Genovese nega violenze: le ragazze conoscevano il sistema. Giletti: «Volevano vendermi le immagini dello stupro»

Alberto Genovese
Alberto Genovese
Domenica 28 Febbraio 2021, 12:34 - Ultimo agg. 17:04
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Alberto Genovese, l'imprenditore del web in carcere dal 6 novembre, ha negato di aver violentato la modella 23enne a Ibiza a luglio, così come aveva fatto dopo l'arresto per il caso della 18enne. Interrogato dal gip, dopo la seconda ordinanza di custodia cautelare, a quanto si è saputo, il 43enne ha sostenuto che la modella, così come le altre ragazze che partecipavano ai suoi festini a base di droga e andavano nella sua stanza, lo facevano consapevolmente. E avrebbe spiegato quel «sistema» in cui lui metteva a disposizione «tutto», compresa gran parte della cocaina che, comunque, di solito portavano gli uomini.

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Genovese dal carcere di San Vittore, dunque, anche oggi non ha ammesso le violenze, interrogato per circa un'ora alla presenza in videoconferenza, oltre che del gip Tommaso Perna, anche del pm Rosaria Stagnaro e dei legali Luigi Isolabella e Davide Ferrari. È accusato nella seconda ordinanza di aver abusato, assieme alla fidanzata (indagata), della 23enne a 'Villa Lolità, sua residenza di vacanza nell'isola spagnola, dopo averle ceduto massicce dosi di cocaina e ketamina.

E avrebbe sostenuto, in pratica, che lei, con cui per un periodo, a suo dire, aveva avuto anche una relazione, era consenziente e che i lividi che aveva sul corpo erano dovuti al fatto che la ragazza era talmente «fatta» che lui e la fidanzata avevano dovuto tenerla ferma perché si dimenava, ma non per abusare di lei.

Nell'interrogatorio di oggi l'imprenditore avrebbe anche descritto il mondo della droga, precisando che si riforniva in particolare da due persone, e il «sistema» delle feste. Ha fornito anche i nomi di coloro che gli vendevano la cocaina, persone, a suo dire, capaci di «farti arrivare» cocaina e altro «ovunque tu sia in qualsiasi parte del mondo». Ai festini, comunque, ha aggiunto, erano gli uomini di solito a portare le droghe e lui ne metteva a disposizione gran parte e le donne partecipavano perché sapevano che c'era la droga.

Tra l'altro, a quanto si è saputo, Genovese avrebbe anche spiegato che c'erano feste e «ambienti» in cui le persone attorno a lui non si drogavano e questi due mondi erano «incomunicabili» tra loro. Dunque, chi sceglieva di andare ai festini a base di droga, secondo la sua versione, ne era ben consapevole. Ha detto al gip anche che lui «sta male» in carcere e di recente, infatti, la difesa ha chiesto i domiciliari in una clinica per la disintossicazione. Istanza, però, bocciata. La difesa ora valuterà se fare o meno ricorso al Riesame contro la secondo ordinanza. Degli altri capi di imputazione, per i quali i pm hanno chiesto l'arresto ma il gip l'ha negato, Genovese, a domanda specifica, non ha voluto parlare perché ha ritenuto soddisfacenti le valutazioni del giudice.

Giletti: «Hanno tentato di vendermi immagini dello stupro»

Intanto il giornalista e conduttore Massimo Giletti ha anticipato questa mattina, in diretta su RTL 102.5 all'interno di NON STOP NEWS, una notizia che poi approfondirà in serata nel corso della sua trasmissione Non è l’Arena. «Ci siamo recati presso un ufficio di un commissariato di Roma e abbiamo fatto una denuncia perché qualcuno ha tentato di venderci le immagini dello stupro della giovane modella milanese stuprata da Alberto Genovese, noi ovviamente non abbiamo fatto nessuna trattativa, ma io ho deciso in autonomia di andare a denunciare per capire chi si nasconde dietro a questa cosa che io trovo ignobile e indegna, di dire che la ragazza era consenziente, stanno succedendo cose anomale al limite della giustizia». 

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