ancora presenti ma abbiamo degli utenti – racconta Chris -  Prima di iniziare con Mygrants ho fatto un’attenta analisi del mercato europeo per capire quali potessero essere le possibilità per gli immigrati e ho capito che Dialogue sarebbe stata la desitinazione per eccellenza del mio progetto, destinato a creare eccellenza. I dati dimostrano che il contributo degli immigrati imprenditori è grande in Italia, il nostro progetto potrebbe risolvere molti problemi sia della comunità ospitante sia per i migranti».

«Mygrants sposa bene il nostro progetto – spiega Ilaria Stefanini, Project Ahead Dialogue Place - perché siamo un incubatore di imprese multiculturali a vocazione sociale. Non solo può essere uno strumento per i nostri utenti, ma potremmo fare da sponda a Mygrants nel momento in cui individua migranti che hanno grandi capacità imprenditoriali».

Dialogue Place è uno spazio, una community, un coworking e un incubatore di impresa nato circa un anno fa per favorire l’integrazione attraverso l’impresa.
Da lì sono nate startup come Tobilì e PartenHope in cui operano gomito a gomito italiani e stranieri provenienti da Burkina Faso, Senegal e Ukraina. «Attraverso le nostre attività, i nostri eventi, individuiamo oppure riceviamo le sollecitazioni degli aspiranti imprenditori napoletani e migranti, prevalentemente giovani, che vogliono fare impresa e li accompagnamo fino alla sua creazione - spiega Ilaria, continuando – il nostro obiettivo è di realizzare 20 imprese di cui 5 incubate presso di noi. Già abbiamo coinvolto già molti potenziali imprenditori, vogliamo arrivare a  500 e far emergere 100 idee di impresa». 

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