Clima, per la Marmolada destino segnato: il ghiacciaio sparirà entro 30 anni

Clima, per la Marmolada destino segnato: il ghiacciaio sparirà entro 30 anni
Clima, per la Marmolada destino segnato: il ghiacciaio sparirà entro 30 anni
Mercoledì 11 Dicembre 2019, 14:59 - Ultimo agg. 20:41
5 Minuti di Lettura

I ghiacciai di tutto il mondo hanno la febbre e nel giro di pochi decenni la Terra rischia di perdere buona parte del suo antico manto bianco. In Italia tra 25-30 anni il ghiacciaio della Marmolada, sulle Dolomiti, potrebbe scomparire del tutto. Lo stesso potrebbe accadere a tutti i ghiacciai del pianeta, tranne Himalaya e Poli. Una sorte toccata ai ghiacciai che si trovavano negli attuali Tropici, scioltisi 20.000 anni fa, dunque prima di quanto pensato finora.
Le speranze per la Marmolada non sembrano essere molte. Secondo lo scenario delineato dai ricercatori del Cnr-Ismar, delle Università di Trieste, Genova e Aberystwith e di Arpa Veneto, «anche se la temperatura restasse com'è, il suo destino appare segnato». 
In un decennio, dal 2004 al 2015, ha subito una riduzione di volume del 30% e di area del 22%. Lo studio, di cui era stata data un'anticipazione lo scorso agosto, è stato pubblicato su Remote Sensing of the Environment. «Anche se la temperatura restasse com'è, il suo destino appare comunque segnato».

Naturalmente, la divulgatrice scientifica Eliana Liotta: «Carni rosse dimezzate e spazio ai vegetali così si risparmiano anche acqua ed energia»

Che il destino del ghiacciaio della Marmolada sia segnato dipende dal fatto, spiega Renato Colucci del Cnr-Ismar «che è già in totale disequilibrio con il clima attuale». In merito agli scenari da qui a 30 anni, il primo rilievo, sottolinea Colucci «è stato acquisito usando un 'ground penetrating radar' (Gpr) terrestre, una tecnologia non invasiva utilizzata in geofisica, basata sul segnale elettromagnetico riflesso e trasmesso dal terreno a seconda delle caratteristiche, creando sezioni dettagliate.

«Nemo a rischio estinzione, potrebbe scomparire dagli oceani per colpa dei cambiamenti climatici»

Se un tempo era massa glaciale unica, ora è frammentato e suddiviso in varie unità, dove in diversi punti affiorano masse rocciose sottostanti, rilevano i ricercatori. Se il tasso di riduzione continuerà come nel passato decennio, tra 25-30 anni il ghiacciaio sarà praticamente scomparso. Per la fine del secolo sarà fondamentale contenere l'aumento della temperatura globale entro 1,5 gradi. Se si dovessero superare i 2 gradi di aumento i ghiacci in tutto il mondo scompariranno, al di fuori dell'Himalaya e dei Poli. A ciò si aggiunge la perdita di neve che danneggerebbe l'approvvigionamento idrico. A dirlo è il rapporto «Cryosphere 1.5 gradi», presentato a Madrid dove è in corso la Cop25 da un gruppo di 40 ricercatori che lanciano un appello ai governi. Il limite di 1,5 gradi di aumento della temperatura globale rispetto a quella preindustriale viene definito «un guardrail» per il pianeta. C'è un rischio molto maggiore di aumento irreversibile e massiccio del livello dei mari a 2 gradi (12-20 metri o più nel lungo termine), con conseguenze per la pesca negli oceani polari a causa dell'acidificazione.
Il climatologo Carlos Nobre, Nobel per la Pace: «Siamo sul punto di non ritorno»

«Questo aspetto, unito al cambio di albedo (la neve e il ghiaccio sono bianchi e riflettono molta radiazione solare, mentre la roccia, più scura, ne riflette di meno) - aggiunge Colucci - sta ulteriormente minando la 'salutè della Marmolada accelerandone la già forte e rapida fusione». La ricerca ha inoltre evidenziato che, se il tasso di riduzione continuerà di pari passo come nel decennio analizzato, «nel giro dei prossimi 25-30 anni il ghiacciaio sarà praticamente scomparso», lasciando il posto solo a piccole placche di ghiaccio e nevato.

«Il ghiaccio, quindi, non esisterà più. E se, come da scenari climatici, la temperatura nei prossimi decenni dovesse aumentare a ritmo più accelerato, questa previsione potrebbe essere addirittura sottostimata e la scomparsa del ghiacciaio potrebbe avvenire anche più rapidamente», conclude lo studio del Cnr.





Lo scioglimento dei ghiacciai non è però una novità per il nostro pianeta. Uno studio dell'università di Dartmouth, pubblicato sulla rivista Sciences Advances, ha infatti rilevato come i ghiacciai che si trovavano in Sud America e nell'Africa orientale, nella zona che oggi corrisponde ai Tropici, avessero iniziato a sciogliersi circa 20.000 anni fa, cioè prima di quanto si pensasse. La loro ipotesi è che questo scioglimento anticipato possa essere stato innescato dall'aumento delle temperature ai poli, che a sua volta avrebbe ridotto il ciclo della circolazione atmosferica e oceanica, rallentando il movimento del calore fuori dai Tropici. Secondo i ricercatori, i ghiacciai dell'Africa tropicale e del Sud America avrebbero raggiunto la massima estensione 29.000-21.000 anni fa, per poi iniziare a sciogliersi. Il ritiro sarebbe avvenuto quindi prima dell'aumento di anidride carbonica avvenuto 18.200 anni fa. Ciò mostrerebbe che le temperature tropicali aumentarono in tutto il pianeta e che il riscaldamento potrebbe essere stato causato da una riduzione delle differenze di temperatura tra le regioni polari e quelle tropicali. A differenza però di 20.000 anni fa, in questo caso il principale imputato per lo scioglimento dei ghiacciai è l'uomo

© RIPRODUZIONE RISERVATA