Chiara Gualzetti, le gite, i boschi e la musica. Era felice e tenace: «Non mostrarti mai fragile, sempre pronti a colpirti»

Chiara Gualzetti, le gite, i boschi e la musica. Era felice e tenace: «Non mostrarti mai fragile, sempre pronti a colpirti»
Chiara Gualzetti, le gite, i boschi e la musica. Era felice e tenace: «Non mostrarti mai fragile, sempre pronti a colpirti»
di Claudia Guasco
Martedì 29 Giugno 2021, 07:34 - Ultimo agg. 07:38
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Il piccolo mondo di Chiara è musica, passeggiate nel parco dell'Abbazia di Monteveglio, la compagnia di arcieri che mette in scena rievocazioni storiche. Foto gioiose truccata da gatto e dichiarazioni di sfida al mondo: «Non mostrarti mai fragile davanti ai lupi, saranno sempre pronti a colpirti», scriveva sul suo profilo Instagram Chiara Gualzetti, sedici anni ancora da compiere. La sua scomparsa ha mobilitato tutto il paese, il suo corpo martoriato trovato in un dirupo è stato un pugno per tutta la comunità. A casa di papà Vincenzo e mamma Giusi arrivano amici e parenti, nel cortile davanti all'abitazione nei pressi della collina abbracciano i genitori cercando di dare loro un po' di conforto. Vincenzo Gualzetti non ha nemmeno la forza di parlare: «Non me la sento, ho bisogno di stare un attimo tranquillo».

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Chiara Gualzetti, maglietta e pantaloncini

Cercavano Chiara da domenica pomeriggio, chiedendo rinforzi via social.

Francesca Pacelli, la zia della ragazzina, ha rilanciato l'appello della mamma: «Mia figlia è uscita stamattina da casa e non è più tornata. Era vestita con maglietta e pantaloncini neri. Per cortesia, se qualcuno l'avesse vista o la vedesse mi scriva. Grazie». Alle tre parte il primo allarme: «Arrivata preallerta attivazione ricerca scomparsa. Si chiede disponibilità volontari per un primo turno. Area ricerca piuttosto scoscesa nel parco Abbazia». Nessuno immaginava che la vita semplice di Chiara finisse così. Le foto che pubblicava erano lo specchio di una quindicenne amante degli animali, delle gite con l'amica del cuore nei boschi e nelle campagne vicino casa. E della musica. Ha frequentato l'istituto comprensivo Bazzano Monteveglio, scuola a vocazione artistica, con i compagni ha partecipato a un laboratorio teatrale sulle difficoltà dell'adolescenza. A quindici anni dava forma a quelle ombre con parole a volte cupe, da cui emergono sensibilità e la fragilità del cristallo: «Mi dicono che ho un bel corpo, mi dicono che sono intelligente e bella. E va sempre a finire che quando lo dicono, lo dicono per approfittarsi del mio corpo e della mia intelligenza. Oppure spariscono perché si stancano di provare a usare il mio corpo e si stancano della mia intelligenza», scriveva qualche mese fa. All'inizio del 2020 Chiara raccontava di una sua ingenuità, di «errori», di una forza che non riusciva a trovare per affrontare chi, sono le sue parole, la tormentava «da anni con le prese in giro». Ma basta voltare pagina per ritrovare Chiara gioiosa e pronta a spiccare il volo: «Sposteremo il mondo e io mi fido di te». Proprio attraverso i social gli investigatori hanno ricostruito amicizie e frequentazioni, concentrando i sospetti su un suo coetaneo. Lei scriveva «amami come fosse l'ultimo giorno», ma non era amore. Di Chiara restano le foto con la compagnia degli arcieri, sorridente con l'arco e un abito d'epoca. «Questa è stata la mia prima manifestazione con gli arcieri del Melograno. È stata fantastica, con tutti i miei amici arcieri e i bimbi che venivano a tirare e ogni volta sono tutti carinissimi. Spero che arriveranno altri arcieri col passare del tempo. Così la nostra famiglia si allargherà ancora e sarà ancora più bella».


«Sono un disastro»

 

Anche i genitori raccontano la figlia, seguendola nelle tappe più importanti della sua vita. Il filmino del saggio di ginnastica ritmica, le candeline del compleanno, la festa con il volto truccato da gatto. Chiaretta, era il suo nome su Instagram. «Arciera del Melograno. Amo la musica. Mi affeziono facilmente e sono un gran disastro», il ritratto che dipingeva di sé. A Monteveglio ancora nessuno crede che Chiara non ci sia più. Tra gli abitanti c'è Barbara, che dà voce a un dolore condiviso: «In una comunità così piccola, i figli sono i figli di tutti. Oggi abbiamo perso una figlia, uno dei nostri ragazzi. Non ci sono parole per tutto questo».
 

 

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