Alice Neri morta, in Svizzera il terzo uomo dell'omicidio: è un tunisino vicino di casa. «Tornerò, sono innocente»

Il corpo della 32enne era stato trovato carbonizzato nel baule della sua auto a Modena

Alice Neri morta, in Svizzera il terzo uomo dell'omicidio: è un tunisino vicino di casa. «Tornerò, sono innocente»
Alice Neri morta, in Svizzera il terzo uomo dell'omicidio: è un tunisino vicino di casa. «Tornerò, sono innocente»
di Mauro Evangelisti
Martedì 13 Dicembre 2022, 06:23 - Ultimo agg. 06:25
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Il marito che aveva dato l'allarme per la sua scomparsa e il collega con cui era andata a prendere un aperitivo: l'indagine per l'omicidio di Alice Neri, 32 anni, madre di una bimba di 4, trovata carbonizzata nel baule della sua auto nelle campagne in provincia di Modena il 18 novembre, inizialmente aveva seguito un copione quasi prevedibile. Due indagati, il marito e l'amico. C'era stata anche una deviazione imprevista, su un altro collega che nell'azienda in cui lavorava l'aveva importunata, sette mesi prima. Ma per tutti - il marito ha un alibi inattaccabile e il collega, dopo l'aperitivo, è stato ripreso dalle telecamere mentre saluta e si allontana dal bar - l'ombra del sospetto si è allontanata. Negli ultimi giorni, dopo tre settimane di indagini, c'è stata una svolta. Ora il maggiore sospettato è un uomo di 29 anni, un tunisino irregolare, che il giorno dopo l'omicidio ha lasciato l'Italia e risulta essere andato in Svizzera. La procura di Modena ha emesso un mandato di cattura europeo, la sua abitazione a Fossa di Concordia (nella zona in cui è stata trovata l'auto bruciata con all'interno il cadavere) è stata perquisita dai carabinieri. Si chiama Mohamed ed è stato raggiunto al telefono da un cronista della Gazzetta di Modena a cui ha detto: «Sono innocente. Non conoscevo quella ragazza. Mi ha solo dato un passaggio perché è stata gentile, ma poi sono andato a dormire. Adesso vado subito dalla polizia - ha assicurato - io non ho fatto niente. Quella sera ero nel bar dove c'era anche quella donna. Ho giocato alle macchinette, fumato una sigaretta, bevuto una birra. Poi lei mi ha dato il passaggio».

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Tutto ruota attorno allo Smart Cafè di Concordia (Modena).

Flash-back: è il 17 novembre, Alice finisce il suo turno di lavoro attorno alle 18, torna a casa, si cambia, poi dice al marito che esce perché ha un appuntamento con un'amica per un aperitivo. Alle 19.15, allo Smart Cafè, incontra il collega con cui ha un rapporto di amicizia e che oggi è uno degli indagati. Restano lì fino a tardi, quando escono dal locale si fermano per un po' a chiacchierare, poi verso le 2.30 - sono le prime ore del 18 novembre - si salutano e ognuno se ne va con la propria auto. Poi, la storia di complica: l'auto di Alice, alle 2.50, viene ripresa da una telecamera di sorveglianza mentre percorre una strada in campagna, non lontano dove sarà trovata bruciata. Ma poco prima delle 4 il suo smartphone, che non è stato trovato, risulta essere localizzato di nuovo vicino al bar. Un rompicapo. Anche perché un'auto simile a quella di Alice, stando alle immagini di altre telecamere, era stata parcheggiata da un uomo in un'altra zona, vicino a una chiesa, ma poi è stata spostata. Nelle campagne dove è stata trovata carbonizzata con il cadavere nel baule? I punti fermi: il marito, quando non l'ha vista tornare, ha dato subito l'allarme; lui ha un alibi; una chat su Messenger, dal profilo di Alice, è stata cancellata. Il tunisino fuggito si era da poco sposato con una ragazza di nazionalità greca. Anche lei ha parlato al telefono con i giornalisti dicendo: «Mohamed è qui con me in Grecia, ce l'hanno con lui perché è tunisino». Invece Mohamed è in Svizzera. Il fratello del tunisino, che abita nel Modenese, giura: «Lui non c'entra, ha già telefonato ai carabinieri di Modena, presto tornerà».

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PISTE
Venerdì scorso i pubblici ministeri modenesi Claudia Natalini e Giuseppe Amara hanno ascoltato di nuovo il collega di lavoro di Alice. «Ha chiarito tutto» garantiscono i suoi difensori. Convocato di nuovo anche il marito. «Credo che non ci siano ombre sulla sua posizione, mentre trovo che l'ipotesi di un suicidio sia assolutamente da escludere. Siamo di fronte ad un mosaico con centinaia di tasselli che gli inquirenti stanno cercando di comporre e mettere insieme» ha detto il suo avvocato Luca Lugari. Il marito, il collega e il misterioso tunisino: sono tutti e tre indagati per omicidio volontario. Ma ad oggi non è neppure stato possibile chiarire come sia stata uccisa Alice prima che il suo corpo venisse chiuso nel baule e l'auto data alle fiamme.

 

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