Statali, arrivano le norme salva-stipendio: niente decurtazioni per chi è in quarantena

Statali, arrivano le norme salva-stipendio: niente decurtazioni per chi è in quarantena
Statali, arrivano le norme salva-stipendio: niente decurtazioni per chi è in quarantena
di Francesco Bisozzi
Venerdì 28 Febbraio 2020, 01:14 - Ultimo agg. 14:43
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Le buste paga degli statali non risentiranno dell’emergenza sanitaria in corso. In arrivo norme salva-stipendio per i dipendenti pubblici costretti a non recarsi in ufficio a causa degli effetti collaterali legati all’allarme. Lo speciale paracadute andrà nel nuovo decreto sul coronavirus che il governo si appresta a varare e non si limiterà a proteggere gli statali delle zone rosse: lo scopo è di neutralizzare la cosiddetta decurtazione Brunetta, che prevede che nei primi dieci giorni di assenza per malattia venga corrisposto ai lavoratori della Pa il trattamento economico fondamentale senza indennità o emolumenti e altri trattamenti accessori. Ma per farlo si userà un escamotage.

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L’intenzione è quella di equiparare in via temporanea le assenze per coronavirus a quelle per calamità o eventi naturali. In caso di calamità e a fronte di specifiche ordinanze emanate dalle autorità locali che impossibilitano i lavoratori a svolgere l’attività lavorativa le amministrazioni pubbliche devono infatti corrispondere comunque la retribuzione. Stando alla bozza di decreto che ha preso a circolare in queste ultime ore, le norme salva-stipendio in rampa di lancio offriranno una rete di protezione non solo agli statali residenti o impiegati nelle zone rosse ma anche a quelli in quarantena obbligatoria o volontaria ubicati nelle aree non sottoposte a ordinanze. La decurtazione Brunetta verrà messa nel congelatore fino al 30 giugno di quest’anno.

LA PENALIZZAZIONE
La penalità prevista dalla riforma della Pubblica amministrazione di dieci anni fa si traduce in un taglio delle retribuzioni compreso tra 10 e 15 euro al giorno. La soppressione definitiva di tale malus necessita però di risorse che al momento non è possibile reperire. Per questo si punta a una soluzione tampone in grado comunque di tutelare in questa fase i dipendenti pubblici coinvolti dall’emergenza da coronavirus. Gli alleggerimenti nel cedolino degli stipendi dovute alle assenze per malattia, da tempo nel mirino dei sindacati, sono già al centro del tavolo di confronto sul rinnovo dei contratti degli statali. Nella bozza spuntata ieri a tarda sera si legge che ogni «periodo di assenza conseguente a provvedimenti di contenimento del fenomeno epidemiologico da Covid-2019 verrà considerato come servizio prestato a tutti gli effetti di legge, a eccezione della indennità sostitutiva di mensa se prevista».

Sempre stando alla bozza di decreto che sta circolando, la legge Brunetta non impatterà nemmeno sulle buste paga dei dipendenti pubblici «per i periodi trascorsi in malattia o in quarantena obbligatoria o volontaria dovuta al Covid-2019». Queste norme salva-stipendio sono molto attese dagli statali che temono di dover pagare un prezzo più alto rispetto ai lavoratori privati a causa dell’emergenza sanitaria. La macchina dello Stato insomma non si arresterà. Precedentemente il ministero della Funzione pubblica ha emanato una direttiva con cui ha fissato le contromisure da prendere per gestire la situazione negli uffici pubblici, privilegiando modalità flessibili di svolgimento della prestazione lavorativa per pendolari, genitori con figli e soggetti affetti da patologie pregresse. È stato imposto anche un parziale stop alle trasferte. 
 

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