Espulso già 13 volte a spese dei contribuenti, albanese torna nel reggiano

Emiliano Fejzo
Emiliano Fejzo
Sabato 8 Giugno 2019, 21:12
3 Minuti di Lettura
Espulso 13 volte e ripatriato con volo da Malpensa per l'Albania, rientra di nuovo in Italia. A meno di due settimane dall'ultima delle 13 espulsioni dall'Italia (avvenuta la mattina del 23 maggio) ha fatto nuovamente ritorno nel reggiano, venendo arrestato dai carabinieri della stazione di Sant'Ilario d'Enza per il reato di rientro illegale nel territorio dello Stato italiano. Il cittadino albanese Emiliano Fejzo di 36 anni, comparso davanti al tribunale di Reggio Emilia, dopo la convalida è stato sottoposto all'obbligo di firma presso la stazione di Sant'Ilario d'Enza in attesa dell'ulteriore provvedimento di espulsione che verrà a lui nuovamente comminato.

Ha collezionato la bellezza di 13 decreti di espulsione emessi dai Prefetti di Reggio Emilia, Bologna, Treviso, undici dei quali eseguiti con accompagnamento coattivo alla frontiera. A seguito delle violazioni commesse ha collezionato 10 denunce in stato di arresto per reingresso illegale e due denunce in stato di libertà per aver violato le misure imposte dal questore in alternativa all'accompagnamento. Una sorta di record man l'albanese arrestato l'altra mattina dai carabinieri di Sant'Ilario d'Enza che la mattina del 23 maggio, uscito dal carcere reggiano della Pulce - dopo aver scontato una pena di mesi 8 di reclusione a seguito delle violazioni commesse per il reato di reingresso clandestino sul territorio nazionale - era stato subito stato portato alla frontiera aerea di Milano Malpensa perché destinatario di un altro provvedimento di espulsione del prefetto di Reggio Emilia e condotto in Albania.

A meno di due settimane da quest'ultimo provvedimento ha fatto però ritorno nel reggiano e precisamente a Sant'Ilario d'Enza. Qui i carabinieri del paese, l'altra mattina, l'hanno fermato lungo via Bruno Ferrari e risultato gravato da provvedimento di espulsione, eseguito il 23 maggio scorso, è stato arrestato. Il 5 giugno dopo la convalida dell'arresto è stato sottoposto all'obbligo di firma presso la stazione di Sant'Ilario d'Enza in attesa dell'ulteriore provvedimento di espulsione che verrà a lui nuovamente comminato dal prefetto di Reggio Emilia.

«Una vicenda del cittadino albanese arrestato a Reggio Emilia ed espulso 13 volte a spese nostre, è assolutamente paradossale, e dimostra che le nostre sono frontiere colabrodo.
Per cui un pregiudicato che dal 2005 ad oggi ha collezionato una raffica di arresti oggi è ancora in Italia, e per giunta in libertà con il solo obbligo di firma in attesa della prossima espulsione coatta. Quindi i rimpatri non sono solo impossibili con i Paesi con cui non abbiamo accordi di riammissione, ma non funzionano neanche quando questi accordi ci sono». Lo afferma Anna Maria Bernini, presidente dei senatori di Forza Italia. «Ma i nuovi centri per il rimpatrio previsti dal decreto sicurezza dove sono finiti? Non doveva esserne aperto uno per regione? E quanti irregolari espulsi girano ancora impunemente per l'Italia? Siamo in un Paese in cui le forze di polizia fanno egregiamente il loro lavoro, che viene però vanificato da episodi come quello di Reggio Emilia o da magistrati che hanno la scarcerazione facile, come nel caso del nigeriano che ha massacrato un portantino a Roma», conclude Bernini.


L'uomo ha precedenti per reati contro il patrimonio ed era già stato espulso agli inizi del 2018 e rimpatriato in Albania nel febbraio 2018. Ma a distanza di qualche mese era stato nuovamente sorpreso nel territorio dello Stato ed arrestato per reingresso illegale. Questa volta si è superato: a meno di 15 giorni dall'espulsione ha fatto rientro sempre nel reggiano venendo arrestato per la decima volta per lo stesso reato: reingresso illegale nel territorio dello stato.
© RIPRODUZIONE RISERVATA