Alessandro Maja aveva premeditato l'omicidio di moglie e figli: sul tavolo preparati martello e trapano

La figlia aveva confidato al nonno la sera prima: "E' successo qualcosa di strano, papà mi ha chiesto scusa"

Alessandro Maja aveva premeditato l'omicidio di moglie e figli: sul tavolo preparati martello e trapano
di Claudia Guasco
Venerdì 6 Maggio 2022, 06:59 - Ultimo agg. 7 Maggio, 09:06
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Il delirio dopo il massacro, lui in mutande coperto di sangue che si sporge a penzoloni dal balcone e grida: «Li ho ammazzati tutti, bastardi». Poi il ricovero in ospedale, i tranquillanti, la maschera per l'ossigeno e poco alla volta la coscienza che riaffiora. «Sono un mostro», dice Alessandro Maja, il geometra designer di 57 anni che all'alba di mercoledì ha ucciso a martellate la moglie Stefania Pivetta, la figlia Giulia di 16 anni e ha ridotto in fin di vita Nicolò, 23 anni. La sera prima della strage Giulia ha confidato al nonno: «È successo qualcosa di strano, papà è venuto sul mio letto e mi ha chiesto scusa».

Alessandro Maja, l'architetto dei locali vip che ha sterminato la famiglia: «Li ho ammazzati tutti, bastardi»


ANSIA PER I SOLDI
Ora Maja è in carcere a Monza, con l'accusa di duplice omicidio e tentato omicidio aggravati dai motivi abbietti, dal vincolo parentale e dalla crudeltà.

Della ferocia con la quale si è scagliato contro la sua famiglia c'è un video che ha impressionato gli inquirenti. È allegato agli atti ed è stato girato dai militari del comando provinciale di Varese, guidati dal colonnello Gianluca Piasentin, nella villetta di via Torino. C'è sangue ovunque. Per terra, sui muri, in salotto dove Maja ha ucciso la moglie e nelle camere da letto dei figli, in cucina dove lui ha provato a togliersi la vita trapanandosi le vene dei polsi, con una coltellata al torace e dandosi fuoco. Ma tutto senza troppa convinzione, tant'è che è stata sufficiente una notte in ospedale per essere dimesso. Ciò che lo ha spinto a fare strage della sua famiglia è uno dei tanti buchi neri di questa storia. Nelle ultime ore gli investigatori hanno raccolto le testimonianze di parenti, colleghi, amici del geometra. È tutti hanno raccontato la stessa cosa: «Da un mese circa Alessandro aveva l'ansia di finire senza soldi, era ossessionato dalla bancarotta». Tanto da premeditare il massacro. Un'angoscia non giustificata dai fatti: vero che la sua società di design Maja Studio, specializzata nella progettazione di locali, aveva subito un rallentamento a causa della pandemia, ma i conti sono solidi. Il geometra non aveva debiti e la famiglia viveva con prudenza, al di sotto delle proprie possibilità. Stefania vendeva creme di bellezza, per avere una piccola somma in autonomia, Nicolò faceva il barista ed è un ragazzo tranquillo, la sera stava quasi sempre a casa. L'intenzione della moglie di separarsi, comunicata alla sua avvocatessa, potrebbe avere innescato la volontà distruttiva di Maja, terrorizzato dalla disintegrazione del patrimonio familiare.

 


«ERA CAMBIATO»
Ai sopravvissuti non resta che affrontare le macerie. I genitori di Stefania Pivetta sono chiusi nella loro casa di Cassano Magnago. «Vi rendete conto di quello che mi hanno fatto? Me l'ha massacrata», dice la madre Ines Lusto. Il marito Giulio Pivetta fruga nei ricordi, cercando una spiegazione: «In questi ultimi tempi Alessandro era cambiato radicalmente, parlava poco. Noi insistevamo, cosa non va? e lui non ci ha mai detto niente». Il nonno è andato in ospedale a trovare il nipote Nicolò: «Guardandolo era quello di prima tranne per il cranio fasciato. Lui era bello come sempre, il medico ha detto che le condizioni sono stabili e che le percentuali al 70% sono buone. Questo mi ha rincuorato». Il ragazzo ha reagito, ha tentato di fermare il padre e questo lo ha salvato. Adesso è in rianimazione, ma su come sarà la sua vita i medici non danno ancora risposte.

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