Coronavirus, il Consiglio di Stato boccia l'ordinanza del sindaco di Messina. Lui: «Non revoco nulla»

Coronavirus, bocciata l'ordinanza del sindaco di Messina sugli arrivi
Coronavirus, bocciata l'ordinanza del sindaco di Messina sugli arrivi
Mercoledì 8 Aprile 2020, 11:46 - Ultimo agg. 13:51
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Su richiesta del Viminale, il Consiglio di Stato ha bocciato l'ordinanza del sindaco di Messina, che, per fronteggiare l'emergenza coronavirus, imponeva a chi entrava in Sicilia attraverso il Porto di Messina, «l'obbligo di registrarsi con 48 ore di anticipo su un sito del Comune» e di «attendere il rilascio del Nulla Osta allo spostamento». La replica del primo cittadino Cateno De Luca è arrivata a stretto giro: «E' partito l'iter ministeriale per farmi fuori?». Poi lo lo stesso De Luca si è presentato con la polizia locale al porto per effettuare dei controlli sui nuovi arrivi. La decisione della I sezione del Consiglio di Stato è di ieri sera: è stato espresso, con la massima urgenza, parere favorevole alla proposta del Ministero dell’interno per annullamento, in via straordinaria, dell’ordinanza numero 105 del 5 aprile 2020.

La Sezione ha evidenziato come l’istituto dell’annullamento straordinario può essere esercitato di fronte a fenomeni di dimensione globale, quali l’attuale emergenza sanitaria da pandemia che affligge il Paese, «al fine di garantire il razionale equilibrio tra i poteri dello Stato e tra questi e le autonomie territoriali». In presenza di emergenze di carattere nazionale - ha concluso il Consiglio di Stato - «pur nel rispetto delle autonomie costituzionalmente tutelate, vi deve essere una gestione unitaria della crisi per evitare che interventi regionali o locali possano vanificare la strategia complessiva di gestione dell’emergenza, soprattutto in casi in cui non si tratta solo di erogare aiuti o effettuare interventi ma anche di limitare le libertà costituzionali». Da qui la decisione di annullare l'ordinanza. Ora, al parere del Cds seguirà una deliberazione del Consiglio dei Ministri, che dovrà venire recepita con decreto del Presidente della Repubblica.

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