Il primo computer quantistico full-stack d’Italia è made in Naples

Tra le fughe di cervelli c’è anche qualche controtendenza: «Qui creiamo nuove opportunità di lavoro per i giovani»

Il primo computer quantistico full-stack d’Italia è made in Naples
Il primo computer quantistico full-stack d’Italia è made in Naples
di Alessio Liberini
Venerdì 28 Aprile 2023, 19:11 - Ultimo agg. 29 Aprile, 08:21
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L’innovazione tecnologia mondiale negli ultimi tempi si muove sempre di più verso il quantum computer. Si tratta di una tecnologia emergente che sfruttando le leggi della fisica e della meccanica quantistica riesce a risolvere problemi e calcoli troppo complessi per i computer classici. Eseguendo ed elaborando dati che spaziano in una moltitudine di campi: dalla difesa sia spaziale che di terra, passando per la meteorologia, fino alla medicina. Una corsa, quella per accaparrarsi la leadership di questa vera e propria “supremazia quantistica”, a cui di recente hanno preso parte molti dei principali colossi mondiali dell’informatica. Nella corsa verso quella che potremmo definire la stagione della “rivoluzione quantistica” spicca anche l’Italia attraverso la presenza di numerosi ricercatori che, in giro per tutta l’Europa, contribuiscono ad avvicinarci al futuro dell’innovazione. Di recente tra le Alpi e la Sicilia non si è restati però con le mani in mano. Basti pensare che nel Piano Nazionale di Ripresa e Resilienza sono stati previsti diversi finanziamenti per progetti che vanno in questa direzione, menzionati come «innovazioni strategiche chiave». In questo scenario un ruolo centrale lo gioca soprattutto la Campania. Dove lo sviluppo di questa tecnologia innovativa può essere soprattutto un’occasione privilegiata per invertire il triste trend della generalmente nota “fuga di cervelli”.

Chi ha già creduto in questo è SeeQc, un’azienda internazionale che si occupa di soluzioni basate sul calcolo quantistico, che a partire dal 2017 ha avviato diversi progetti di ricerca e sviluppo in comune con l’Università Federico II di Napoli, usufruendo di finanziamenti pubblici sia regionali che europei.

Solo ieri l’azienda (che ha sedi anche a New York e Londra) ha annunciato, infatti, il primo Computer Quantistico Italiano full-stack (completo) che ha trovato la sua casa all’interno del campus federiciano di San Giovanni a Teduccio, nella periferia orientale della città. 

Si chiama “SEEQC System Red” ed è stato concepito per imitare i sistemi di calcolo quantistico con controllo e lettura analogici convenzionali a cui seguirà, entro i prossimi mesi, il lancio del computer quantistico digitale di prossima generazione basato su chip SFQ (Single Flux Quantum), ovvero i primi chip superconduttivi completamente digitali per il controllo, la lettura e il multiplexing di un computer quantistico. Una tecnologia dal respiro internazionale in buona parte “Made in Naples” perché nella sua realizzazione un ruolo essenziale è stato giocato proprio dai ricercatori del laboratorio napoletano che hanno sviluppato e misurato il gate a due qubit del sistema, raggiungendo un traguardo fondamentale sulla roadmap quantistica.

Traguardo che per il Co-Fondatore e Chief Executive Officer di SEEQC, John Levy, rappresenta più «di una singola pietra miliare nel computing». «Come primo quantum computer Italiano – precisa Levy - SEEQC Red rappresenta un evento importante nella storia dell’innovazione in Italia e costituisce un progresso significativo nella nostra missione sull’intero settore del quantum computing. I nostri gruppi di lavoro a Napoli e in tutto il mondo hanno collaborato al raggiungimento di questo obiettivo, una pietra miliare fondamentale nella nostra roadmap volta a realizzare un quantum computing scalabile ed energeticamente efficiente. Il passo successivo è di portare quanto fatto oggi nell’ambito commerciale, costruendo qui a Napoli un quantum datacenter e centro di test e siamo pronti a collaborare con la pubblica amministrazione locale e centrale, fondi privati d’investimento e i nostri partner industriali per contribuire a realizzare questa visione».

Il team napoletano di SEEQC, che conta anche diversi ingegneri federiciani provenienti dagli stage promossi dall’azienda internazionale con l’ateneo partenopeo, sta già lavorando inoltre sul progetto e sul collaudo di una tecnologia di frontiera per la lettura digitale dei qubit, la prima lettura on-chip basata su SFQ.

«Quella che vediamo oggi a Napoli - racconta Marco Arzeo, responsabile della ricerca e lab manager presso SEEQC-EU a Napoli – è la prima piattaforma di computazione quantistica disponibile sul territorio italiano. L’obbiettivo principale è costruire una piattaforma di computazione quantistica full-stack che sia scalabile ed efficiente energeticamente quindi utile per le aziende che vogliono sfruttare le potenzialità di questa tecnologia. Al momento abbiamo già diverse collaborazioni con aziende che operano nel settore delle simulazioni quantistiche e nell’ambito chimico farmaceutico».

Nel mentre non si può non tenere conto di un altro importante traguardo raggiunto grazie alla sinergia tra SeeQc e l’Università napoletana: quello di incominciare ad invertire il trend della “fuga di cervelli” che ora in Italia sono persino di ritorno. Ad incarnare questo successo è proprio lab manager Arzeo, un giovane ricercatore napoletano di 37 anni che dopo essersi laureato in Fisica dello Stato Solido all’Università Federico II, un dottorato in microtecnologia e nanoscienza presso la “Chalmers University of Technology” di Goteborg ed un’esperienza di ricerca al CERN di Ginevra, a distanza di dieci anni è rientrato nella sua Napoli.

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«Per me – precisa Arzeo senza nascondere la dovuta contentezza – è un forte motivo di orgoglio essere riuscito a tornare in Italia per svolgere il lavoro per cui ho studiato facendo anche tanti anni di formazione in giro per l’Europa. Sicuramente non me lo sarei mai aspettato dieci anni fa, quando sono partito la prima volta da Napoli, di essere qui oggi ad annunciare il primo quantum computer d’Italia».

«Il nostro essere qui - motiva lab manager di SEEQC-EU a Napoli - darà chiaramente nuove opportunità di lavoro per i giovani talenti. In più il solo fatto di avere la prima piattaforma di computazione quantistica qui a Napoli, in un laboratorio ospitato dalla Federico II, certamente permetterà anche a tutte le aziende del territorio di avere un accesso privilegiato a questa tecnologia potendo beneficiare del vantaggio del quantum computer in maniera più immediata». 

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