Coronavirus, aiutiamo i bambini: chat e cucina contro la solitudine in casa

Coronavirus, aiutiamo i bambini: chat e cucina contro la solitudine in casa
di Maria Lombardi
Martedì 17 Marzo 2020, 08:13 - Ultimo agg. 08:37
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Un mostro invisibile e finora invincibile, pure con un nome strampalato. Nemmeno il più cattivo dei cattivi, in nessuna storia, era riuscito a tenere prigionieri così tanti bambini tutti insieme. E quanto sarà potente, questo malvagio, per rubare scuola, amici, feste e parchi? Per mettere in castigo anche mamma e papà? Il fatto è che questo mostro è vero. Fa sentire tutti più soli e impauriti, scaraventati in una vita all'improvviso adulta, dove ogni cosa è un no e bisogna capire e pazientare, e prima era tutto sì. Alcuni più soli degli altri, nemmeno un fratello con cui litigare. Per vedere un altro bambino bisogna aspettare le 18, affacciarsi alla finestra e sperare che canti anche lui, strappargli un sorriso o un saluto distante. E chi ci pensava prima, tra scuola, nuoto, calcio, inglese e catechismo alla solitudine, chi aveva tempo d'avvertire il vuoto della cameretta tutta per te. Quella era una libertà, semmai, nessuno che frigna, ti mette sotto, rompe e ruba l'attenzione dei grandi, e adesso è una vertigine.

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SPIEGARE
Torneranno gli amici, tutti quanti. Il virus li ha solo allontanati per un po', insieme a una routine un poco frenetica ma tanto affollata. E ci saranno di nuovo feste al parco, merende, pigiama party e video da fare insieme per TikTok. «Spiegare ai bambini che questa è una situazione eccezionale, non sarà la normalità è fondamentale», raccomanda Valentina Grimaldi, pediatra e psicoterapeuta dell'età evolutiva, del direttivo Finp Roma. «Bisogna rassicurali con risposte vere e concrete». Niente mezze verità. Cari genitori, consiglia Telefono Azzurro, informatevi bene e con parole semplici raccontate quello che sta accendendo. E pazienza se alcune domande saranno ossessive. «Non ricevere spiegazioni dagli adulti in un momento di tensione rischia infatti di generare un'ansia ancora maggiore rispetto a quella che può generare una consapevolezza ben gestita», insistono gli specialisti della Società italiana di pediatria. Può capitare che la notte faccia più paura, il mostro arrivi in sogno, e ci si svegli spaventati. «Il modo migliore per gestire le ansie dei bambini è passare del buon tempo insieme. Condividiamo il tempo e gli spazi, solo così possiamo tranquillizzarli», è il parere di Stefano Vicari, primario di neuropsichiatria infantile al Bambino Gesù. I bambini sono più grandi di quel che pensate. «Sono capaci di mettere in atto meccanismi di difesa e di recupero strabilianti», aggiunge Valentina Grimaldi. «Se li lasciamo soli con i loro interrogativi o peggio ancora raccontiamo bugie, smetteranno di chiedere e si chiuderanno dentro le loro paure. Gli adolescenti soffriranno di più la mancanza di socialità, ma è un'occasione per responsabilizzarli».
Il premier danese Mette Frederiksen ha deciso di dedicare una conferenza stampa in streaming proprio ai bambini per spiegare la ragione di così tanti cambiamenti nelle loro giornate e rassicurarli.

LE VIDEOCHIAMATE
Vi mancano gli amici? Skype, chat, videochiamate, social. «Tutti strumenti che nella normalità tendono a isolare perché scoraggiano i contatti e in un contesto di isolamento connettono», aggiunge la specialista. «Chiamare gli amici e anche i nonni e gli zii. E se la domenica c'era il pranzo a casa della nonna si può sostituire con una videochiamata per stare lo stesso tutti insieme».
La noia? I pomeriggi improvvisamente vuoti e da riempire? Fanno più paura agli adulti che ai bambini. «I bambini non si annoiano mai, nei momenti in cui si ritrovano soli coltivano immaginazione e creatività». Giocare, usare le mani, creare con le dita. Tutto va bene, cucinare insieme, curare le piante, cucire e ricamare. «Si possono fare tante di quelle cose. Ad esempio cercare tra le cose vecchie, e trovare qualcosa da mostrare ai nostri bambini di come eravamo, come giocavamo. O leggere assieme, guardare atlanti», consigliano gli specialisti della Spi. «O giocare, con giochi vecchi o anche nessun gioco, solo quello che troviamo in giro: tappi di sughero, scatole di cartone, spaghi, carta colorata, colla, plastilina.

O guardare dalla finestra e commentare, quello che si vede e quello che non si vede più». Nemmeno il mostro si vede, lo stiamo combattendo con questo silenzio.

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