Ciro Grillo, la serata al Billionaire poi l'incubo: «Stuprata mentre la mia amica dormiva»

Ciro Grillo, la serata al Billionaire poi l'incubo: «Stuprata mentre la mia amica dormiva»
di Veronica Cursi
Sabato 7 Settembre 2019, 14:18 - Ultimo agg. 14:32
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Una serata trascorsa al Billionaire, qualche drink di troppo, poi l'invito: «Ci andiamo a fare una spaghettata a casa?». E una notte estiva che - secondo il racconto della ragazza di 19 anni che lo scorso 26 luglio ha denunciato di essere stata stuprata da Ciro Grillo, figlio di Beppe e altri 3 amici - si sarebbe trasformata in un incubo.
La giovane, che non è una modella, ma una studentessa di buona famiglia, italiana e che ha appena superato la maturità, accompagnata dalla madre, lo scorso 26 luglio ha denunciato ai carabinieri di Milano, città dove abita e dove era rientrata sotto choc dalla Sardegna, l'aggressione e lo stupro di gruppo di cui, come ha messo a verbale, è stata vittima 10 giorni prima. La giovane ora non ha voglia di commentare in quanto «i fatti sono ancora al vaglio della Procura a cui si affidano affinché compia gli accertamenti con la massima serenità». È quanto ha riferito l'avvocato della studentessa Laura Panciroli.

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Secondo il racconto dalla giovane, la violenza di gruppo risale allo scorso 16 luglio dopo una serata trascorsa con i quattro, tra cui il figlio di Beppe Grillo, al Billionaire e proseguita in un residence in Costa Smeralda dove era stata invitata con un'amica per una spaghettata. L'amica si era addormentata per qualche drink di troppo, mentre lei - secondo la denuncia - è stata aggredita a turno da tre dei quattro senza riuscire a reagire, a difendersi e a fuggire. La denuncia è stata trasmessa subito per competenza alla Procura di Tempio Pausania dove è stata aperta una indagine nella quale sarà fondamentale il contenuto dei cellulari sequestrati, tra cui un video girato da uno dei quattro.

Gli indagati, oltre a Ciro Grillo, sono Francesco Corsiglia, Vittorio Lauria e Edoardo Capitta, tutti tra i 18 e i 20 anni, i quali, tramite i loro legali, si difendono sostenendo che i rapporti sono stati consenzienti. Non così per la studentessa milanese che, sempre a luglio, si è recata anche al centro Soccorso Violenza Sessuale della clinica Mangiagalli dove è stata visitata dalle psicologhe.

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