Coronavirus, Irene Pivetti indagata per una presunta frode sull'importazione mascherine dalla Cina

Irene Pivetti indagata per una presunta frode sull'importazione mascherine dalla Cina
Irene Pivetti indagata per una presunta frode sull'importazione mascherine dalla Cina
Martedì 28 Aprile 2020, 21:36 - Ultimo agg. 14 Febbraio, 15:31
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Irene Pivetti, ex presidente della Camera, è indagata a Siracusa per una presunta frode sulle mascherine. La Guardia di finanza siciliana ha sequestrato novemila mascherine su gran parte del territorio nazionale, immesse in commercio in maniera illecita, e ha segnalato per frode il titolare della «Stt Group», società di Lentini, nel Siracusano, che si era occupata della distribuzione nelle varie farmacie e parafarmacie del Paese.

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Segnalato anche l'amministratore delegato della «Only logistics Italia srl» - che ha importato le mascherine dalla Cina -, l'ex presidente della Camera Irene Pivetti. La società romana, che nei giorni scorsi è già stata oggetto di un altro sequestro a Malpensa, avrebbe sottoscritto un contratto di fornitura con la Protezione civile per 15 milioni di mascherine.  I reati ipotizzati a vario titolo sono frode in commercio e immissione sul mercato di prodotti non conformi ai requisiti essenziali di sicurezza. 

Da una ricerca effettuata sul data base pubblico della società polacca «è emerso che il codice relativo al certificato è risultato estraneo all'ente certificatore e, quindi, falso», dicono le Fiamme gialle. Le ulteriori attività hanno rivelato che l'amministratore della società etnea, originario di Augusta, ha acquistato le protezioni da una società romana, già oggetto di attenzione mediatica a livello nazionale che, in questo periodo di emergenza, ha importato dalla Cina e immesso sul mercato nazionale grossi quantitativi di dispositivi di protezione individuali. Successivi approfondimenti eseguiti dai militari della Tenenza di Lentini, hanno permesso di accertare che i dispositivi appartengono a una partita di merce per la quale il Direttore Centrale dell'Inail ha espressamente vietato alla società importatrice l'immissione in commercio.

Acclarata la falsità della certificazione europea nonché il diniego di ratifica espresso dall'Autorità centrale lavoristica, è scattata la ricostruzione dell'intera filiera commerciale con la collaborazione dei Comandi del Corpo delle diverse Regioni di Italia. Il teatro delle operazioni si è sviluppato lungo le province di Milano, Roma, Bologna, Ravenna, Forlì, Siracusa, Caltanissetta, Catania e Ragusa: numerose le attività commerciali destinatarie del provvedimento di perquisizione emesso dalla locale Procura finalizzato al sequestro di mascherine di protezione facciali. Le attività di polizia giudiziaria sono state estese anche alle sedi della società importatrice e, nel corso delle operazioni, si è appreso che alcuni esercizi commerciali erano già stati oggetto di attenzione operativa da parte di alcuni Reparti, come la Tenenza di Pozzallo.

L'importatore romano e il distributore lentinese sono stati segnalati alla locale Autorità Giudiziaria per il reato di frode nell'esercizio del commercio nonché per l'immissione sul mercato di prodotti non conformi ai requisiti essenziali di sicurezza. «L'immissione sul mercato di mascherine non idonee mette a serio repentaglio la sicurezza dei cittadini i quali, pensando di essere tutelati da tali dispositivi, si espongono al rischio epidemiologico. Per questi motivi la problematica della sicurezza rimane oggetto di costante attenzione da parte della Guardia di Finanza chiamata, in un momento come questo, di particolare emergenza sanitaria ed economica, alla salvaguardia della salute dei cittadini nonché tutela degli imprenditori che si muovono in linea con la normativa di settore», dice la Gdf.

LA REPLICA
«È una indecenza, stanno cannoneggiando un'impresa seria come la mia, che sta facendo enormi sacrifici per fornire mascherine molto controllate». Così Irene Pivetti, raggiunta dall'AdnKronos, commenta l'indagine a suo carico in corso per frode per l'importazione delle mascherine dalla Cina. «Tutta la chiacchiera uscita sui giornali è fondata sul nulla», aggiunge. «La verità è che con grande sforzo e spirito di collaborazione stiamo cercando di importare un prodotto serio, le norme sono confuse», sottolinea l'ex presidente della Camera. «Qualcuno si era stancato di fare torte e si sono inventati una storia che con esiste - aggiunge - mi dispiace molto per i sacrifici che tanti stanno facendo, compresa io. Qualcuno aveva piacere di inventarsi una specie di mostro, una Grimilde della fiaba di Biancaneve», ma «uscirà la verità», assicura Pivetti, che conclude: «Bene l'inchiesta che riporta la verità al centro: al magistrato spiegheremo come stanno le cose, abbiamo tutte le carte a posto». 

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