Coprifuoco, Lombardia ci ripensa: centri commerciali chiusi nel week end (e limiti nei negozi)

Coprifuoco, Lombardia ci ripensa: centri commerciali chiusi nel week end (e limiti nei negozi)
Coprifuoco, Lombardia ci ripensa: centri commerciali chiusi nel week end (e limiti nei negozi)
di Rosario Dimito
Mercoledì 21 Ottobre 2020, 19:21 - Ultimo agg. 22 Ottobre, 00:07
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La Lombardia assediata dalla diffusione del Covid, vara un’altra stretta e a poche ore dall’ordinanza di Roberto Speranza d’intesa con Attilio Fontana, il governatore ha emesso un nuovo provvedimento con misure correlate. E nonostante l’insurrezione delle categorie produttive, di dispone che «nelle giornate di sabato e domenica la chiusura delle grandi strutture di vendita nonché degli esercizi commerciali al dettaglio presenti all’interno dei centri commerciali» si legge nell’ordinanza.

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La disposizione «non si applica alla vendita di generi alimentari, alimenti e prodotti per animali domestici, prodotti cosmetici e per l’igiene personale, per l’igiene della casa, piante e fiori e relativi prodotti accessori, nonché alle farmacie, alle parafarmacie, alle tabaccherie e rivendite di monopoli».

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Lombardia, le regole per i locali

Per gli esercizi commerciali al dettaglio e per quelli di «somministrazione di alimenti e bevande» c’è l’obbligo «di esporre all’ingresso del locale un cartello che riporti il numero massimo di persone ammesse contemporaneamente nel locale medesimo, sulla base dei protocolli e delle linee guida vigenti». Questi esercizi «devono adottare regole di accesso, in base alle caratteristiche dei locali, in modo da evitare assembramenti e assicurare il mantenimento di almeno 1 metro di separazione tra i clienti.

In particolare, le medie e grandi strutture di vendita devono garantire quanto previsto al periodo precedente, dando priorità, ove possibile, a modalità (app, internet etc.) di prenotazione dell’accesso all’esercizio».

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Si ribadisce che ai bar, pub, ristoranti, gelaterie, pasticcerie, rosticcerie, pizzerie, chioschi, bar mobili sono consentiti «dalle ore 5,00 sino alle ore 23.00, con consumo al tavolo, e con un massimo per tavolo di sei persone (in tale numero non sono computati conviventi e congiunti), e sino alle ore 18,00 in assenza di consumo al tavolo». Con la chiusura dei pubblici esercizi all’ora stabilita deve cessare ogni somministrazione agli avventori presenti ed effettuarsi lo sgombero del locale. Resta sempre consentita la ristorazione con consegna a domicilio nel rispetto delle norme igienico-sanitarie sia per l’attività di confezionamento che di trasporto, nonché, fino alle ore 23.00, la ristorazione con asporto o con modalità drive-through, con divieto di consumazione sul posto o nelle adiacenze.

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