Coronavirus Italia, blocco fino a dopo Pasqua: ipotesi ora d'aria per i bimbi

Coronavirus Italia, blocco fino a dopo Pasqua: ipotesi ora d'aria per i bimbi
Coronavirus Italia, blocco fino a dopo Pasqua: ipotesi ora d'aria per i bimbi
di Simone Canettieri
Martedì 31 Marzo 2020, 07:18 - Ultimo agg. 16:19
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Il testo inizierà a prendere forma oggi. Ma nessuna sorpresa: l'impianto non cambierà. Si va verso la proroga dei provvedimenti in vigore per altre due settimane. Dunque fino a dopo Pasqua l'Italia continuerà a essere chiusa per coronavirus. Ieri sera tutti i ministeri coinvolti nel lockdown hanno fatto arrivare a Palazzo Chigi la lista di ciò che si può riaprire. Ovvero: niente. Eccetto piccole e chirurgiche deroghe ai settori industriali che fanno parte delle aziende ritenute strategiche.

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Dal ministero dalla Sanità ieri, sulla scia dei primi dati incoraggianti, ragionavano sul fatto che «si inizia a vedere la luce in fondo al tunnel, ma proprio per questo non possiamo abbassare la guardia». Non a caso Roberto Speranza, dopo aver riunito in mattinata il comitato tecnico scientifico, è stato categorico: «È emersa la valutazione di prorogare di tutte le misure di contenimento almeno fino a Pasqua. Il governo si muoverà in questa direzione». Da oggi dunque gli uffici di Palazzo Chigi si metteranno a lavorare sul nuovo Dpcm da far entrare in vigore al posto dell'attuale che scade il 3 aprile. Nei fatti sarà - salvo eccezioni non di sostanza - un copia e in colla del precedente.

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Il decreto sarà emanato tra stasera e al massimo giovedì mattina, qualora il premier volesse comunicare prima la decisione della nuova chiusura ai leader dell'opposizione attesi per domani a Palazzo Chigi. In generale, il sentimento del governo è anticipato dalla spinta della comunità scientifica: «Le riaperture? Se ne riparla dopo Pasqua», ha ribadito anche ieri Franco Locatelli, presidente del consiglio superiore di Sanità.
Con la proroga scontata si discute in queste ore sulla scadenza del nuovo Dpcm: il range ritenuto più probabile è quello che va dal 15 al 18 aprile.
Le maglie dei blocchi rimarranno dunque strettissime, così come le misure di contenimento messe in campo dal governo e attuate dal ministero dell'Interno.
In queste ore c'è però un forte dibattito che sarà posto all'attenzione del premier. Riguarda la libertà di movimento dei bambini, costretti nelle grandi città a rimanere chiusi negli appartamenti. La ministra per le Pari opportunità e la Famiglia Elena Bonetti sta iniziando a porre il problema pubblicamente: «Con il prolungarsi dell'emergenza dobbiamo però organizzare modi e tempi, limitati, in cui anche a loro sia consentito uscire di casa in piena sicurezza sanitaria». Dal punto di vista normativo non sarà facile risolvere questo problema. Per permettere ai bimbi almeno un'ora di aria. Si parla di circolari interpretative del Viminale o di interventi diretti del governo nel nuovo Dpcm. Di sicuro la pressione del mondo sanitario, a partire dall'Oms, passando per pediatri e medici di base, è molto forte. E ora anche una ministra la mette sul piatto: «Non sarà facile, chiederà ancora più responsabilità, ma siamo chiamati a prenderci cura dei nostri figli e del loro futuro sotto ogni aspetto», continua ancora Bonetti.
 
 

LA STRETTA
È previsto anche un ulteriore inasprimento delle norme per gli sportivi. Ieri sera il ministro Vincenzo Spadafora ha chiesto al premier di bloccare anche gli allenamenti degli sportivi. Perfino nelle società che rispettano i protocolli. A partire dagli sport individuali. Nell'ultimo Dpcm c'era stata una deroga, figlia della possibilità che le olimpiadi non saltassero. Ma dopo il rinvio ufficiale di Tokyo 2020, Spadafora ha deciso di stringere ancora di più gli spazi di manovra dei professionisti. Un tema che sta provocando molte pressioni, soprattutto dalle federazioni degli sport individuali come il nuoto o l'atletica.

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Tutto dunque va verso un'unica direzione: dal 3 aprile scatterà un altro conto alla rovescia di almeno due settimane, nella speranza che poi grazie al crollo dei contagiati si possa arrivare a una parziale riapertura. Soprattutto delle attività produttive e di parte di quelle commerciali (eccetto ristoranti, bar, discoteche). In questo scenario le scuole e le università sembrano destinate ad aprire per ultime.

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La data di massima che gira - ma le decisioni politiche saranno comunque accompagnate dai dati tecnico-scientifici - è quella di maggio. In generale, il comparto che potrebbe beneficiare delle prime aperture dovrebbe essere quello delle attività produttive per cui la serrata, come ha spiegato Conte a El Pais, «non potrà durare molto». Ma la prudenza appunto è d'obbligo. E serve anche a regolare i conti nella maggioranza: «Chiedere la riapertura di aziende, scuole, uffici, renderebbe vani gli sforzi fatti e sarebbe un insulto a chi ha lottato fino alla fine ma non ce l'ha fatta», frena il ministro Federico D' Incà rispondendo a distanza alla proposta di Matteo Renzi.

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