Bimbi annegati in piscina, ecco la tecnologia che aiuta a evitare le tragedie: sensori, barre e coperture scorrevoli

Parla il pediatra Sebastian Cristaldi, responsabile del Dipartimento di Emergenza e accettazione di secondo livello del Gianicolo

Bimbi annegati in piscina, ecco la tecnologia che aiuta a evitare le tragedie
Bimbi annegati in piscina, ecco la tecnologia che aiuta a evitare le tragedie
di Graziella Melina
Mercoledì 12 Luglio 2023, 09:09
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Mai lasciare i bambini soli in acqua, neanche per pochi secondi. E meglio ancora se fin da piccoli seguono corsi di nuoto e imparano a stare in acqua. Il rischio di annegamento nelle piscine gonfiabili è ancora troppo sottovalutato. All'ospedale pediatrico Bambino Gesù di Roma è di pochi giorni fa l'ultimo ricovero per semi annegamento in una piscina da balcone, come racconta il pediatra Sebastian Cristaldi, responsabile del Dipartimento di Emergenza e accettazione di secondo livello del Gianicolo.

 

Le regole

«Il bambino molto piccolo, dai 2 ai 4 anni, può annegare anche nelle piscine cosiddette basse.

Bastano 40 centimetri di profondità perché possa finire sott'acqua - avverte - Ecco perché serve sempre attenzione. Non bisogna mai distrarsi, neanche per pochi secondi. Se il bambino beve acqua, può smettere di respirare e andare in difficoltà perché si spaventa. La sorveglianza è sempre l'aspetto più importante per evitare ogni rischio».

Può essere utile in ogni caso che il bambino abbia dimestichezza con l'acqua. «È importante far frequentare corsi di nuoto adeguatamente guidati, anche quando i bambini sono molto piccoli - spiega Cristaldi - Le competenze che acquisisce non sostituiscono però la sorveglianza, soprattutto nelle piscine grandi e al mare, dove il problema sono anche le correnti e le onde». E se è vero che oggi esistono diversi dispositivi di sicurezza, come sensori da installare sotto la superficie dell'acqua, rilevatori delle onde, coperture scorrevoli o barre di sicurezza per impedire l'accesso accidentale, il rischio di annegamento c'è sempre. «I vari dispositivi ovviamente aiutano, ma possono sempre non funzionare. Per la sicurezza del bambino, mai affidarsi solo alla tecnologia».
 

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