Mani stampate in 3D e prodotti bioispirati:
è il Dream FabLab di Città della Scienza

Mani stampate in 3D e prodotti bioispirati: è il Dream FabLab di Città della Scienza
Mercoledì 13 Novembre 2019, 19:57
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Design bio-ispirato e processi di fabbricazione digitale per illustrare e anticipare i prossimi scenari della medicina, macchine modulari per bambini ispirate agli antichi telai, oggetti esplorabili e attraversabili, dispositivi componibili rivolte ai più giovani e soluzioni innovative concepite per contesti a forte valenza industriale. Città della Scienza presenta al “Forum Pa Sud - Festival della Coesione per lo sviluppo del Mezzogiorno”, in programma da oggi 13 novembre e fino a domani 14 novembre presso il Campus dell’Università Federico II di San Giovanni, prodotti e prototipi sviluppati nel Dream FabLab del polo scientifico di Bagnoli.
 
Tra le opere connesse all’innovazione biomedicale c’è “FreeHand”, mano mioelettrica stampata in 3D, un autentico arto elettromeccanico destinato a essere utilizzato in caso di amputazioni o malformazioni dell'avambraccio controllato tramite segnali elettromiografici (Emg). Dalla scansione di un avambraccio è stato ricostruito un modello 3D della mano, mentre l’implementazione dell’elettronica ha permesso la movimentazione delle dita e, grazie al circuito di acquisizione dei segnali, il controllo avviene tramite elettrodi di superficie. «La progettazione – spiega Bruno Lenzi, responsabile biomedicale del Dream FabLab – è stata di tipo collaborativo, sfruttando Internet e le sue potenzialità. Grazie alla Stampa 3D chiunque può riprodurre la mano personalizzandola in ogni suo aspetto». «Attraverso questi lavori esprimiamo parte della tradizione scientifica italiana – aggiunge Carla Giusti, responsabile dell’area espositiva di Città della Scienza di Napoli –, una tradizione che trae la sua forza dalla cornice olistica e unitaria della sua cultura. Gli scienziati italiani ricorrono anche alla inventiva e alla fantasia che non è di origine genetica, bensì culturale». 
 
Presentati anche due oggetti biospirati come “Auxetic Neckbrace” e “Fotosintetica”. “Auxetic Neckbrace” è un collare cervicale auxetico rivolto alla rieducazione posturale per compensare gli effetti dell'uso prolungato dei dispositivi digitali che inducono posture che contrastano con il benessere del sistema neuromuscolare del rachide cervicale. Gli auxetici sono meta-materiali osservati in natura nelle pelli di alcuni rettili come la salamandra e i gatti, ma anche negli steli di diverse specie di piante. A questi tessuti la struttura auxetica assicura maggiore estensibilità e resistenza meccanica evitando che si lacerino, anche quando vengono sottoposti a sollecitazioni intense e repentine.

“Fotosintetica” è una lampada inspirata concettualmente alla relazione tra alghe e luce. Le alghe sono presenti in diverse forme: micro alghe come le diatomee a cui si ispira la struttura porosa che filtra la luce e come le alghe verdi con cui è realizzata la bioplastica sviluppata dai designer ‘‘su misura’’ per questo prodotto. Biospirati sono anche Aerial Garden, vaso per piante aeree, ispirato alla spugna Xestospongia muta: il vaso può essere fissato ai vetri delle finestre tramite una ventosa, e “Phylum”, libreria circolare suddivisa in comparti la cui geometria è ispirata all'ottimizzazione degli spazi suddivisi in setti osservata nella sezione del corallo fossile Rugosa. Il progetto intende sperimentare i sistemi di fabbricazione digitale in un'ottica di “Industria 4.0”.

Questi prodotti sono il frutto del lavoro congiunto del Dream Fab di Città della Scienza con l’Hybrid Design Lab diretto da Carla Langella, docente dell’Università della Campania Luigi Vanvitelli, in collaborazione con Gabriele Pontillo (digital design e stampa 3D), Valentina Perricone (biologa).
 
Rivolte ai più piccoli sono le soluzioni nate nell’ambito del workshop “Tramare” tenuto a Città della Scienza lo scorso ottobre, sviluppato nell'ambito del progetto "Da Leonardo e Galileo alle case dell'Innovazione” e finanziato dal MIUR, presentate a San Giovanni a Teduccio.

Incastri, attriti, tessiture, trame e tanta immaginazione sono stati la cornice di “Tramare” il Workshop sul design di arredi trasformabili per bambini dall’ideazione alla fabbricazione digitale, che si è tenuto ad ottobre, presso il D.RE.A.M. FabLab di Città della Scienza e che rappresenta il primo passo per lo sviluppo di prototipi e dispositivi rivolti all’infanzia. Gli antichi telai, oggetti esplorabili e attraversabili, le cui reti, nastri percorribili, dispositivi componibili, trasformabili “aperti” in continua evoluzione hanno rappresentato la fonte di ispirazione per il laboratorio da cui è poi nato il titolo “tramare”.
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