Accenture e università Federico II,
nuovo patto sulle soft skills

Accenture e università Federico II, nuovo patto sulle soft skills
Martedì 16 Aprile 2019, 18:50 - Ultimo agg. 17 Aprile, 14:25
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Continua la proficua collaborazione tra Accenture e la Scuola Politecnica e delle Scienze di Base dell’Università Federico II di Napoli nata per valorizzare i talenti che frequentano l’Ateneo.

Career Lab, questo il nome dell’iniziativa rivolta agli studenti della Scuola, ha l’obiettivo di formare 500 studenti entro questo anno accademico, facendo conoscere la realtà aziendale attraverso il confronto con i professionisti di Accenture della sede di Napoli e di altre sedi italiane in cui è presente la multinazionale.
 
Da novembre 2018, il programma SuccesSkills è orientato specificamente a potenziare le soft skills, l’insieme delle competenze trasversali sempre più necessarie per avere successo nel mondo del lavoro, guidando i giovani nella valorizzazione dei propri punti di forza. Al centro del programma, sessioni di formazione “in aula” e in azienda con workshops, seminari e lezioni teoriche per offrire agli studenti momenti di confronto e arricchimento fondamentali per facilitare l’ingresso nel panorama professionale attuale.

Il programma, che ad oggi ha già formato circa 200 ragazzi della Scuola attraverso sei sessioni, ha in calendario altre 19 sessioni fino alla fine dell’anno accademico.
 
«Siamo orgogliosi che la collaborazione con una realtà prestigiosa come la Scuola Politecnica e delle Scienze di Base della Federico II di Napoli stia già dando, a meno di un anno dalla sua nascita, risultati così importanti», commenta Raffaele D’Orsi, Managing Director Accenture Technology. «In un mercato del lavoro sempre più complesso, Napoli si conferma un bacino universitario di qualità a cui ci rivolgiamo da tempo con iniziative pensate per aiutare i giovani di oggi a sviluppare una nuova mentalità. In Accenture crediamo fermamente che il nostro successo si basi sui talenti delle persone e per questo ci impegniamo a valorizzarne il potenziale ed includere le diversità attraverso un dialogo costante con il territorio che sappia generare ricadute positive per tutto l’ecosistema», conclude D’Orsi.
 
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