Mascherine, disinfettanti e posti vuoti: Roma-Milano in treno ai tempi del virus

Mascherine, disinfettanti e posti vuoti: Roma-Milano in treno ai tempi del coronavirus
Mascherine, disinfettanti e posti vuoti: Roma-Milano in treno ai tempi del coronavirus
di Mauro Evangelisti
Sabato 22 Febbraio 2020, 13:51
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Alla stazione Termini il gel disinfettante per lavarsi le mani lo vendono anche in edicola; alla stazione centrale di Milano, i discorsi che si sentono alla fine girano sempre attorno allo stesso argomento, anche perché qui la zona rossa è più vicina, Codogno è a meno di un’ora di macchina. 
Dice una signora milanese all’amica prima di salire sul treno: «Alla fine mi sono fatta prendere anche io dalla psicosi e sono andata in farmacia a comprare il disinfettante per le mani. La mascherina no, quella serve se sei malato e vuoi tutelare gli altri. Ma in fila c’erano tutte persone che chiedevano mascherine e la farmacista era attaccata al telefono per ordinarne altre». In treno tra Roma e Milano, tra Milano e Roma, attraversando un paese che in 24 ore ha scoperto di essere in emergenza coronavirus.
 Sarà un caso e magari i flussi sono sempre questi al sabato, ma nel treno ad alta velocità che da Roma porta a Milano il settanta per cento dei posti sono liberi, in quello che da Milano porta a Roma c’è invece il tutto esaurito. Sembra l’immagine, magari del tutto casuale, della corsa ad allontanarsi dalla zona rossa e della ritrosia a raggiungere la Lombardia. Viene in mente il solito luogo comune, per la verità ormai abbattuto, che la cosa più bella a Milano è il treno per Roma, ma c’è poco da scherzare perché la Lombardia già conta 25 persone infette, alcune in terapia intensiva, è costretta ad isolare dieci città e sta tentando di svelare il mistero del paziente zero, perché ancora non sappiamo chi, inconsapevolmente, ha portato il coronavirus del primo focolaio di Wuhan fino al Lodigiano, non lontano dai confini con la provincia di Piacenza.
 Sui treni, all’andata come al ritorno, di passeggeri con le mascherine se ne vedono pochi, quando ci sono, a indossarle sono quasi sempre asiatici. Nei giorni scorsi però a Termini c’erano anche i venditori abusivi di mascherin. Venerdì due treni sono stati fermati per allarmi, infondati, legati al coronavirus. Sono solo piccoli particolari a ricordare che siamo in emergenza: quando una passeggera di soffia il naso, nessuno dice nulla però si alzano, quasi inconsapevolmente, gli sguardi; quando il personale porta, come avviene normalmente nelle carrozze di prima classe, le salviette «ad azione igienizzante con ossigeno attivo», nessuno le rifiuta; quando sei alla stazione centrale di Milano si sente la voce dell’altoparlante che avverte: per disposizione delle autorità i treni regionali non fermano a Codogno, Maleo e Casalpusterlengo; e quando sei sul treno da Milano a Roma un manager scherza al telefono «sto arrivando, ma state tranquilli, non sono infetto».
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