Previsioni meteo. Estate sul Monte Bianco, notti da caldo record: e la neve non rigela più

Un fenomeno meteo senza precedenti: il termometro è salito di oltre 30 gradi

Previsioni meteo. Estate sul Monte Bianco, notti da caldo record: e la neve non rigela più
Previsioni meteo. Estate sul Monte Bianco, notti da caldo record: e la neve non rigela più
di Stefano Ardito
Mercoledì 29 Dicembre 2021, 07:48 - Ultimo agg. 15:17
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Sulle Alpi, e in particolare sul Monte Bianco, nei prossimi giorni il tempo diventerà tropicale. Tutto è relativo, certamente. Ma le previsioni di 14 o 15 gradi a 1.500 metri sembrano quelle di un'estate fresca, e non dei giorni intorno a Capodanno. Lo zero termico sarà intorno ai 4.500 metri. Significa che fino a quella quota la neve non riuscirà a gelare nemmeno di notte, causando un grave rischio di valanghe.

Meteo pazzo, caldo record

 

A dare l'allarme è stata Méteo Chamonix, il servizio di informazioni meteorologiche del versante francese del Bianco. Poi il bollettino della Regione Valle d'Aosta si è adeguato. Dopo altre 24 ore di pioggia previste per oggi, mercoledì 29, il tempo passerà al bello stabile fino a lunedì 3 gennaio. Poi, forse, dovrebbe tornare l'inverno.
«Confermo i bollettini.

Un anticiclone tropicale che si è formato sul Marocco, e che è già arrivato sulla Spagna, nelle prossime ore raggiungerà le Alpi. Forse il caldo sarà ancora più forte del previsto», spiega Luca Mercalli, metereologo torinese e volto noto della televisione.

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Le ondate di caldo anomale, sulle Alpi e sull'Appennino, sono sempre esistite. Nel dicembre del 2015, dalle Dolomiti alla Valle d'Aosta, non è stato possibile sparare neve artificiale sulle piste da sci a causa delle temperature troppo alte. «Vero, ma questo è un fenomeno diverso. Temperature così alte, sulle Alpi, sono un segno del cambiamento climatico», conclude Mercalli.


GLI SCENARI
Per l'industria della neve valdostana e del resto dell'arco alpino potrebbe essere un duro colpo. Fino a ieri, grazie all'innevamento artificiale, erano aperte e sciabili quasi tutte le piste di Courmayeur, del Monterosa Ski e degli altri comprensori della Vallée. Lo stesso era vero a Chamonix. Nei primi giorni di dicembre, dalle località sciistiche delle Alpi e dell'Appennino arrivavano dati positivi. Gli sciatori, dopo il blocco imposto dal Covid nell'inverno scorso, avevano voglia di tornare sulle piste, e le prenotazioni erano elevate. Nelle ultime due settimane, con le preoccupazioni legate alla variante Omicron, sono fioccate le disdette.
Ora alberghi e seconde case di Courmayeur sono quasi al completo, e l'ondata di caldo non dovrebbe cambiare le cose. Poi, a febbraio, si vedrà.
Per le guide alpine, che lavorano con le cascate di ghiaccio e lo scialpinismo, le cose sono diverse. «Nei giorni scorsi, le condizioni erano ottime per arrampicare su ghiaccio, a Cogne e nel resto della Valle d'Aosta. Faceva freddo, c'era pochissima neve, i colleghi che lavorano con gli sci hanno faticato per trovare percorsi in buone condizioni», spiega Giovanni Bassanini, un romano che si è trasferito molti anni fa a Courmayeur per lavorare come guida.

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Nei prossimi giorni Bassanini, come molti suoi colleghi, porterà i clienti ad arrampicare su roccia a bassa quota, mentre i canaloni di neve e le cascate di ghiaccio saranno esposte a crolli e slavine. Per trovare neve adatta al fuoripista bisognerà andare molto in alto. Il Soccorso Alpino ha già invitato alla prudenza.
Il vero problema è di prospettiva. Il caldo, e la scarsità di precipitazioni nevose, rischiano di accelerare il già rapido ritiro dei ghiacciai delle Alpi. Tra il 1959 e il 2015, il volume dei 192 ghiacciai valdostani si è ridotto di quasi il 30%. Sui massicci meno alti, come il Gran Paradiso, il dato è più drammatico.
L'aumento delle temperature, con picchi ben oltre le medie stagionali, creano delle masse di ghiaccio instabili che rischiano di precipitare a valle. Nelle estati del 2018 e del 2019, i crolli di parte del ghiacciaio di Planpincieux, sul versante italiano del Monte Bianco, hanno spinto il comune di Courmayeur e la Protezione Civile valdostana chiudere la Val Ferret.
Il blocco di ghiaccio più grande, delle dimensioni del Duomo di Milano, alla fine non è caduto a valle. Ma le ondate di caldo anomalo rendono più probabili fenomeni di questo tipo.
 

 

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