Covid Campania, scuole e università chiuse fino al 30 ottobre e stop a feste in casa con amici. Conte: non è la migliore soluzione

Covid Campania, scuole e università chiuse fino al 30 ottobre e stop a feste per i matrimoni. Nuova ordinanza di De Luca
Covid Campania, scuole e università chiuse fino al 30 ottobre e stop a feste per i matrimoni. Nuova ordinanza di De Luca
Giovedì 15 Ottobre 2020, 18:44 - Ultimo agg. 16 Ottobre, 09:06
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La Campania "chiude" le scuole per Covid. Niente lezioni in presenza nelle primarie e secondarie da oggi fino al 30 ottobre. Si tratta di una delle misure anti-covid contenute in una nuova ordinanza del governatore Vincenzo De Luca. Sono anche sospese le attività didattiche e di verifica in presenza nelle Università, fatta eccezione per quelle relative agli studenti del primo anno. Una scelta non accolta con favore dal ministro dell'Istruzione, Lucia Azzolina«È una decisione gravissima e profondamente sbagliata e anche inopportuna. Sembra ci sia un accanimento del governatore contro la scuola. In Campania lo 0.75% degli studenti è risultato positvo a scuola e di certo non se lo è preso a scuola. La media nazionale è 0.80. Se c'è crescita contagi non è di certo colpa della scuola», ha detto intervenendo a Zapping su Rai Radio1. E il presidente Conte: «Chiudere così in blocco le scuole non è la migliore soluzione», ha detto il presidente del Consiglio commentando la decisione presa dal presidente della Regione Campania De Luca al termine della prima giornata dei lavori del Consiglio Europeo. «E non mi aspetto un lockdown a Milano».

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Feste limitate a nucleo familiare convivente

Nella nuova ordinanza della Regione Campania si vietano le feste, anche conseguenti a cerimonie, civili o religiose, in luoghi pubblici, aperti pubblico e privati, al chiuso o all'aperto, con invitati estranei al nucleo familiare convivente. Sono sospese le attività di circoli ludici e ricreativi. È fatta raccomandazione agli Enti e Uffici competenti di differenziare gli orari di servizio giornaliero del personale in presenza. A tutti gli esercizi di ristorazione è fatto divieto di vendita con asporto dalle ore 21.

Resta consentito il delivery senza limiti di orario. Queste misure si aggiungono a quelle già disposte nelle recenti precedenti ordinanze, a cominciare dall'obbligo di indossare la mascherina deciso due settimane fa.

 

I motivi della stretta

Il governatore ha elaborato le ulteriori misure di contenimento con gli esperti della sanità e dell'Unità di crisi dopo l'impennata di contagi registrata nelle ultime 24 ore in Campania: i nuovi positivi sono balzati da 818 a 1.127. Il dato ha fatto superare anche il saldo di 800 unità tra nuovi contagi e guariti (317 i secondi nel bollettino odierno) che De Luca aveva indicato come soglia per «chiudere tutto». Le misure allo studio, secondo quanto trapela, non andrebbero però verso un lockdown locale ma imporrebbero limitazioni in materia di trasporti e vita sociale.


«Misure rigorose»

Dopo l'impennata di contagi in Campania «sono state adottate - si legge in una nota dell'unità di crisi - misure rigorose con il doppio obiettivo di limitare al massimo le circostanze di assembramenti pericolosi in ogni ambito, privato e pubblico, e con l'obiettivo di ridurre al massimo la mobilità difficilmente controllabile». A margine della nuova ordinanza di De Luca si sottolinea «il livello di contagio altissimo registrato anche nelle famiglie e derivante da contatti nel mondo scolastico».

Le parole del premier Conte

«Chiudere così in blocco le scuole non è la migliore soluzione». Lo ha detto il presidente del Consiglio Giuseppe Conte commentando la decisione presa dal presidente della Regione Campania De Luca al termine della prima giornata dei lavori del Consiglio Europeo. Conte ha poi spiegato che dal punto di vista formale, «le singole regioni possono adottare misure più restrittive. Dico semplicemente, e faccio una prima valutazione, che chiudere subito in blocco tutte le scuole è una soluzione che sembra a portata di mano e molto facile. Ma anche dal punto di vista delle scelte - ha poi aggiunto - degli indirizzi politici dei segnali che noi diamo sull'importanza dei nostri ragazzi di perseguire una modalità di apprendimento completa quale è quella in presenza, non è il miglior segnale che stiamo dando». «Ritengo sempre che si debba ragionare, parlare, collaborare con tutte le autorità territoriali, in primis con i presidenti delle regioni e i rappresentanti dell'Anci - ha detto ancora il presidente del Consiglio - perchè la nostra forza per affrontare questa difficile prova, questa nuova ondata è sempre quella di collaborare». E su Milano. «Non mi aspetto un lockdown su Milano».

L'intervento del ministro Azzolina

«Non ho né il potere di aprire le scuole né il potere di chiudere le scuole - ha sottolineato Azzolina - I presidenti di Regione e le province hanno il potere di chiuderle». «Se non vogliamo sacrificare la scuola si può lavorare per lo smart working ancora di più - sostiene il ministro - La mattina non sono solo gli studenti a salire sui mezzi. Lasciare gli studenti a casa è inaccettabile se vogliamo considerare i numeri dei contagi nelle scuole. Si devono spalmare su tutti gli altri settori le necessità sul prendere o non prendere i trasporti», che per esempio può riguardare «un dipendente pubblico».

Il rapporto tra tamponi e positivi nelle regioni

 

Il caso Arzano

Intanto l'incubo lockdown diventa subito realtà per Arzano, popolosa cittadina a nord di Napoli. Il boom di contagi, in percentuale il più alto numero in proporzione alla popolazione tra i centri che fanno parte della locale Asl, ha fatto scattare la chiusura della città. Un provvedimento, adottato dalla commissione prefettizia che amministra il comune dopo lo scioglimento per infiltrazioni camorristiche, che ha fatto scattare la rivolta dei commercianti del posto. Dalla mattinata hanno bloccato le strade e la Rotonda di Arzano, strategica arteria di accesso alla cittadina, con pesanti conseguenze per il traffico in tutta la zona. Contestano la chiusura decisa per tutti i negozi ad eccezione di quelli di generi di prima necessità. Un provvedimento adottato proprio alla luce dell'impennata di contagi da Covid. Sospese tutte le manifestazioni ed eventi pubblici, il mercato settimanale, tutte le attività sportive e dei centri anziani. Dalla scorsa mezzanotte, insomma, saracinesche abbassate, otto giorni di stop che hanno suscitato la reazione degli operatori economici del territorio. Stasera la protesta è stata sospesa ma riprenderà domattina, annunciano i promotori. Per vigilare sull'attuazione dei divieti ad Arzano, il prefetto di Napoli, Marco Valentini, dopo aver sentito il questore, Alessandro Giuliano, ha disposto un impiego straordinario delle forze dell'ordine per assicurare il rispetto delle prescrizioni di cui alla citata ordinanza, anche eventualmente con l'ausilio dei militari dell'Esercito del contingente «Strade sicure».

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