Annamaria Sorrentino: «Miss Campania fuggiva dalle botte del marito prima di precipitare dal balcone»

Decisivi i filmati della sala d'apetto della Questura, indagata coppia di amici

Cadde dal balcone «Non fu suicidio, fuggiva dalle botte del marito»
Cadde dal balcone «Non fu suicidio, fuggiva dalle botte del marito»
Sabato 12 Marzo 2022, 07:55 - Ultimo agg. 22 Febbraio, 11:59
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Non si sarebbe suicidata. Sarebbe caduta da quel balcone per sfuggire alle violenze del marito. Svolta inaspettata nell'inchiesta sulla morte di Annamaria Sorrentino, 29enne napoletana sordomuta, ex miss Campania, deceduta il 19 agosto 2019 dopo essere precipitata dal balcone di una casa vacanze a Parghelia, nel Vibonese. Indagato per omicidio preterintenzionale il marito, Paolo Foresta, 36enne di Casoria. È quanto emerso dalla conclusione delle indagini preliminari condotte dal pm Corrado Caputo: l'uomo avrebbe aggredito violentemente la moglie dopo aver appreso della relazione tra la donna ed un membro della comitiva con cui stavano trascorrendo le ferie. Prima una accesa discussione, poi le botte. Lei sarebbe caduta per sfuggire alla violenza. Indagati, per favoreggiamento personale, anche due amici della coppia: i 36enni Gaetano Ciccarelli e Francesca Nero, marito e moglie residenti a Napoli. Avrebbero omesso elementi sulla dinamica della vicenda utili ai fini dell'inchiesta.


Nel corso delle indagini sono stati decisivi i filmati - attentamente visionati da periti esperti del linguaggio dei segni - della sala d'aspetto della questura di Vibo, in cui i membri della comitiva si erano recati dopo la morte della giovane.

In aggiunta, la testimonianza di un altro componente del gruppo ha totalmente depennato le dichiarazioni iniziali di Foresta, secondo cui la moglie si sarebbe improvvisamente suicidata e che sarebbero stati vani i tentativi, da parte sua e degli amici presenti in casa, di salvarla.


VERSIONE CONTESTATA
L'ipotesi del suicidio non era mai stata appoggiata dalla famiglia della vittima che aveva quindi chiesto, in più occasioni, alla Procura di Vibo Valentia di indagare in merito alla vicenda. «Se mi succede qualcosa, chiama mia sorella Luisa», aveva infatti richiesto Annamaria ad una sua amica tempo prima. Un particolare che ha spinto i magistrati a raccogliere ulteriori elementi che hanno portato alle accuse al marito.
 

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