Coronavirus Lombardia, Gallera: «Milano zona rossa non è ipotesi. Rifarei delibera Rsa per salvare vite»

Coronavirus Lombardia, Gallera: «Milano zona rossa non è ipotesi. Rifarei delibera Rsa per salvare vite»
Coronavirus Lombardia, Gallera: «Milano zona rossa non è ipotesi. Rifarei delibera Rsa per salvare vite»
Giovedì 23 Aprile 2020, 10:36 - Ultimo agg. 11:43
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Coronavirus, l'assessore al Welfare della Regione Lombardia Giulio Gallera dice chiaramente che il dato degli ultimi giorni che evidenzia pcontagi è dovuto al fatto dell'ampliamento del numero dei tamponi e che «Milano zona rossa non è ipotesi»Gallera poi dice che rifarebbe la delibera Rsa per salvare vite.

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Gallera:
«Zona rossa a Milano non è ipotesi». L'aumento dei contagiati a Milano e Torino sono la conseguenza, secondo l'assessore al Welfare della Lombardia Giulio Gallera «dell'ampliamento delle categorie a cui vengono fatti i tamponi», non sono dati «che evidenziano criticità di carattere sanitario». Il «dato degli ospedali - ha detto a Mattino Cinque - non ci fa ipotizzare una zona rossa» perché «i nostri ospedali stanno liberando i posti letto, si riducono i posti in terapia intensiva, al Pronto Soccorso arrivano meno persone con sintomi Covid e in forma più leggera».

«Rifarei delibera Rsa per salvare vite». La delibera che dà la possibilità alle rsa di ospitare malati Covid «la rifarei per il bene dei miei concittadini». Lo ha detto l'assessore al Welfare della Regione Lombardia, Giulio Gallera, su 7 Gold. «Rispetto alle polemiche che sono sorte dopo, forse era meglio lasciare che 150 persone non trovassero posto in un ospedale, tanto purtroppo i decessi sul territorio sono stati tanti, e io oggi sarei meno sotto le polemiche. Però siccome sono un amministratore con l'unico obiettivo di salvare la vita alla persone, io quella delibera la rifarei», ha aggiunto Gallera.

Per Gallera, «quello che emerge è che il virus si era già diffuso, ma si era già diffuso dappertutto. Regione Lombardia le indicazioni le ha date con tempestività. Noi siamo stati tempestivi, ma il virus è entrato si è annidato nelle rsa lombarde, in quelle dell'Emilia che ha il tasso di mortalità più alto, in quelle francesi, in quelle inglesi e in quelle di tutta Italia purtroppo».

Gallera: 
«Rsa forse modello non idoneo Covid19». «I controlli ci sono stati, le Ats avevano il compito di sorvegliare e adesso stiamo andando a verificare situazione per situazione. È chiaro che, forse, quello delle Rsa è un modello che per la gestione dei pazienti Covid è emerso non avere le capacità di farlo». Lo ha detto l'assessore lombardo al Welfare, Giulio Gallera, a 7 Gold. «Ricordiamo che le Rsa sono tutti enti privati che dovevano avere la capacità di affrontare il tema. Per quello che è successo in Italia e nel mondo, forse è un modello che per la complessità di alcuni pazienti non è idoneo».

«Fallimento Lombardia? Qui bomba atomica». «Il disastro in Lombardia è stato creato dalla bomba atomica che ha investito la nostra Regione, dove all'inizio il virus ha circolato indisturbato». Lo ha detto l'assessore ad Aria Pulita su 7 Gold, rispondendo alla domanda di una telespettatrice sul «perché del fallimento registrato in Lombardia» nella gestione dell'emergenza Covid.

«Non si apre senza massime misure anti Covd19». «Non si apre» senza «il massimo delle misure anti-contagio». Lo ha rimarcato l'assessore lombardo al Welfare Giulio Gallera, rispondendo a una domanda sulla ripartenza durante un collegamento con 7 Gold. Durante la trasmissione Gallera ha sottolineato che «dobbiamo convivere con questo virus, di fronte al quale siamo indifesi» perché «non c'è una cura definita e non c'è un vaccino. Stiamo riuscendo a ridurre la sua contagiosità. La strada a questo punto non è solo quella di stare a casa ma di uscire protetti». In questo senso «distanziamenti, mascherine, gel disinfettanti davanti ai negozi e il controllo della temperatura sono fondamentali». L'obiettivo, ha aggiunto, «è gestire in maniera controllata la quotidianità. Non saremo mai a contagio zero, ma bisogna saperlo gestire e governare con attenzione». L'assessore ha poi ricordato che accanto ai tamponi (ad oggi, ha detto, la Lombardia ha una capacità di farne 13/14 mila al giorno, anche se c'è ancora problema di reagenti), da oggi sono stati introdotti i test sierologici messi a punto dall'Ospedale San Matteo di Pavia. «Per ora - ha detto - è l'unico test in Italia che individua gli anticorpi neutralizzanti.

Speriamo ne possano arrivare altri nelle prossime settimane, abbiamo fatto una manifestazione di interesse».


 


 
 
 

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