Cena di pesce, 4 primi 280 euro. Il ristoratore: «Sono "magnose", crostacei rari e costosi»

Giorgio Tordini aveva postato su Facebook lo scontrino tra accuse e polemiche

Cena di pesce, 4 primi di pesce 280 euro. Il ristoratore: «Sono "magnose", crostacei rari e costosi»
Cena di pesce, 4 primi di pesce 280 euro. Il ristoratore: «Sono "magnose", crostacei rari e costosi»
di Emidio Lattanzi
Giovedì 14 Luglio 2022, 07:00 - Ultimo agg. 13 Agosto, 19:33
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SAN BENEDETTO - Duecentottanta euro di primi. Per 4 persone. Per un conto totale di 508 euro, arrotondati a 480 e poi scontati fino a 400. È capitato, a San Benedetto, a quattro sambenedettesi che si sono concessi una cena di pesce in uno chalet del lungomare e che si sono trovati di fronte a quel conto. 

Lo scontrino finisce sul web

Una vicenda che in poco tempo ha fatto il giro del web, o perlomeno da quando uno dei componenti di quella tavolata, il dottor Giorgio Tordini, ha deciso di postare su Facebook il foglietto stampato con il conto che riporta quelle cifre.

La data è quella del 2 luglio ma la pubblicazione dello scontrino in questione è stata effettuata soltanto lunedì, dopo una lunga riflessione sull’opportunità di rendere o meno pubblica la cosa. Lo scontrino in questione riporta 100 euro per quattro antipasti degustazione, 60 euro per quattro crudi, 56 euro per due bottiglie di Rosè, 4 euro di acqua e otto di coperto. In mezzo, tra tutte quelle voci, ci sono ben 280 euro per quattro primi. 

Primi eccellenti ma costosi

E sono proprio quei quattro primi il motivo del contendere tra Tordini e il titolare del locale in questione. Il primo afferma infatti di aver mangiato «quattro piatti di linguine con mezza plà-plà (come si dice a San Benedetto) ciascuno. In tutto due “batti batti”, un crostaceo a metà strada tra la pannocchia e l’aragosta per quattro piatti, per i quali ci hanno chiesto 70 euro ciascuno. Di fronte a quello scontrino non potevo credere ai miei occhi anche perché, sul menu, quel piatto non veniva indicato. Veniva invece indicato il prezzo delle linguine all’astice il cui costa veniva quantificato, nero su bianco, in 35 euro. Abbiamo naturalmente pensato tutti che un piatto della stessa pasta con un crostaceo decisamente meno “nobile”, sarebbe costato se non di meno quantomeno la stessa cifra». 

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Il gioco finito male

«E pensare - continua il dottore - che quando abbiamo chiesto il conto abbiamo iniziato ad ipotizzare la cifra dando vita ad un toto-scontrino. La cifra più alta azzardata è stata di 250 euro, e ci era sembrata davvero esagerata». Poi è arrivato il conto: 508 euro scontati, per facilitare la divisione per i quattro componenti del tavolo, a 480. 

Scatta la contestazione 

«Sono andato su tutte le furie - afferma Tordini -. Non stiamo parlando di un locale stellato, ma di uno chalet - ristorante dove, mentre mangi, tra i tavoli passano le persone che salgono dal mare con i piedi insabbiati. E parliamo anche di un piatto di pasta con mezzo “batti batti” dentro. Come si fa a chiedere 70 euro per un piatto di pasta con mezzo crostaceo dentro?».

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L’altra verità 

Ma è proprio questa versione dei fatti che il titolare dello stabilimento balneare contesta: «Non si trattava di pasta con le pannocchie - spiega - ma di magnose, un crostaceo raro e prelibato dal costo elevato. Soltanto quello che è stato messo su quei 4 piatti a noi costa 180 euro. Le cose stanno in un altro modo rispetto a quello che è stato detto sui social».

 

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