Stefano Rossetti: «Edicola aperta dopo gli spari, figuratevi adesso»

Stefano Rossetti: «Edicola aperta dopo gli spari, figuratevi adesso»
di Giampiero Valenza
Lunedì 16 Marzo 2020, 18:36 - Ultimo agg. 17 Marzo, 12:23
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Stefano non molla. Era il primo aprile dello scorso anno quando la vetrina della sua edicola fu colpita da cinque proiettili per una sparatoria che avvenne sul marciapiede proprio a due passi da lui. Tra i palazzi del Tuscolano, in via Flavio Stilicone, Stefano Rossetti, 60 anni, è la garanzia di chi ti dà il giornale tutti i giorni. Gestisce l'edicola da più di 40 anni, prima di aprire l'attività in proprio aveva iniziato a lavorare nella distribuzione dei quotidiani. E, dunque, sa bene cosa significa fare questo mestiere. «Soprattutto in questo momento le persone hanno bisogno di essere informate e continuano a venire in edicola», sottolinea.
Sicuramente pensava di conoscerne tutti gli imprevisti. Mai, però, gli era capitata una cosa simile. Ti accoglie in edicola con la sua mascherina verde acqua, cucita a mano dalla madre, Santa, una donna di 83 anni che è con lui (a distanza di un metro, come previsto dalla disposizione del governo) per fargli compagnia.
Stefano, ormai un anno fa, il primo aprile, proprio qui in via Flavio Stilicone, ci fu una sparatoria. Le fa più paura il coronavirus o quell'episodio?
«La sparatoria ci fu proprio vicino alla vetrina della mia edicola tanto che cinque colpi presero in pieno il vetro. Quegli spari sono durati un attimo e poi sono finiti. Sono stato io ad averne pagato i danni perché, poi, ho dovuto rifare la vetrina nuova. Qui, invece, questa storia del coronavirus non si sa come andrà a finire né quanto durerà. Non abbiamo mai vissuto una cosa del genere, neanche ai tempi della Sars. Forse, fu così solo con l'influenza Spagnola alla fine della Prima guerra mondiale. Chissà, poi, se sul coronavirus le istituzioni ci dicono davvero tutto ciò che sta accadendo».
In questi giorni sono cambiate le abitudini qui al Tuscolano? Vede qualche cambiamento tra la gente che passa qui in edicola?
«Qui viene tutta gente del posto, ci conosciamo da una vita, molti sono stati miei compagni di scuola. Ci conosciamo tutti e tutti conoscono me. È un po' come una grande famiglia. Ho notato una cosa, questo sì: i bambini sono spariti, i genitori infatti li tengono in casa e cercano di farli uscire il meno possibile. Vengono qui i genitori, però, come hanno sempre fatto tutti i giorni».
Il Covid-19 ci ha imposto nuove regole nel vivere quotidiano. I clienti rispettano le regole della distanza da mantenere?
«Qui in edicola i clienti entrano uno per volta e rispettano sempre la disposizione, sono molto responsabili, consapevoli di ciò che sta accadendo».
Ha scelto di utilizzare una mascherina realizzata in casa. Come mai questa soluzione fai da te?
«È stata mia madre a cucirla a mano, grazie alla fodera di un cuscino. L'ha voluta fare con la stoffa che si usa per contenere le piume. Così è più resistente».
Giampiero Valenza
© RIPRODUZIONE RISERVATA
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