Aeroporti, primi segnali di ripresa: 1 milione di passeggeri a giugno ma il 2020 sarà un anno nero

Aeroporti, primi segnali di ripresa: 1 milione di passeggeri a giugno ma il 2020 sarà un anno nero
Aeroporti, primi segnali di ripresa: 1 milione di passeggeri a giugno ma il 2020 sarà un anno nero
Martedì 28 Luglio 2020, 10:55 - Ultimo agg. 15:44
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Il traffico aereo in Italia dà finalmente qualche, sia pur debole, segnale di ripresa che sembra rafforzarsi a luglio. Ma il 2020 si preannuncia, comunque, un anno nero con un calo del 65% sul 2019. Secondo i dati raccolti da Assaeroporti, il sistema aeroportuale nazionale ha registrato, nel mese di giugno, 1,1 milioni di passeggeri, con un incremento di 885 mila unità rispetto a maggio 2020. La stessa tendenza si è osservata per i movimenti aerei che a giugno raddoppiano attestandosi a circa 28.400, ovvero a 14.400 in più rispetto al mese precedente.

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Un importante passo in avanti, dopo il sostanziale azzeramento registrato nel primo periodo della pandemia, che però non rende il quadro meno critico: rispetto al 2019 il traffico passeggeri ha registrato una contrazione del 99,3% ad aprile, del 98,7% a maggio e del 94,2% a giugno. Le prospettive per gli scali italiani restano negative. Sebbene le proiezioni del mese di luglio confermino il trend di graduale ripresa (+1,2 milioni di passeggeri nelle prime tre settimane rispetto a giugno 2020), anche per effetto del riavvio di numerosi collegamenti nazionali ed europei, le stime per il 2020, in costante aggiornamento, continuano ad essere riviste al ribasso. Ad oggi si prevede, infatti, che l'anno possa chiudersi con un volume di traffico complessivo pari a circa 67 milioni di passeggeri, ovvero con un calo del 65% sul 2019 e una perdita di quasi 130 milioni di passeggeri rispetto ai 200 milioni previsti prima della pandemia. Viene spostata in avanti anche la data entro la quale si conta di arrivare ad un pieno recupero del traffico aereo: Aci Europe l'Associazione dei gestori aeroportuali europei, ha recentemente dichiarato che i livelli di passeggeri registrati nel 2019 in Europa saranno nuovamente raggiunti non prima del 2024.

La lenta ripresa del settore è frutto della presenza, ancora oggi, delle forti restrizioni di viaggio soprattutto con i Paesi extra-Ue, nonché dell'insufficiente allineamento, a livello europeo, delle politiche di trasporto e delle misure operative di prevenzione del contagio negli aeroporti e sugli aerei. Circostanze queste che scoraggiano i passeggeri dall'intraprendere nuovi viaggi, ostacolando l'attesa ripartenza dell'intero comparto. La situazione finanziaria degli aeroporti, nonostante i deboli segnali di crescita del traffico aereo, continua pertanto ad essere allarmante. In questo contesto, Assaeroporti ritiene indispensabili interventi di sostegno diretto, soprattutto attraverso la costituzione di un apposito Fondo a favore dei gestori e l'introduzione di una serie di alleggerimenti fiscali, tra cui la riduzione, soprattutto per i piccoli aeroporti, dell'addizionale comunale sui diritti di imbarco, tassa che grava su tutti i passeggeri aerei che partono dagli scali nazionali. «Queste sono solo alcune delle misure fondamentali per sostenere le imprese aeroportuali, sia per la compensazione dei danni subiti a causa dell'emergenza sanitaria, sia per finanziare gli ingenti piani di investimento programmati. Abbiamo bisogno, più che mai, di una strategia di sviluppo del trasporto aereo nel nostro Paese che agevoli la connettività e promuova il mercato valorizzando e tutelando tutti i soggetti della filiera», conclude Assaeroporti. 


Anche secondo l'Osservatorio congiunturale dei Trasporti elaborato dall'Ufficio studi di Confcommercio per Conftrasporto, il traffico aereo ha subito un calo di fatturato difficilmente recuperabile nel primo semestre del 2020. Lo studio evidenzia che il traffico passeggeri (itc, indice trasporti Confcommercio) è crollato al -53% e quello delle merci a quasi il -25%. Gomma, ferro, mare e aereo presentano riduzioni tendenziali del traffico passeggeri nella prima metà dell'anno che vanno dal 45-50% al 70%. Il che vuole dire, tra l'altro, che ad aprile le riduzioni sono state di quasi il 100% sia rispetto ad aprile 2019 sia rispetto a marzo 2020. Allo stesso tempo, la minore riduzione delle merci, rispetto ai passeggeri trasportati, testimonia il funzionamento del sistema logistico-trasportistico, di cui si sono apprezzate le virtù in termini di efficienza ed efficacia degli approvvigionamenti durante il periodo peggiore della crisi, a sostegno dei consumi e della produzione.
 

 

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