Arrestato Domenico Crea, il boss della 'ndrangheta era latitante dal 2015: deve scontare 21 anni

Arrestato Domenico Crea, il boss della 'ndrangheta era latitante dal 2015: deve scontare 21 anni
Arrestato Domenico Crea, il boss della 'ndrangheta era latitante dal 2015: deve scontare 21 anni
Venerdì 2 Agosto 2019, 08:25 - Ultimo agg. 28 Febbraio, 06:31
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Arrestato il boss della 'ndrangheta Domenico Crea: era ricercato da 4 anni, deve scontarne 21. Domenico Crea, 37 anni, di Cinquefrondi, è a capo della cosca di Rizziconi e zone limitrofe, collegata e imparentata con la potente famiglia Alvaro di Sinopoli, in provincia di Reggio Calabria. Era ricercato dal 2015 quando fu emessa una misura cautelare per associazione mafiosa e estorsione dopo la condanna in primo grado a 15 anni di reclusione emessa dal Tribunale di Palmi. Da allora Crea è stato colpito da numerosi provvedimenti per associazione mafiosa ed estorsione ed è stato condannato in via definitiva a 21 anni di reclusione.

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Crea, il cui nome era inserito nell'elenco dei latitanti più pericolosi, è stato arrestato da personale della Squadra mobile di Reggio Calabria, supportato da personale del Servizio centrale operativo della Direzione centrale anticrimine e della Squadra mobile di Vibo Valentia.

Il boss è stato arrestato a Santa Domenica di Ricadi (Vibo Valentia). L'indagine per la sua cattura è stata avviata dalla Squadra mobile oltre tre anni fa con la collaborazione dello Sco e sotto la direzione della Dda reggina ed è stata intensificata dopo la cattura del fratello di Domenico, Giuseppe, avvenuta ad opera della «Mobile» il 29 gennaio 2016. Dopo quell'arresto, secondo gli investigatori, Domenico Crea è diventato il capo indiscusso della cosca di Rizziconi.

Ieri sera, al termine di servizi di osservazione supportati da strumentazione tecnologica, gli investigatori hanno avuto la certezza della presenza del latitante in una villetta a Santa Domenica dove stamani è stato arrestato. Crea era in compagnia della moglie e delle due figlie minori ed è stato trovato in possesso di 5.000 euro in contanti. Al vaglio degli inquirenti la posizione di due coniugi proprietari dell'immobile messo a disposizione della famiglia del latitante.

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