Autocertificazione addio, servirà solo se si esce dalla Regione

Autocertificazione addio, servirà solo se si esce dalla Regione
Autocertificazione addio, servirà solo se si esce dalla Regione
di Rosario Dimito e Diodato Pirone
Giovedì 14 Maggio 2020, 07:54 - Ultimo agg. 10:57
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Le palestre e altre strutture sportive dovrebbero riaprire dal 25 maggio e forse anche prima in alcune Regioni. Il progetto è stato annunciato dal ministro per lo Sport, Vincenzo Spadafora, in un'informativa al Senato sulla Fase 2 dell'emergenza Covid. Intanto, per bar e ristorante si sta negoziando una soluzione che raccordi le richieste delle associazioni di categoria, sperimentando il perimetro di 4 metri quadri a cliente per le prime due settimane, in attesa di una decisione.

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Tornando a Spadafora, egli ha annunciato che il governo intende mettere risorse a disposizione delle strutture che saranno riaperte ma che dovranno rispettare rigidi protocolli di sicurezza. Il veicolo pubblico che dovrebbe aiutare gli impianti sportivi dovrebbe essere la società Sport e Salute.

La ripartenza dei centri sportivi avverrà secondo le linee guida che saranno indicate entro la fine di questa settimana dal Comitato Tecnico scientifico. Sul fronte delle regole per gli ulteriori allentamenti delle restrizioni va registrato il possibile stop all'autocertificazione. Nel prossimo Dcpm che dovrebbe essere emesso da Palazzo Chigi entro sabato per accompagnare le novità in arrivo dal 18 maggio, l'autocertificazione dovrebbe rimanere solo per chi dovrà raggiungere una Regione diversa da quella nella quale si trova. Viaggi che è possibile fare già oggi per ragioni importanti. E' possibile che da giugno i viaggi infra-regionali vengano autorizzati almeno fra le Regioni a basso tasso di contagi.

IL VERTICE
In ultimo va registrato che cresce la polemica sui protocolli di sicurezza della ristorazione e delle spiagge. Il presidente del Veneto Luca Zaia ieri ha sostenuto di «apprezzare il lavoro dell'Inail» ma che la regola dei quattro metri quadri per cliente costringe troppi locali a non riaprire. Di conseguenza la Regione Veneto pensa di varare propri protocolli di sicurezza prevedendo ad esempio che le distanze vadano calcolate non da dove siede il cliente ma dal centro di due tavoli. Ma regole troppo diverse da Regione a Regione rischiano di essere incomprensibili senza considerare che parte della clientela non intenderà avventurarsi in locali che non garantiscono sicurezza.

La protesta delle associazioni degli esercizi di ristorazione ha messo il governo con le spalle al muro, al punto che due sere fa c'è stata una videoconferenza alla presenza di tre ministri, quello della Salute Roberto Speranza, Lavoro Nunzia Catalfo, Mise Stefano Patuanelli, il dg di Inail Giuseppe Lucibello, il coordinatore dell'ufficio Promozione e integrazione del Cts Agostino Miozzo e rappresentanti dell'Iss. C'erano anche tre alti rappresentanti della Confcommercio tra cui il vicepresidente vicario Lino Stoppani e Enrico Postacchini, numero uno di Confcommercio Bologna più i segretari di categoria di Cgil, Cisl e Uil.
 


Fortemente contestata la raccomandazione Inail di ritagliare quattro metri quadri a persone nei ristoranti, con un distanziamento tra tavoli di due metri. Queste rigidità comporterebbero una riduzione di 4 milioni di clienti nei ristoranti italiani (60%). La Fipe ha puntato da subito i piedi. Anche i sindacati avrebbero condiviso le critiche con la richiesta di ridurre a due metri quadri per cliente lo spazio. Ma dal governo ci sarebbe la disponibilità a una mediazione, partendo dai quattro metri per due settimane e in funzione della curva del contagio, si potrebbe ridiscutere tutto.

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