Alberto Genovese verso il processo: «Due casi di violenza sessuale su ragazze stordite con droga»

Alberto Genovese verso il processo: «due casi di violenza sessuale su ragazze stordite con droga»
Alberto Genovese verso il processo: «due casi di violenza sessuale su ragazze stordite con droga»
Venerdì 9 Luglio 2021, 16:16 - Ultimo agg. 11 Luglio, 10:05
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Si avvicina il processo per Alberto Genovese, in cella da poco più di otto mesi con l'accusa di aver stordito, con un mix di droghe, e poi violentato per parecchie ore due giovani, una nel suo attico nel cuore di Milano con vista sul Duomo, e l'altra in una villa a cinque stelle a Ibiza.

Alberto Genovese verso il processo, l'inchiesta

La procura ha chiuso infatti l'inchiesta in vista della richiesta di processo nei confronti dell'imprenditore un tempo noto per aver lanciato alcune start up di successo.

L'avviso di conclusione delle indagini, condotte dalla Squadra Mobile e coordinate dai pm Rosaria Stagnaro e Paolo Filippini e dall'aggiunto Letizia Mannella porta la data di ieri.

I reati contestati sono violenza sessuale aggravata, anche di gruppo, lesioni personali, e detenzione e cessione di sostanze stupefacenti, in particolate ketamina, cocaina e Mdma. Adesso toccherà al gup fissare la data dell'udienza preliminare, ma non è escluso che Genovese scelga il rito abbreviato in quanto gli consentirebbe non solo uno sconto di un terzo sulla pena, ma anche di evitare il clamore mediatico di un dibattimento pubblico davanti al Tribunale.

Come si legge nell'atto notificato nelle scorse ore, il plurimilionario 'mago del web', risponde di due episodi di stupro per i quali il gip Tommaso Perna ha firmato altrettante ordinanze di custodia cautelare in carcere. Il primo risale allo scorso 10 ottobre quando l'ex fondatore di Facile.it, al termine di una serata nel suo appartamento di lusso con piscina, teatro di una serie di festini nei quali sono comparsi anche vip, avrebbe ridotto «in stato di semi- incoscienza» una ragazza di 18 anni per poi, una volta portata nella sua camera da letto, violentarla fino alla mattina dopo e lasciarla quasi esanime.

La giovane, al suo risveglio, è riuscita a farsi forza e oltre ad andare in ospedale, dove i medici le hanno dato una prognosi di 25 giorni, ha denunciato Genovese, meno di un mese dopo arrestato. A breve il suo avvocato, Luigi Liguori, depositerà una relazione medico legale per sottolineare il trauma fisico e psicologico subito dalla giovane e che si sta tuttora manifestando, per esempio, con un «grave stato di ansia». Il secondo caso contestato e al centro della seconda misura cautelare risale esattamente a un anno fa.

Nella cornice di 'villa Lolita', presa in affitto per trascorrere le vacanze estive nella rinomata isola delle Baleari, il 44enne, complice la sua compagna di allora pure lei indagata, avrebbe fatto assumere droga a una modella, più giovane di 20 anni, fino a quasi farle perdere i sensi per poi sottoporla a ripetute violenze al punto da renderla «incapace di reggersi in piedi». «La mia assistita ha respinto ogni accusa già nel corso delle indagini. Ha fornito la propria versione dei fatti, dimostrando la più ampia collaborazione - ha spiegato il difensore della ex compagna di Genovese - . Rispetto ai tanti episodi di cui si è parlato all'inizio di questa inchiesta le viene contestato questo unico fatto, rispetto al quale lo stesso gip Perna, ha avanzato seri dubbi circa il suo coinvolgimento». Il giudice, che non ha invece ritenuto credibili i presunti abusi denunciati da altre due ragazze, lo scorso maggio aveva respinto la richiesta di giudizio immediato avanzato dai pm così come le molteplici istanze di scarcerazione e di arresti domiciliari in una clinica dove potersi disintossicare dalla cocaina, avanzate dai difensori, Luigi Isolabella e Davide Ferrari. Inoltre non ha accolto neppure il sequestro di 4,3 milioni chiesto dai pubblici ministeri che hanno indagato l'imprenditore anche per reati fiscali. Sebbene il caso Genovese abbia diverse sfaccettature su cui inquirenti e investigatori stanno ancora facendo luce, con la chiusura di questa prima tranche di indagine è stato messo un punto fermo. Ora la parola passa al gup.

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