Coprifuoco e mascherine, quali rischi se scatta il liberi tutti? Domande e risposte

Coprifuoco e mascherine, quali rischi se scatta il liberi tutti? Domande e risposte
Coprifuoco e mascherine, quali rischi se scatta il liberi tutti? Domande e risposte
di Mauro Evangelisti
Sabato 5 Giugno 2021, 22:12 - Ultimo agg. 7 Giugno, 09:42
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È un coprifuoco fatuo, ormai pochi rispettano il limite delle 23, che salirà di un’ora da domani per scomparire il 21 giugno. E mentre si animava il dibattito tra il ministro della Salute, Roberto Speranza, e i governatori sul numero massimo di persone a tavola al chiuso o all’aperto, la realtà aveva già superato le regole, bastava fare una passeggiata a Roma come in altre città per vedere gruppi numerosi cenare nei dehors dei locali. Per l’obbligo di mascherina all’aperto gli esperti prevedono l’addio a metà luglio, ma una parte della popolazione già oggi cammina con il dispositivo di protezione abbassato. E il distanziamento? La settimana scorsa, a Bologna, per un open day della vaccinazione, centinaia di giovani si sono messi fila, tra ressa e spintoni, come succede normalmente per l’apertura di uno store di moda. Se neppure le istituzioni fanno attenzione nell’evitare queste occasioni, difficile chiedere ai ragazzi di essere prudenti. Il numero dei nuovi positivi, per fortuna, sta diminuendo ogni giorno, ma quanto è rischioso il minor rispetto delle regole che si vede ovunque?

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Il professor Massimo Andreoni, direttore di Malattie infettive al Policlinico Tor Vergata di Roma, replica: «Sarebbe sbagliato eccedere nel rigore, nell’allarmismo.

Detto questo, non bisogna però neppure esagerare dall’altra parte, perché con i comportamenti di oggi e di tutta l’estate ci garantiremo anche un autunno migliore. Ricordiamoci sempre che i vaccini sono un risultato straordinario, che ci aiuteranno a superare questa crisi. Ma nessun vaccino funziona al cento per cento, è impossibile. Anche nel mio reparto abbiamo avuto un paziente in gravi condizioni benché avesse completato il ciclo vaccinale. Era un paziente molto fragile e comunque è guarito, in quel senso il vaccino ha funzionato. Però la prudenza deve restare». Quale è il comportamento che più preoccupa? «A mio parere il mancato rispetto delle distanze, anche all’aperto. Gli assembramenti al chiuso, ovviamente, sono da evitare con forza, però anche all’aria aperta tentiamo, per quanto possibile, di rispettare il distanziamento».

Mascherine

Se non si usano all’aperto, decisivo il distanziamento

Premessa: indossare la mascherina non è un sacrificio insopportabile, in pieno lockdown lo avremmo accettato, senza esitare, in cambio del ritorno alla vita normale. Oggi sta prendendo forza la possibilità che presto, all’aperto, quando la maggioranza degli italiani sarà stata vaccinata, potremo fare a meno della mascherina. Va comunque ricordato che quanto meno dobbiamo tentare di mantenere le distanze ed evitare luoghi affollati e assembramenti. Se siamo all’aperto, isolati, fare a meno della mascherina può essere un errore solo per un motivo: rischiamo di non essere sufficientemente pronti nell’indossarla quando incontriamo molte persone o entriamo in luoghi chiusi.

Non indossarle al chiuso resta un azzardo

Rinunciare all’uso delle mascherine al chiuso, soprattutto in presenza di persone con le quali non viviamo normalmente, è un azzardo. Ormai l’esperienza e numerose ricerche dimostrano che proprio nei luoghi chiusi è più semplice la trasmissione del virus. «Anche se siamo vaccinati - ricorda il professor Massimo Andreoni del Policlinico Tor Vergata - non dobbiamo sentirci invincibili». Tra le buone norme da continuare a rispettare c’è la necessità di cambiare l’aria in modo frequente aprendo le finestre e le porte. In questo, le temperature estive ci possono aiutare. In generale, se siete in una stanza con altre persone è buona norma indossare la mascherina. 

Coprifuoco

Anche gli esperti ritengono sia tempo di abolirlo

Chi dice “il coprifuoco non serve, il virus non diventa più pericoloso dopo le 23” banalizza il senso di questa misura. L’obiettivo finale, quando il virus sembrava inarrestabile, era ridurre le occasioni di trasmissione di Sars-CoV-2 ed è evidente che questo succede se diminuiscono le ore in cui c’è interazione sociale. Questo premesso, anche gli esperti ritengono che sia venuto il tempo di fare a meno del coprifuoco: succede nelle regioni bianche, succederà ovunque il 21 giugno e già da domani ci sarà concessa un’ora in più di libertà. Va anche detto che oggi il coprifuoco può risultare controproducente: dovendo tornare a casa prima, molte più persone tendono a fare insieme la stessa cosa, come andare al ristorante, in un tempo più ristretto.

Ristorante

Tavolate: cambia tutto se si sta au plein air

Se siete in un ristorante al chiuso, evitate la tavolata. Il dibattito dei giorni scorsi sul numero di commensali è stato quasi fuori dalla realtà. Nei ristoranti con i tavolini all’aperto già si vedevano molte persone cenare tutte insieme. Cosa può comportare dal punto di vista epidemiologico? C’è molta differenza tra una cena all’aperto e una al chiuso e le linee guida, tra l’altro, chiedono ai ristoranti di mantenere sempre spalancate porte e finestre in modo da favorire il ricambio d’aria. L’insidia in un locale al chiuso è ovviamente determinata dal fatto che mentre mangi ti togli la mascherina. All’aperto, però, il rischio si ridimensiona, ma quando ci si sposta il dispositivo di protezione va mantenuto.

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