Alessandro Impagnatiello, sparito il cellulare di Giulia Tramontano: «L'ho buttato nel tombino». Dai video al lenzuolo, i nodi

Il legale del killer abbandona l'incarico. «Sul frigo l'arma del delitto»

Alessandro Impagnatiello, sparito il cellulare di Giulia Tramontano: «L'ho buttato nel tombino»
Alessandro Impagnatiello, sparito il cellulare di Giulia Tramontano: «L'ho buttato nel tombino»
di Federica Zaniboni
Martedì 6 Giugno 2023, 08:51 - Ultimo agg. 8 Giugno, 15:14
4 Minuti di Lettura

L'avvocato di fiducia di Alessandro Impagnatiello ha deciso di non difenderlo più. Nominato inizialmente per assistere il barman nel caso della scomparsa di Giulia Tramontano, dopo il fermo e la confessione, si è trovato presto a dover fare i conti con il killer di Senago. A 11 giorni dal delitto, il legale Sebastiano Sartori ha rinunciato al mandato «per motivi connessi al rapporto fiduciario e dunque coperti dal segreto professionale». A quel punto, però, non sarebbe stato facile trovare un avvocato d'ufficio per Impagnatiello, che ha ammesso di avere ucciso a coltellate la fidanzata 29enne, incinta di sette mesi, nella loro abitazione nel Milanese. Più di uno, infatti, si sarebbe tirato indietro.

I RILIEVI

Un nuovo legale serviva per forza, e con urgenza, perché oggi verranno effettuati nuovi rilievi nell'appartamento dove viveva la coppia.

Innanzitutto verrà cercata l'arma del delitto, finalmente individuata su ammissione dell'indagato. Secondo quanto riferito da lui stesso durante l'interrogatorio di convalida, infatti, quel maledetto coltello si trova in un ceppo, mimetizzato tra altri, sopra al frigorifero della casa di via Novella, a Senago. Altri rilievi tecnico-scientifici saranno poi effettuati nel box e nella cantina dell'appartamento, dove Impagnatiello avrebbe nascosto il corpo di Giulia per quattro giorni, prima di sbarazzarsene a poche centinaia di metri da casa, in via Monte Rosa, dietro ad alcuni garage. Troppi elementi ancora non tornano e gli inquirenti sono al lavoro per tentare di ricostruire ogni frammento dell'agghiacciante omicidio.

Giulia Tramontano, il procuratore di Tivoli: «La gelosia o l’uomo che alza la voce: ecco quando la donna deve chiudere»

Durante gli interrogatori, Impagnatiello si è contraddetto più volte e la sua versione risulta confusa sotto diversi aspetti. Il cadavere sarebbe stato portato nel luogo del ritrovamento nella notte tra martedì e mercoledì scorso, dopo che per due volte l'uomo aveva tentato di dargli fuoco, utilizzando dell'alcol e della benzina. Quando i carabinieri indagavano sulla scomparsa di Giulia nei giorni precedenti, però, il bagagliaio dell'auto in cui lui dice di avere tenuto nascosto il corpo era vuoto. Sì, perché gli investigatori avevano notato l'assenza della copertura del baule della macchina, necessario per impedire di vedere all'interno.

I VIDEO

Nei video della notte dell'omicidio, soltanto a poche ore di distanza da quando Impagnatiello aveva ucciso Giulia e il bimbo che portava in grembo, lo si vede rientrare a casa alle 3.14. Otto minuti dopo, l'uomo viene ripreso mentre esce di nuovo, stavolta con un involucro sotto il braccio: «Verosimilmente un lenzuolo bianco o plastica delle dimensioni di 50 centimetri circa», che gli sarebbe servito per avvolgere il cadavere della compagna, sottolineano gli inquirenti. Il filmato è stato acquisito dai carabinieri della squadra omicidi del nucleo investigativo di Milano, nell'inchiesta in cui Impagnatiello è accusato di omicidio pluriaggravato, soppressione di cadavere e procurato aborto. All'alba l'uomo è stato immortalato mentre carica in auto due sacchi di plastica, di cui uno sembra contenere i vestiti, forse proprio quelli sporchi del sangue di Giulia. Ma di video ne servono altri, per arrivare alla verità.

Alessandro Impagnatiello, l'altra donna del killer: «Ho avuto paura e ho raccolto le prove, lo volevo incastrare»

LE ANALISI

Allo stesso modo adesso è indispensabile esaminare nuovamente l'appartamento e le scale per le quali il 30enne avrebbe trascinato il corpo di Giulia. Al momento, infatti, gli inquirenti non escludono la possibilità che un complice possa averlo aiutato a nascondere il cadavere. Il giorno dopo l'omicidio, l'arrestato andava a sporgere denuncia, dicendo ai militari di aver visto la fidanzata per l'ultima volta quella mattina stessa.

LA FAMIGLIA

I genitori di Giulia non hanno mai creduto che la giovane potesse aver deciso semplicemente di andarsene. «Fin da subito sono stati insospettiti spiega il loro legale, Giovanni Cacciapuoti dal fatto che la figlia non rispondeva al telefono e il convivente era vago». Già dall'inizio «hanno temuto questo tragico epilogo». I familiari sono stati sentiti ancora una volta dagli inquirenti, così come l'addetto alle pulizie del condominio che aveva notato della cenere all'interno della casa. Nel frattempo proseguono anche le ricerche del cellulare di Giulia, che Impagnatiello dice di avere gettato in un tombino.

 


«È stato un gesto imponderabile dice l'avvocato dei familiari -, se solo avessero sospettato un'evoluzione del genere sarebbero corsi a prendere Giulia». I parenti «dovranno soffrire ancora lungamente per arrivare a dare una degna sepoltura a Giulia e suo figlio».
 

© RIPRODUZIONE RISERVATA